TW Risponde #707

TW Risponde

Amiche ed amici di TuttoWrestling benvenuti ad una nuova edizione della rubrica più antica, più amata e più letta del wrestling web italiano! Anche quest’anno dedichiamo le edizioni estive alle vostre domande di carattere storico. Partiamo subito!


Ciao Michele, sono Roberto da Torino. Vorrei chiederti delle informazioni relativamente alla vecchia ECW, che ogni tanto guardo sul WWE Network.
1.E’ vero che è stata la ECW a portare negli Usa il concetto di pesi leggeri con Rey Mysterio e Psicosis?
2.Molti colleghi parlano male di Shane Douglas, ma per quanto ho potuto vedere nella ECW era un heel coi controfiocchi. Cosa pensi di lui?
3.Chris Jericho ha lottato alcuni match per la ECW, perché non si è fermato lì più a lungo?
4.Chris Candido secondo me non è era un granchè come wrestler. Perché nella ECW ebbe un grande successo?
Complimenti per la tua grande competenza, un caro saluto.

1.Ovviamente no: da quando c’è il wrestling i pesi leggeri sono sempre esistiti, anche negli Usa. Quello che la ECW ha fatto è stato portare all’attenzione del grande pubblico americano il concetto di lucha libre, fatto di lottatori molto agili, pieno di spot, con scarsa psicologia. Il pubblico adorò subito uno stile a cui non era abituato e poi Eric Bischoff e la WCW fecero il resto strutturando una divisione cruiser piena di luchadores.
2.Secondo me Shane Douglas, anche se non il più tecnico dei wrestler, è stato uno dei migliori heel degli anni Novanta. Sul ring non era peggio di altri, ma il suo carisma suppliva alle sue carenze tecniche. Peccato che il suo pessimo carattere non gli abbia fatto ottenere di più, sia nella WCW che nella WWE.
3.Soldi, ovviamente. Jericho ha lottato per la ECW appena ventiquattro match, poi fu contattato dalla WCW che gli offrì un sontuoso contratto e non ci pensò due volte prima di spostarsi.
4.Il successo di Candido nella ECW era dovuto soprattutto a due fattori: il primo era Sunny, che era amatissima dal pubblico ed era la sua valletta nonché compagna. Il secondo fu il suo inserimento in una delle principali stable della compagnia, la Triple Threat con Shane Douglas e Bam Bam Bigelow.

Ciao Myth, sono Riccardo e ti scrivo dalla provincia di Trieste. Ho una sola domanda di carattere storico per te. Secondo molti il match più importante della storia del wrestling è stato quello tra Hulk Hogan e Andre the Giant a Wrestlemania III. Puoi dirmi per favore come si è arrivati a quel match e quale storyline era stata costruita per l’occasione?

