WWE Planet #442

WWE Planet

È stata una settimana molto intensa ed interessante quella appena passata agli archivi per la WWE. Siamo partiti con domenica scorsa con l'ultimo evento in ppv della federazione, Hell In A Cell. Nelle scorse settimane, in più sedi ed occasioni, abbiamo parlato di quanto fosse assurdo il collocamento di due ppv a distanza così ravvicinata. Credo ci sia stato un errore di fondo in tutte le discussioni e le riflessioni fatte circa questo argomento, alla luce di quanto successo questa domenica. L'errore è stato quello di aver considerato come il “ppv di troppo”, il “ppv indesiderato”, quello collocato male nel calendario l'ultimo in ordine di tempo, Hell In A Cell per l'appunto. La realtà ci ha detto invece che il ppv che la WWE avrebbe voluto e dovuto evitare è stato invece Night Of Champions. Questa è la considerazione che mi è venuta in mente per prima cosa vedendo come è andato l'evento di questa domenica.


Secondo il mio modesto parere, tutte le storyline e tutti i match hanno trovato alla fine una loro logica. Il risultato di Hell In A Cell è stato, dunque, quello di un ppv che, pur non facendo strappare le vesti per la sua bellezza, ha mostrato buone cose. Insomma non giudico per niente male l'evento in ppv appena trascorso, al contrario di quanto fatto invece per l'evento di due settimane fa. In questo Hell In A Cell, a prescindere dallo spettacolo offerto sul ring (comunque meno peggio del previsto, anzi…), è andato tutto a meraviglia per quel che riguarda lo sviluppo delle principali storyline e, tra l'altro, la stessa WWE ha sfruttato questo evento per riparare a degli evidenti errori commessi a Night Of Champions. Su tutti, ne spiccano due: il primo riguarda il titolo femminile ed il secondo riguarda quello WWE.

Per quel che riguarda il Divas Championship è arrivata, finalmente, la vittoria di Beth Phoenix. La Glamazon, dopo le due inspiegabili sconfitte nei precedenti, è riuscita a conquistare il titolo strappandolo dalla vita di Kelly Kelly. Una vittoria annunciata ed assolutamente meritata e che, lo ripeterò fino allo sfinimento, doveva avvenire prima. Non dico a Summerslam ma sicuramente a NOC dove c'era, l'“aggravante” dello giocare in casa per Beth. La storyline delle Divas Of Doom, delle due guerriere pronte a dar battaglia alle “bamboline” delle federazione, necessitava della vittoria del titolo da parte di una delle due, non c'è dubbio su questo. Ho letto molti commenti da parte vostra che hanno criticato la propensione, da parte nostra, a dare per favorita Beth Phoenix ed a criticare Kelly Kelly. Nel mio caso non c'è nessuna critica per la ex Diva della ECW: onestamente credo che la biondina sia molto meno peggio di altre ragazze attualmente presenti nel roster della federazione. Certo è che negli utimi anni Kelly aveva avuto un regresso mica da poco (dopo aver registrato progressi incredibili nei l'anno successivo al suo debutto), per poi tornare ad un livello accettabile di lotta solo di recente. Il problema dell'ex esibizionista si è posto, secondo me, nel momento in cui la si è messa contro Beth Phoenix. La superiorità tecnica, ed anche carismatica, della Glamazon è davvero troppo evidente sia rispetto alla biondina che rispetto a tutte le altre Divas (fatta eccezione per Natalya e Kharma). Penso sia fisiologico voler vedere al top di questa o quella categoria il meglio e, al momento, Beth rappresenta il meglio della categoria femminile. Nessun dubbio su questo. Non dimentichiamo inoltre come la federazione abbia voluto preservare l'immagine della bella Kelly infliggendole una sconfitta alla fine senza aggravanti per il suo personaggio. Anzi, da quel che abbiamo visto a Raw, può darsi anche che la biondina trovi nuovo vigore e nuovi stimoli dal modo in cui ha perso il titolo. Certo, gli urli alla Melina e le azioni da pazza non sono proprio credibili se fatti da lei, però non direi già da ora che la ragazza abbia subito un danno dalla sconfitta, anzi. Secondo me potrebbe essere un nuovo inizio per lei.

Passando al titolo WWE, Alberto Del Rio ha riconquistato la cintura questa domenica. Molte sono le domande che ci siamo posti vedendo l'esito del main event: perché, allora togliere il titolo al messicano due settimane fa? Le ragioni le abbiamo spiegate abbondantemente in più occasioni. Quello che più deve far piacere (o rabbia a seconda dei punti di vista) è che la federazione ha avuto il coraggio di tornare indietro ed ammettere il suo errore. Far perdere in maniera netta ed indiscutibile il messicano a Night Of Champions è stato un grave errore di valutazione. Bene è stato tornare indietro. Il tutto al termine di un ottimo Hell In A Cell Match con lo stesso Cena e CM Punk. La contesa, come da programma, è stata la migliore della serata, nessun dubbio su questo. Il finale è stato decisamente innovativo ed intelligente. Della serie “come battere Super John Cena? Semplice, basta lasciarlo fuori dalla gabbia…”. Certo, si pone il solito problema del voler preservare a tutti i costi Cena e tutto il resto (discorso opposto per Punk). Il discorso genererebbe discussioni pressoché infinite. In questa sede soffermiamoci su Del Rio e sulla sua vittoria. Importantissima perché avvenuta contro due dei wrestler di punta della federazione. Il genere di trionfo che necessitava il messicano per legittimarsi dopo il regno gestito in maniera discutibile nelle settimane seguenti SummerSlam. Spero solo che questo sia un nuovo inizio per il messicano. Sicuramente è la dimostrazione che la WWE non vuole sprecare quello che è il patrimonio rappresentato dall'ex Dos Caras (cosa successa con gente come Jack Swagger e, in minor misura, Sheamus in passato).

