WWE Planet #425

WWE Planet

Quella che è appena trascorsa è stata una settimana importante per il wrestling nel nostro paese. In primis, e cosa più importante, perché c'è stata una nuova tappa della WWE in Italia per il suo tour mondiale. Torino prima e Firenze dopo sono state le città che hanno ospitato il roster di Smackdown. Il sottoscritto, purtroppo, non è potuto esserci a causa di un esame universitario messo proprio in data 10 giugno (giusto per dare fastidio). Comunque non sono certo qui per parlare dei fatti miei. In ogni caso ho parlato con alcuni degli “illustrissimi” dello staff che mi hanno parlato di un evento comunque ben riuscito soprattutto come spettacolo sul quadrato. Pubblico numeroso ma non da tutto esaurito: speriamo comunque abbastanza da rendere soddisfatta la federazione e da spingerla a farla tornare il prossimo anno. Per ulteriori commenti, sicuramente più utili, ci sarà sicuramente Erik con i suoi ospiti nel prossimo Wrestling Cafe.


Dicevo che è stata una settimana importante per il wrestling in Italia anche per un'altra ragione. È notizia di qualche giorno che la WWE tornerà su un canale televisivo che sarà visibile in chiaro per tutti coloro che dispongono del digitale terrestre (quindi per tutti entro la fine dell'anno). A riportare la federazione, e più precisamente la versione International di Smackdown, è ancora una volta Mediaset che, dopo aver abbandonato in fretta e furia lo show subito dopo la vicenda Benoit, torna ad riproporre uno spettacolo della WWE. Questa notizia, ad onor del vero, cambia poco per quel che riguarda gli appassionati di Tuttowrestling che sono di fatto lo “zoccolo duro”, ovvero coloro che hanno seguito la disciplina a prescindere da Mediaset e anche dopo la sparizione dai palinsesti di Italia1 (su Sky o su internet). Però non si può non ammettere che per il movimento wrestling e per la disciplina non può non essere una buona notizia. Perché molte persone di quello “zoccolo duro” sono persone che hanno iniziato o ricominciato a seguire il wrestling proprio su Italia1 per poi diventare una sorta di autodidatti grazie agli altri mezzi a disposizione. Perché se la WWE ha anche proposto un Raw live da Milano è anche merito (critiche del caso a parte) del successo e dello spazio che Mediaset all'epoca riservò a Smackdown tanto da portalo nella versione integrale ed in prima serata. Ora, lungi da me essere un fan di Mediaset ma, valutando la questione in maniera oggettiva, non si può non riconoscere il merito di aver riportato il wrestling su un alto livello di attenzione nel nostro paese come mai era successo, nemmeno ai tempi di Dan Peterson al commento ed Hulk Hogan come protagonista principale. L'atteggiamento avuto dopo è, come detto più volte, assolutamente da condannare e su questo non c'è dubbio. La speranza, ovviamente, è quella che si cambi il modo di trattare la disciplina affidandola a gente competente e che possa trattare il prodotto con la cura che merita. Anche se la nuova politica PG-TV che la stessa WWE si sta imponendo oggi non promette niente di buono in questo senso. Tanto poi c'è sempre quello “zoccolo duro” pronto a riempire le arene ed a parlare con serietà e competenza di questa disciplina.

Aperta e chiusa questa doverosa parentesi tuffiamoci in quanto successo questa settimana o meglio quello che succederà la settimana prossima: Capitol Punishment. Una domanda mi sto ponendo pensando a questo evento: possibile che, se si parla di un ppv senza una gimmick ben definita, l'attesa e l'aspettativa per un evento sia così bassa? È successo per Over The Limit (che poi ha confermato le paure della vigilia), mi sento di dire la stessa cosa anche per l'imminente evento della prossima domenica. Questo Capitol Punishment, forse anche a causa dell'irritante spot che vede coinvolto il presidente degli USA Barack Obama, si prospetta come un ulteriore stop per la WWE. Certo, non solo per lo spot. Anche la card, per il momento, rimane piuttosto emblematica. I dubbi su quest'ultima li ho già espressi la scorsa settimana e nulla è cambiato dopo le puntate andate in onda questa settimana. Così come penso poco cambierà anche dopo la puntata di tre ore di Raw denominata dalla WWE All Stars che avrà l'unica particolarità di avere al suo interno anche gli atleti principali di Smackdown. Insomma niente che non ci porterà a qualcosa che già sappiamo.