Caro Riccardo, quando mi arrivano domande di questo tipo io metto giù il cappello e faccio riferimento ad una delle rubriche storiche di TuttoWrestling, il “Best matches” di David Grauli. Ecco come lui raccontò, qualche anno fa, la storyline che portò ad uno dei match più importanti della storia del wrestling: Probabilmente il main event di WrestleMania per antonomasia. L’eroe del wrestling per eccellenza, il beniamino del pubblico Hulk Hogan contro il “gigante cattivo”, l’imbattibile Andrè The Giant. Inizialmente Hogan e Andrè The Giant erano entrambi face, ed erano tra loro grandi amici avendo combattuto diverse volte in coppia. Alla fine del 1987 però avvenne un fatto che fece esplodere tra i due una forte rivalità: l’allora presidente della WWF Jack Tunney volle premiare con un trofeo Andrè The Giant per la sua imbattibilità che oramai si protraeva da oltre 15 anni, e la settimana seguente fece altrettanto con Hulk Hogan per il regno che portava avanti da 3 anni riservando però al campione del mondo un trofeo ancora più grande e prestigioso di quello destinato al wrestler di origine francese. Di fronte a questo diverso trattamento Andrè The Giant si sentì considerato come un campione di serie B, un wrestler che all’ombra del ben più acclamato Hogan non sarebbe mai riuscito a diventare campione del mondo. Ad approfittare dello sconforto di Andrè The Giant ci pensò immediatamente Bobby “The Brain” Hennan: Hennan gli promise infatti che se fosse passato dalla sua parte sarebbe riuscito immediatamente ad avere una title shot al titolo mondiale detenuto da Hulk Hogan, e per questo durante un segmento del “Piper’s Pit” condotto da Roddy Piper Andrè The Giant sfidò Hulk Hogan per un incontro con in palio il titolo mondiale. Hogan inizialmente non volle accettare perché per lui Andrè era “come un fratello”, ma poi quando Andrè gli strappò via la maglietta che indossava e la croce che teneva al collo si rese conto che quello non era più il suo vecchio amico. Hogan accettò quindi la sfida del gigante e di Bobby Hennan: l’incontro si sarebbe disputato a WrestleMania III di fronte ad un’arena di oltre 93.000 persone accorse per la “sfida del secolo” e di fronte alla platea casalinga più vasta che abbia mai assistito ad uno spettacolo in PPV di wrestling americano (il PPV ottenne un incredibile buyrate di 10.2). Passarono diversi mesi tra la sfida lanciata da The Giant e la disputa dell’incontro, ed in questo arco di tempo si creò un attesa intorno a questa sfida che forse nessun altro match nella storia della WWF riuscì a ricreare.
Alla resa dei conti però l’incontro in se non fu nulla di speciale, anche se per gli standard dell’epoca era comunque sufficiente, e la contesa fu lenta, statica e priva di grossi spunti tecnici, ma l’atmosfera creata dalla cornice di pubblico e dai due campioni sul ring rese il tutto incredibilmente emozionante ed in un certo senso indimenticabile. A distanza di anni non si può che sorridere di fronte allo spettacolo offerto da questi due grandi miti del wrestling mondiale, ma resta il fatto che Hulk Hogan che solleva e scaraventa al suolo Andrè The Giant (procurandosi tra l’altro uno strappo muscolare alla schiena) non può non emozionare chi quell’incontro ebbe modo di vederlo proprio in quel periodo. Oltretutto in considerazione delle caratteristiche di Andrè The Giant il match non poteva essere impostato in maniera differente, per cui sarebbe stato francamente impossibile fare di meglio. La vittoria alla fine andò ovviamente ad Hulk Hogan, la cui aurea di wrestler imbattibile con questa vittoria salì al suo gradino più alto.
Dopo questo incontro comunque Andrè The Giant continuò ad insediare il titolo di Hulk Hogan, riuscendo anche a conquistarlo durante l’edizione di The Main Event del 5 febbraio 1988, anche se il suo regno è ricordato come uno dei più brevi nella storia della WWF: Andrè The Giant infatti vendette immediatamente la cintura a Ted Di Biase (colui che si nascondeva anche dietro allo “scandalo” del doppio arbitro di quell’incontro) cosa che scatenò le ire della WWF che immediatamente rese il titolo vacante. Hogan e Andrè The Giant si affrontarono così in un nuovo incontro a WrestleMania IV, nel torneo per l’assegnazione del titolo mondiale, ma questa volta un No Contest nei quarti di finale del torneo impedì ad entrambi di ambire alla cintura più importante della federazione. Sfortunatamente questo ultimo incontro segnò un po’ l’inizio della fine del mito di Andrè the Giant: l’atleta di origine francese infatti non ebbe più modo di competere per traguardi importanti nelle competizioni da singolo (tralasciando una title shot al titolo IC di Warrior nell’89), rimanendo invece legato a feud poco interessanti come quello con Jake the Snake Roberts e quello che lo vedeva in coppia con Haku con cui conquistò comunque le cinture di categoria. I gravi problemi fisici alle ossa che la sua enorme mole generava lo costrinsero al ritiro ben presto, ed il suo ultimo incontro disputato in un PPV della WWF fu proprio quello combattuto nel 1990 a WrestleMania VI in coppia con Haku contro i Demolition, incontro in cui ripudiò Bobby Hennan come manager dopo 3 anni di collaborazione chiudendo così la sua carriera come beniamino del pubblico.

Hola Myth! Sono Gaspare e ti scrivo dalla provincia di Catanzaro. Ho tre domande di tipo storico per te e spero proprio che mi risponderaiÂ…
1.Parliamo del Nexus. Che fine hanno fatto i suoi componenti? Ormai solo Daniel Bryan e Heath Slater fanno ancora parte della WWEÂ…
2 .Un’altra stable, il Corre. Dopo la fine del Nexus alcuni lottatori furono mandati a Smackdown, ma la stable non ebbe fortuna. Come mai secondo te?
3.Perchè ad un certo punto furono inseriti nel Nexus Husky Harris e Michael McGillicutty, gli attuali Bray Wyatt e Curtis Axel? Entrambi non fecero un granchè in quella stable.

1.Michael Tarver, che era il più scarso, scomparve immediatamente dai radar. Wade Barrett si è dedicato, con scarse fortune alla carriera attoriale e comunque non lotta più anche se compare sporadicamente ad eventi di wrestling, soprattutto nel Regno Unito. David Otunga ogni tanto lo vedi perché lavora ancora in WWE come commentatore ed è tornato alla sua antica passione, visto che il suo incarico principale nella compagnia è nell’ufficio legale: si laureò in legge prima di entrare nella federazione di Stamford. Justin Gabriel lotta ancora, con il nome di PJ Black. Darren Young ha lasciato il wrestling dopo il licenziamento da parte della WWE, mentre Skip Sheffield, meglio noto come Ryback, combatte sporadicamente. Tranne Tarver erano tutti prospetti che avrebbero potuto dare molto di più al mondo del wrestling ed è un vero peccato che alcuni di loro si siano persi.
2.Il Corre doveva rappresentare il Nexus di Smackdown, ma i suoi wrestler perdevano più match di quelli che vincevano, quindi l’esperimento abortì quasi subito. Anche lì fu una enorme occasione persa da parte della WWE.
3.Quando fu terminata la seconda edizione di NXT la WWE aveva la necessità di inserire nelle storyline del main roster i migliori prospetti e l’idea fu di affiancare i figli di Mike Rotunda e Curt Hennig ad una stable già esistente, il Nexus appunto. Solo che quel Nexus, seppure fosse capeggiato da CM Punk, non ebbe lo stesso successo della prima versione, capeggiata da Wade Barrett e quindi anche Harris e McGillicutty finirono nell’ombra. Anche in questo caso, una occasione persa.

E’ tutto per oggi. Appuntamento tra quattordici giorni con un’altra edizione interamente dedicata alle vostre domande di carattere storico. Scrivete, scrivete, scrivete!

Michele M. Ippolito

I am the MythÂ… deal with it!

Scritto da Michele M. Ippolito