WWE Planet #515

WWE Planet

Quella appena trascorsa è stata una settimana decisiva per farci capire gran parte dei piani della WWE in vista di Wrestlemania. Credo vivamente che la settimana prossima avremo ancora più certezze con la puntata Old School di Raw ed il seguente Smackdown che dovrebbe definire una volta e per tutte i match principali dello show più importante dell'anno. In ogni caso direi che anche questa settimana qualche argomento di discussione interessante lo possiamo ricavare. Come la settimana scorsa ci soffermiamo su tre aspetti importanti per quel che riguarda la WWE che si avvicina allo Showcase Of The Immortals.

12 Points.
Tanti sono serviti ai medici per chiudere la ferita che Brock Lesnar si è procurato nel corso dell'ultima puntata di Raw. Proprio la maschera di sangue, del tutto involontaria, di The Next Big Thing nell'ultima puntata dello show del lunedì sera, è l'immagine perfetta per descrivere l'inizio, anzi il ri-inizio, della rivalità tra lo stesso Lesnar e Triple H. Questo è ciò che abbiamo scoperto al termine dell'annunciato segmento della battaglia tra Vince McMahon e Paul Heyman. Un risvolto abbastanza prevedibile sin dall'annuncio di questa battaglia. D'altronde tra i due c'era ancora un conto in sospeso ed era inevitabile ricominciare questa rivalità dopo quanto successo qualche settimana fa con la F-5 dell'ex UFC Champion sul WWE Chairman. Dunque le voci che volevano, anche per Wrestlemania, il ritorno di questo feud si sono rivelate fondate. Giusto o sbagliato? Direi che è una scelta tutto sommato giusta. Il match di Summerslam era stato molto cruento ed aveva lasciato aperto uno spiraglio per una rivincita. Wrestlemania è il palcoscenico adatto per far affrontare questi due atleti che, sicuramente, in quel del MetLife Stadium non si risparmieranno. Non escluderei nemmeno una stipulazione speciale per questa contesa. Il feud, tutto sommato, è piuttosto facile da costruire e si preannuncia ancor più avvincente perché insieme a Paul Heyman, ci sarà anche il pieno coinvolgimento della famiglia McMahon e sappiamo bene che, quando Vince e Stephanie scendono in campo, l'attenzione e la dura dei dettagli nella rivalità sarà molto più alta. Insomma una rivalità tra Brock Lesnar e Triple H ma non solo. È una rivalità che coinvolge in maniera più larga molti aspetti: la voglia di rivalsa di Heyman nei confronti di chi ha portato alla rovina la sua creazione, la voglia dei McMahon (compreso lo stesso Hunter) di legittimare il potere messo in discussione dalla straripante forza fisica di The Next Big Thing e che ha annichilito la famiglia stessa prima a Summerslam e poi qualche settimana fa con la già citata F-5 su Vince. La tensione sarà sicuramente altissima il che dovrebbe rimediare al fatto che si tratta pur sempre di un rematch. Inoltre anche l'incertezza sull'esito è un fattore che sicuramente rende più vivace la questa rivalità destinata a raggiungere picchi molto alti di tensione psicologica.


