WWE Planet #414

Approfittando di una puntata di Raw decisamente di transizione, dove sostanzialmente è stato necessario tirare un po' il fiato prima dello sprint finale previsto per domani sera, è giunto il momento di focalizzarsi sulla road to Wrestlemania di Smackdown, show colpevolmente, lo ammetto tralasciato nel corso delle ultime settimane.
Partiamo ovviamente dai pezzi da novanta, ovvero dalla sfida titolata che vedrà opposti Alberto Del Rio e Edge, vale a dire semplicemente i nomi migliori che il brand è in grado di esprimere al momento.
Del Rio appare con pochi margini di dubbio una scommessa vinta, indipendentemente o meno dalla sua eventuale consacrazione titolata a Wrestlemania. I filmati che lo introdussero alla WWE qualche tempo fa onestamente mi lasciarono abbastanza perplesso, immaginavo l'ennesimo midcarder pushato con un paio di vittorie all'inizio ma poi destinato al più ad un ruolo di comprimario. Invece sono bastate poche settimane di impegno vero, vale a dire sul ring ed al microfono, per cambiare completamente idea. Il personal ring announcer – che è una idea geniale, la sua capacità di heel, ma soprattutto il connubio di due temi vincenti quali il ricco arrogante e lo straniero hanno fatto del suo personaggio un carachter assolutamente vincente. Pensateci.. di esempi nel passato che hanno sfruttato il filone della ricchezza ce ne sono tanti: Ted Di Biase, JBL, perfino variando un po' il tema dalla ricchezza alla spocchia nobiliare un primissimo Triple H, anni e anni fa. Sullo straniero poi nemmeno a parlarne.. Iron Sheik ovviamente, ma anche Volkoff, Slaughter fino al più recente Mohammed Hassan per citare i nemici veri e propri, ma anche i vari William Regal, gli Unamericans, La resistance, Bret Hart verso fine carriera in WWF..tutti coloro che pur non interpretando un nemico dichiarato degli Stati Uniti hanno estremizzato quegli stereotipi tanto cari a Vince e stuzzicato in ogni caso l'orgoglio nazionale. Alberto Del Rio è però il primo atleta che cerca di coniugare tutti e due questi filoni collaudatissimi, ed il mix è davvero perfettamente riuscito.
Onestamente non mi è piaciuto troppo il vedergli affiancato Brodus Clay, non per le caratteristiche di Clay quanto perché non ce n'era particolarmente bisogno, ma questo nulla toglie ad una scalata tanto ripida quanto convincente, davvero da togliersi il cappello.
Per quanto riguarda Edge potrebbero parlare anche solo i numeri.. il canadese ha vinto in carriera una quantità di titoli esorbitante, forse superiore alla sua reale considerazione nel main eventing. Il suo nome è stato speso e non è la prima volta per cercare di ossigenare un brand obiettivamente di seconda fascia, che tuttavia è riuscito spesso a sovvertire i pronostici sulla carta ed offrire naturalmente in determinate finestre temporali un prodotto paragonabile se non superiore a Raw.
Che la sua sia una classe non comune ed assai difficle da reperire credo sia fuori da ogni dubbio, eppure anche nei suoi momenti di carriera migliori, o meglio nel periodo di massima considerazione, non ho ancora avuto quella percezione del main eventer da dieci titoli del mondo in carriera, il personaggio assolutamente immortale alla Triple H per intenderci.
Chiaro che questa considerazione non incide per nulla sull'elevato potenziale di questo incontro, che come detto di fatto non aveva alcun tipo di alternativa dello stesso livello. La costruzione è stata discreta, francamente ho ancora qualche ragionevole dubbio sulla possibile chimica fra i due, che in particolare mi sembra inferiore di quella che c'era tra Del Rio e Mysterio, ed ovviamente c'è poco da paragonare con il main event di Raw, obiettivamente di un'altra categoria e non soltanto per la presenza di The Rock. Se non altro mentre il già citato main event di Raw ha un pronostico piuttosto chiuso, mentre qui le possibilità di sbagliare una previsione sono senza dubbio concrete: la federazione potrebbe scegliere ciò che immagino, ovvero completare la consacrazione di Del Rio consegnandogli ora e nella cornice più importante di tutte il titolo, oppure potrebbe optare per una soluzione conservativa almeno nel breve periodo, e rimandare il tutto alla prossima occasione.