Per il resto questo Hell In A Cell è stato davvero godibile. Buonissimo anche il match per il titolo mondiale di Smackdown con la conferma di Mark Henry (elogio ad Orton per il suo doppio job). Sufficienti e funzionali all'evento anche i match con in palio i titoli di coppia e quello Intercontinentale (anche se sulla situazione di John Morrison si potrebbe discutere una vita). Sicuramente ciò che più a catalizzato l'attenzione è stato anche il post-main event con l'invasione di The Miz ed R-Truth che hanno attaccato i tre partecipanti al match titolato ma anche arbitri e cameraman. Il tutto sotto lo sguardo di Triple H e dell'intero roster della federazione. Certo c'è qualche lacuna a livello di “esecuzione” del segmento però il tutto è stato funzionale all'idea di confusione che regnerebbe in WWE da quando The Game ha assunto il ruolo di COO della federazione. Cosa che ha portato, poi, a quello che è successo a Raw il giorno successivo.

Per coloro che non lo sapessero c'è stato l'ammutinamento nei confronti di Triple H. Il COO è stato sfiduciato da tutti coloro che lavorano per la federazione: lottatori (Superstar e Divas), arbitri, commentatori, cameraman, persino ring announcer e time-keeper. Insomma, una sfiducia totale derivata dalla paura che verrebbe provocata dagli assalti di The Miz e R-Truth. Giovanni nel suo GPOrder ha evidenziato giustamente le varie falle logiche nel segmento in questione. Non posso non trovarmi d'accordo su quanto detto dal buon GP. Su tutti il segmento di Wade Barrett mi ha fatto sorridere e nemmeno poco. Nella stessa misura in cui non ho trovato molto giusto tenere fuori dal segmento alcuni elementi cardine della compagnia come Cena, Punk ed Orton. I tre, alla stregua di Mason Ryan, Sheamus, Kelly Kelly ed Eve Torres, sono stati tenuti lontani dalla scena per evitare pop negativi alla scena dell'abbandono del COO. Però secondo me si poteva sfruttare la situazione in un'altra maniera: mentre tutti lasciavano Triple H al suo destino, quei pochi sarebbero potuti accorrere al suo fianco. Sai che boato per loro e che effetto positivo ne avrebbero ricavato soprattutto quei wrestler che necessitano come il pane di queste “botte di popolarità” (Cena su tutti). Certo, l'idea che la WWE voleva offrire con quel segmento è di un Triple H solo al 100% però non sarebbe stata nemmeno malvagia questa soluzione (soprattutto con un occhio a Survivor Series). Tra l'altro una considerazione stupida: ma i wrestler che oggi “hanno paura” per la loro incolumità a causa di The Miz ed R-Truth non sono gli stessi che hanno aiutato The Game a cacciarli due settimane fa? O gli stessi che hanno provato ad aiutare lo stesso Hunter ad Hell In A Cell? Ripeto, considerazione stupida eh…

Il segmento, comunque, è stato certamente d'effetto ed ha raggiunto secondo me l'obiettivo cercato della federazione. Anche perché a Smackdown si è confermato come i vari wrestler non dovrebbero presenziare a Raw almeno fin quando Triple H non lascerà il suo ruolo di COO della WWE. C'è molta curiosità circa la prossima puntata di Raw e quello che succederà nel prossimo episodio dello show rosso che è poi il vero obiettivo della federazione soprattutto in un periodo in cui i ratings faticano ad essere quanto meno accettabili. Oggi la federazione ha bisogno di queste situazioni di incertezza che spingano la gente a guardare gli show e, per questa settimana, l'obiettivo sembra riuscito. Insomma, Hell In A Cell ha riportato le cose alla normalità, ha “chiuso il cerchio”. Al contrario di Night Of Champions: il ppv davvero sbagliato dalla federazione. Dalle mie parti c'è un modo di dire dialettale che tradotto in italiano sarebbe “anche da un errore si può ricavare un beneficio”. Penso che la WWE, in questo caso, sia riuscita a sfruttare l'errore dei due ppv ravvicinati per riparare alle situazione sbagliate che lei stessa aveva creato. Non sempre però le cose possono andare bene. Che sia di lezione per il prossimo anno…

Scritto da Adriano Paduano
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