Match Of The Year? Troppo presto per dirlo. Eppure il match disputato a Raw tra John Cena e CM Punk è destinato a rimanere per molto tempo nella memoria di tutti. Non potrebbe essere altrimenti perché lo spettacolo regalato dallo Straight Edge e dal bostoniano è stato davvero straordinario. Entrambi i contendenti hanno dato, come al solito, il meglio delle loro possibilità proponendo anche qualcosa di nuovo rispetto al parco mosse che solitamente ci mostrano. Se vedere John Cena eseguire un Hurracanrana è una assoluta rarità per il bostoniano, vedere Punk eseguire un Piledriver è una rarità in genere nel mondo della WWE attuale. Tutti sappiamo che da anni questa manovra (Undertaker a parte) è assolutamente bandita dalla federazione di Stamford per la pericolosità della stessa. Una pietra preziosa in quella splendida corona che è stato il main event di Raw. Inferiore al match di Money In The Bank di due anni fa solo perché in quella occasione c'era in palio il titolo WWE, una storyline fortissima, ed il pubblico di Chicago che fece la differenza. Questo dimostra due cose: la prima, e non è certo una scoperta di questa settimana, è che tra John Cena e CM Punk c'è una straordinaria alchimia sul ring. I precedenti ce lo avevano mostrato, questo match è stato solo l'ennesima conferma. La seconda cosa che viene dimostrata, e qui forse attirerò molti dissensi, è un concetto che spesso ho espresso in questo spazio: John Cena non è poi così scarso sul ring come in molti pensano. Il bostoniano, ancora una volta, ha dimostrato di saper sfornare match a cinque stelle. Certo l'apporto dello Straight Edge è stato fondamentale ma non credo che Punk saprebbe disputare un match altrettanto avvincente con un Great Khali o un Ryback qualsiasi. Insomma, Cena ci ha messo del suo e di questo bisogna rendergli merito a prescindere dalla simpatia o antipatia che si può provare nei suoi confronti. Per il leader della Cenation il match e la vittoria di questo lunedì sono una bella iniezione di fiducia in vista del match che lo vedrà, per la seconda volta, opposto a The Rock in quel di Wrestlemania (con il titolo di mezzo per giunta). È anche un buon auspicio affinché il match del MetLife Stadium sia migliore di quello dello scorso anno. Quale destino per CM Punk invece? Non c'è stato l'attesissimo intervento di Undertaker ma l'impressione è che l'appuntamento sia solo rinviato di una settimana. La puntata Old School potrebbe essere l'ideale per il ritorno del Deadman. D'altronde questa rivalità, che praticamente partirà da zero, deve iniziare quanto prima altrimenti si rischia di assistere al solito feud che porta al solito match scontato che vede coinvolto il Phenom. Anche se, quando si parla di CM Punk, parlare di “solito” è davvero difficile.

Waiting for…
Una cosa mi rende perplesso in questa Road To Wrestlemania. Per il momento sono ben definiti i match “di cartello”: il WWE Championship verrà difeso da The Rock contro John Cena nel main event dello show del MetLife Stadium; ci sarà il match tra Lesnar e Triple H di cui abbiamo abbondantemente parlato; a meno di cataclismi avremo anche un match tra CM Punk e The Undertaker oltre al match su sfondo razziale per il World Heavyweight Championship tra Alberto Del Rio e Jack Swagger. Tutto sommato sono match sufficienti per tenere vivo l'interesse nei confronti di un evento che, in ogni caso, è già di suo catalizzatore di attenzione per il fans di wrestling di tutto il mondo. C'è un piccolo problema. Il main event appare piuttosto scontato ed anche gli altri match citati sono solo in piccola parte imprevedibili. Per rendere grande, davvero grande, uno show è necessario una buona up/midcard. Direi che qui la WWE sta facendo pochino. La rivalità per lo U.S. Championship è l'unica ben definita (per giunta anche questa scontata). Il resto è un po' un rebus. Emblematico è l'esempio di Sheamus che è invischiato su due fronti: da un lato l'Intercontinental Champion Wade Barrett, dall'altro The Shield. La sensazione è che la stessa WWE non abbia assolutamente idea di come riempire lo show del MetLife Stadium. Ovviamente conosciamo la WWE e sappiamo che in realtà non c'è niente di improvvisato (o comunque l'improvvisazione è molto rara). Secondo me si sta perdendo un po' di tempo. È vero che manca ancora un mese però la confusione che traspare in queste ultime settimane onestamente mi spaventa un po'. Spero solo di essere smentito e che alla fine si riesca a costruire una card di Wrestlemania solida ed avvincente e che sia degna dell'evento.

Chiudo con il debutto di Fandango (Johnny Curtis). È bastato un solo segmento di pochissimi minuti a farci sperare che il reale debutto dell'ex NXT avvenga il più tardi possibile. Non proprio il miglior auspicio per cominciare con una nuova gimmick…

Scritto da Adriano Paduano
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