WWE Planet #1014 – Falsa partenza

WWE Planet

Nella settimana che doveva essere della svolta, per la WWE, la svolta si è fatto fatica a vederla. Il nuovo inizio con il World Heavyweight Championship a fare da fulcro principale, si è mascherato da solita vecchia storia, lasciando tranquillamente spazio ai vecchi problemi e, quando serviva, anche a alle storie che erano state messe in pausa.


Era stato promesso un nuovo inizio, la proverbiale ventata d’aria fresca: dopo Backlash nuovi roster e la strada per l’Arabia Saudita che doveva essere incentrata sull’assegnazione del nuovo Titolo. Solo una delle due promesse è stata mantenuta. Se è vero che il focus è stato sul torneo per il WHC, persino a SmackDown – la cui motivazione dietro il coinvolgimento è quantomeno controintuitiva per una Cintura che sarà di esclusività rossa –, è anche vero che la sbrigatività con cui un torneo che prevede la partecipazione delle maggiori stelle della compagnia è stato liquidato è disarmante. Chiaro che le perplessità ci fossero prima. Inevitabilmente, quando tra i due eventi erano previste appena tre settimane e si è deciso per l’immobilità calcolata fino a dopo Backlash. Ma anche così, il perché usare una sola notta per espletare le procedure per avere i due contendenti di Night Of Champions quando ne avevi a disposizione tre per show resta un mistero. A maggior ragione quando non è che le sorprese siano fioccate, con i vincitori abbastanza annunciati. Giusti, per carità, soprattutto Seth Rollins che è e sembra l’unico meritevole di prendersi il primo regno di questa nuova era; pur sempre con quel brividino tutto in salsa WWE che non fa stare tranquilli fino alla fine. Estromettere nella modalità più pigra e telefonata Cody Rhodes, per esempio, può averlo “protetto” in ottica sconfitta, ma ha protetto meno in ottica noia. L’American Nightmare resta invischiato in una faida che ancora non ha una motivazione e che si trascina per cliché inconcludenti, col risultato di togliere di riflesso a quella che dovrebbe essere la storyline principale, ora, dello show del lunedì sera. Un peccato nel peccato, perché Rollins e un nuovo Titolo Mondiale non dovrebbero aver bisogno di consacrazioni, ma che (soprattutto nel caso della Cintura) affonderanno le radici della propria esistenza in qualcosa di mutilato.

Di contro, nel farsi coinvolgere nelle cose dell’altro roster, SD ha lasciato da parte tutto. Come se non fosse in pausa da due settimane. L’unico spazio concesso è quello per l’Assenteista Chief, che si fa rivedere in una delle prime volte dopo WrestleMania è ha l’ardire di chiedere ai cugini come mai non abbiano affrontato con lui il fatto di aver perso i Titoli di Coppia. Nel continuare a fare le cose al contrario, la Bloodline è arrivata all’assurdità di aver vinto a Backlash e di voler comunque cambiare le carte, mandando Reigns e Sikoa per i Titoli di coppia. Una lose-lose situation, in cui a perderci saranno tutti, Usos soprattutto. Se Reigns e Sikoa vincono, è ulteriore dramma per i Titoli; se perdono è al massimo pari e patta, con nessuno che ci guadagna niente. Continuando a mantenere tutto per sé e lasciando a Zayn e Owens il ruolo di scenografica nella recita di fine anno. E continuando nel ruolo di sopra tutto della Bloodline, che si decide i match perché sì e pensa che i due Titoli in ostaggio da 3 anni non abbiano la necessità di essere difesi nella Notte dei Campioni.

Nella nuova era della WWE, come nelle ultime 5 o 6 nuove ere annunciate, non è cambiato in fondo poi molto. Il WHC sembra destinato a diventare un Titolo di serie B molto più velocemente del suo predecessore universale e la Bloodline che continua seminare per nessuno e raccogliere per tutti. Con buona pace di chi cerca spazio, storie, crescita e per chi arriva da NXT. Meno idee per tutti.

Scritto da Daniele La Spina
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