WWE Planet #277

Anche questa settimana della WWE è stata a dir poco incredibile. Dopo aver assistito una decina di giorni fa ad un Draft che ha visto protagonisti wrestler del calibro di Batista e Triple H, nell'ultima puntata di Raw CM Punk è diventato WWE World Champion, con grande sorpresa un po' per tutti. Su questa scelta voglio esprimere un po' di considerazioni.


Come saprà già chi è solito leggere questa rubrica, non sono un grande estimatore di CM Punk, che, a dirla tutta, non mi ha mai veramente convinto. Non gli avrei fatto vincere il Money in The Bank, dunque, e meno che mai gli avrei fatto vincere il WWE World Title, essendoci a mio avviso in giro wrestler giovani più meritevoli (su tutti Mr. Kennedy). Nonostante ciò, non me la sento di criticare la WWE per la scelta fatta. Sono settimane, infatti, che vado sostenendo (e non sono il solo) la necessità di una brusca inversione di tendenza, che allontani la WWE dal prodotto, ormai trito e ritrito, offerto negli ultimi mesi. Ebbene, la scelta di CM Punk potrebbe rappresentare un primo passo, seguito magari dal mettergli contro Chris Jericho. Un feud nuovo, che potrebbe risultare innovativo e spettacolare, soprattutto sul ring. Certo, sembra riduttivo rispetto ad un feud Triple H vs. Cena, o Undertaker vs. Edge, ma, come detto, non mi sembra che questi feud siano stati in grado di far accorrere masse di spettatori davanti alla televisione, e quindi forse varrebbe la pena di tentare.

In ogni caso, per CM Punk è l'occasione della vita, e la sua carriera sarà inevitabilmente influenzata dall'esito di questo suo regno. Se guardiamo al passato, regni inaspettati e improvvisi hanno poi segnato le carriere dei protagonisti, in bene e in male. Prendete Rey Mysterio, ad esempio. Il suo regno è stato un flop, e da quel momento nessuno ha più parlato di lui come di un possibile main eventer. Se invece prendiamo JBL, beh, dopo il suo regno, a mio avviso soddisfacente, la sua credibilità è cresciuta a tal punto che lunedì quando ha sfidato CM Punk per il WWE World Title nessuno ha avuto nulla da ridire. JBL era niente più che un mid carter, e un regno e una gimmick azzeccati lo hanno improvvisamente trasformato in un main eventer della federazione.

Sarà importante, comunque, che la WWE non abbandoni CM Punk. La scelta l'ha fatta, e va portata sino in fondo, va difesa. Altrimenti c'è il rischio di ripetere il caso Randy Orton, diventato WWE Champion nell'agosto del 2004 e dopo un mese abbandonato al suo destino. Orton ci ha messo mesi (se non anni) a rialzarsi, e solo ultimamente è tornato ai livelli della prima metà del 2004. CM Punk non deve fare la stessa fine, la WWE non se lo può permettere, e dovrà sostenere il suo regno in ogni modo, non arrendendosi alle prime difficoltà, che comunque è probabile arrivino, sostituendolo in tempi rapidi con il solito John Cena o il solito Batista.

Da segnalare positivamente, inoltre, anche la conquista dei titoli di coppia di Raw da parte di Ted Dibiase e Cody Rhodes. Il tradimento di Cody, seppur nell'aria, è stato costruito molto bene, e finalmente, dopo secoli, la categoria tag team costituisce nuovamente motivo di interesse. Spero che la WWE punti molto sui due nuovi campioni, e gli lasci le cinture per un po'. L'impatto sul pubblico mi sembra decisamente buono, e sarebbe assurdo non sfruttare degnamente l'occasione.

Passando a SmackDown, nonostante l'arrivo di Triple H, continua a farla da padrone Edge, che dopo aver perso il World Title, ha evidentemente perso anche la testa. Il suo rapporto con Vickie e con il duo Hawkins – Ryder è in un momento di difficoltà. A Great American Bash affronterà Triple H, in un feud che avrei preferito a ruoli invertiti, e che si preannuncia abbastanza incerto.

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