Per il momento i match annunciati sono quello tra R-Truth e John Cena per il titolo WWE, The Miz vs Alex Riley in un match singolo, Ezekiel Jackson vs Wade Barrett per il titolo Intercontinentale (ma senza squalifiche quindi aspettiamoci un altro match sonnifero) e Randy Orton vs Christian in versione heel che dovrebbe essere la colonna portante dell'evento di questa domenica. A questi credo che si aggiungeranno sicuramente il match tra Alberto Del Rio e Big Show ed un match che potrebbe vedere coinvolti Daniel Bryan, Sin Cara, Cody Rhodes e Ted DiBiase. Certo, abbiamo avuto card peggiori ma le premesse non mi solleticano più di tanto il palato. Ben diverso sarebbe stato se, soprattutto alcuni di questi match, avessero avuto stipulazioni speciali. Avremmo avuto ben altre prospettive. D'altronde, ad Extreme Rules, nessuno si è spaventato di un match tra Jack Swagger e Michael Cole contro JR e Jerry Lawler proprio perché c'era la stipulazione speciale a preservare l'incontro stesso a qualsiasi “rischio”. Pensate allo stesso match in versione normale. Questo ci porta alla domanda da cui è partita questa mia riflessione.

Due sono i concetti fondamentali a tal proposito. Il primo riguarda la scelta fatta dalla federazione, qualche anno fa, di rivoluzionare il suo programma di ppv cambiandone nomi e caratterizzandoli a seconda della situazione (fatta eccezione per i Big Four, due dei quali, tra l'altro, già con caratterizzazioni nella loro natura). Con il senno di poi direi che la scelta della federazione è stata giusta perché l'attesa per alcuni ppv non sarebbe stata la stessa se non ci fosse stato un Elimination Chamber, un Hell In A Cell o un Money In The Bank a farla da padrone. Perché se Royal Rumble, Wrestlemania, Summerslam e, in minor misura, Survivor Series si vendono da soli come eventi, è molto più difficile vendere un Armageddon, No Way Out o Backlash soprattutto se questi eventi arrivavano dopo uno dei già citati Big Four. Allora è stata giusta la caratterizzazione che se comunque non coinvolge l'intero evento, comunque regala quei due-tre match con il quale vendere il ppv e “portare a casa la giornata”. Qui si potrebbe aggiungere anche una colpa alla federazione nel senso che, se la WWE facesse esprimere tutti i suoi talenti al 100% delle loro qualità (vedi CM Punk o Daniel Bryan) non ci sarebbe nemmeno bisogno di questi escamotage per arrivare alla buona riuscita di un evento. Non a caso prima dello stravolgimento dei ppv c'erano i Michaels, i Guerrero, i Benoit, gli Angle ed i Jericho che ti garantivano lo spettacolo anche in condizioni “normali”.

L'altro concetto è quello che riguarda l'incapacità della federazione di creare nuove tipologie di match convincenti. Nessuno provi a dire che i limiti del TV-PG sono un problema non da poco. La federazione ha ampiamente dimostrato che non sono i fiumi di sangue a rendere un match più spettacolare. Basta metterci la gente giusta e sfruttarne le potenzialità al meglio come dimostra l'Elimination Chamber di Raw di quest'anno. Anche se alla fine anche questo potrebbe non essere necessario con un po' di inventiva in più. Basti pensare all'ultima creazione di successo della federazione ovvero il Money In The Bank che altro non è se non un Ladder Match (già di suo spettacolare). Anche solo il fatto di carpire ed essere consapevoli delle strategie future della federazione aumenta il fascino e l'attesa per quel match e di conseguenza per quell'evento. Come dire: basta poco. Oppure si potrebbe riaprire la più classica delle polemiche: la WWE ha davvero necessità di fare un ppv al mese? Meglio un evento ogni due mesi ma sai che è venduto il triplo o un evento al mese ed accontentarti del minimo sindacale? Probabilmente ci sono logiche commerciali che vanno oltre e che spingono la WWE a mantenere alto il numero di eventi. Forse conviene di più. Forse.

Allora prepariamoci a Capitol Punishment anche se i più già parlano di Money In The Bank di chi vi parteciperà e di chi vincerà. Ma è ancora presto. C'è un altro evento da seguire. Un altro momento di transizione da vivere, un ostacolo verso il più appetibile evento di luglio. Chissà come andranno le vendite di Capitol Punishment…

Passo e chiudo.

Scritto da Adriano Paduano
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