WWE Planet #244

Il finale di Cyber Sunday mi ha fortemente colpito e sorpreso. Intendiamoci, che al termine del PPV il World Champion sarebbe stato ancora Batista lo ritenevo molto probabile, ma non in questo modo. Batista, infatti, non ha tratto vantaggio da aiuti esterni, non ha utilizzato oggetti impropri, non ha usufruito di una squalifica, ha schienato in modo pulito, limpido, incontestabile Undertaker, un wrestler i cui schieramenti puliti, limpidi, incontestabili, si contano sulle dita di una mano. Per Batista si tratta di un successo prestigiosissimo, un successo che resterà nella sua storia di wrestler e che contribuisce ad aumentare la credibilità del suo personaggio. È un chiaro segnale, inoltre, del fatto che la WWE, nonostante gli ultimi mesi non proprio esaltanti, continui a credere in lui, perché altrimenti non gli avrebbe regalato una vittoria così importante. Quanto al proseguimento del feud, beh, si parla di un possibile Hell in a Cell a Survivor Series, dal quale con ogni probabilità sarà Undertaker ad ucire vincitore. D'altronde, Undertaker, come detto, non jobba praticamente mai, e se a Cyber Sunday lo ha fatto in modo così netto, vuol dire che è in arrivo per lui una degna ricompensa.


A Cyber Sunday anche il WWE Title non ha cambiato padrone, con Randy Orton che è stato sconfitto da Shawn Michaels per squalifica, il che gli ha consentito di conservare la cintura. Un po' a sorpresa non è stato questo match a chiudere il PPV, bensì quello tra Batista ed Undertaker. Personalmente non ho condiviso questa scelta, che ha contribuito a rendere più scontato l'incontro tra Orton e Michaels. Non appena è stato annunciato che il match valido per il WWE Title non sarebbe stato il main event, infatti, ho subito capito che Shawn Michaels non avrebbe mai vinto il titolo. In caso contrario, infatti, il match sarebbe stato il main event (come avrebbe dovuto essere, trattandosi del match più importante del PPV), con Shawn Michaels a prendersi gli applausi del pubblico in chiusura dell'evento. L'aver anticipato l'incontro, invece, voleva dire semplicemente che o avrebbe vinto Orton oppure il match si sarebbe concluso con una squalifica. E puntualmente le cose sono andate in questo modo. Sinceramente, non cpisco proprio perché la WWE cerchi ossessivamente di concludere i PPV con match che non abbiano conclusioni per squalifica e che vedano altresì vincitori i wrestler face. Se ci fate caso, negli ultimi 16 PPV ciò è accaduto per ben 15 volte. Ad Unforgiven, per esempio, invece di assistere ad un bel main event tra John Cena e Randy Orton (conclusosi con la squalifica di Cena e la conseguente vittoria di Orton) abbiamo avuto una obbrobriosa conclusione di PPV targata Undertaker e Mark Henry, protagonisti di un match inguardabile. A mio parere un PPV può anche terminare in modo controverso, o con la vittoria di un wrestler heel, senza che ciò infici la bellezza dello stesso. In WWE, però, sembra siano convinti del contrario.

Vorrei poi commentare l'esito del voto sullo sfidante di Randy Orton. Ho notato che più di una persona si aspettava un risultato migliore per Mr. Kennedy, che ha invece raggiunto un misero 10%. Personalmente, invece, mi sarei stupito del contrario. A votare, infatti, non sono gli addetti ai lavori, che apprezzano i particolari, la verve al microfono anche se da heel, la capacità di scatenare i fischi del pubblico. A votare sono soprattutto i tifosi, ovverosia coloro che nelle arene fischiano Mr. Kennedy, osannano Shawn Michaels qualunque cosa dica o faccia e amano con sempre maggior trasporto Jeff Hardy. Mr. Kennedy, pertanto, non poteva proprio ottenere un risultato differente, e l'aver ottenuto solo il 10% di voti vuole paradossalmente dire che fa bene il suo mestiere di heel.

La settimana prossima, infine, avremo la riunione, l'ennesima, della D-X. La cosa non mi fa né caldo né freddo, tuttavia il pubblico non aspetta altro, e allora ben venga l'ennesima, scontata vittoria di Shawn Michaels e Triple H.

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