Scendendo di importanza nella card troviamo un esempio di situazione completamente opposta, ovvero una storyline che partiva da un potenziale basso che è stata fortemente rivitalizzata dal suo sviluppo. Mi riferisco alla rivalità fra Rey Mysterio e Dashing Cody Rhodes, nella sua nuova versione di ossessionato per i danni al naso subiti. Chi legge questa rubrica o ascolta il Wrestling Cafè da un po' conosce benissimo la granitica stroncatura del sottoscritto verso Rhodes, definito un atleta con le movenze da big men ed il fisico di un cruiseweight.. non esattamente un complimento. Né mi ha mai convinto la sua personalità, anche in occasioni importanti come ad esempio fu la Legacy.
Potete dunque immaginare quindi la mia sorpresa nel vedere come sia bastata una sola idea per migliorare, ma di ordini di grandezza, tutto il suo personaggio. Anche lui, con la gimmick dashing utilizzava un filone con diversi esempi nel passato, che però guarda caso assai raramente avevano portato a successo. Lex Luger versione narcissist anni 92/93 aveva impressionato qualcuno? Direi di no.. Mr Ass Billy Gunn? Stendiamo un velo pietoso.. il solo a salvarsi è stato il primissimo Shawn Michaels versione solista.. forse perché era Shawn Michaels non uno qualsiasi, uno che fra una specchiata e l'altra combatteva il primo ladder match della storia.
Saggissima, dunque, la scelta di creare questo nuovo personaggio, dalle enormi potenzialità: il nuovo Cody Rhodes è da tenere assolutamente d'occhio, perché con questo ruolo così diverso dal banalissimo Dashing potrebbe essere davvero la volta buona che Smackdown produca un altro serio candidato alla conduzione dello show. Stava già iniziando a farlo don Dolph Ziggler, ma il suo passaggio a Raw ha di fatto obbligato a ricominciare da zero. Chiaramente sarebbe una gran bella idea cominciare facendogli vincere il match.. e chi vuole capire capisca.
Poco da dire, infine, sulla stable parallela al New Nexus, ovvero il Corre di Wade Barrett. Il loro coinvolgimento a Wrestlemania si traduce francamente quella parte di card che non genera nessun interesse, nemmeno quello minimo che almeno ci si aspetterebbe dall'undercard. E dubito si tratti di un episodio singolo o una congettura temporanea, quanto piuttosto di un evidente fallimento di tutta la stable, che prima ancora di vincere o perdere, controllare o non controllare lo show, semplicemente non ha bucato lo schermo come la prima versione del Nexus, problema che peraltro ha in comune anche con il New Nexus di Raw, altrettanto anonimo e destinato a fine certa e breve. Non illuda l'apparente differenza di condizione riscontrabile attualmente, visto che la stable di Raw è praticamente tutta all'ospadale mentre quella di Smackdown può vantare al momento ben tre cinture, l'intercontinentale appena conquistata da Wade Barrett e quelle di coppia di Gabriel e Slater: sappiamo che il vero metro in casa WWE non sono certo i tioli minori (a volte nemmeno i maggiori, figuriamoci) quanto piuttosto l'effettiva capacità di far breccia, con reazioni di amore o odio, nel tifosi, cosa che ripeto non sta avvenendo nè prevedo avverrà.
In sintesi, volendo tracciare un bilancio complessivo, a mio avviso la Road to Wrestlemania di Smackdown può per molti aspetti essere paragonabile a quella di Raw: non come valore assoluto, obiettivamente molto diverso, quanto in rapporto alle effettive potenzialità del roster. Chiaro che se il miglior match del brand sarà comunque e se va bene meno importante di altri due incontri (ovviamente Miz vs Cena e Taker vs Triple H) qualcosa vorrà pur dire, ma in una situazione come questa sono comunque state sfruttate al meglio tutte le poche risorse disponibili, ed anche questo significa porre la giusta attenzione verso quell'evento eccezionale che si chiama Wrestlemania.