Piper’s Pit#111 – Gli Stati Uniti contro Vince McMahon
Bentornati ad un nuovo appuntamento con il Piper’s Pit! Oggi ci occupiamo dello scandalo e del successivo processo che, nella prima metà degli anni ’90, misero a serio rischio l’allora WWF e tutto il mondo del wrestling.
Negli anni ’80 la compagnia di Vince McMahon aveva ormai assunto il predominio mondiale nell’ambito del wrestling, soppiantando la NWA ed il sistema dei territori, per divenire, grazie ad eventi come WrestleMania ed a personaggi come Hulk Hogan e The Ultimate Warrior, un fenomeno globale che sconfinò anche nell’ambito dell’intrattenimento generico. Ovviamente, quando si sale così in alto, si suscitano invidie e ci si fanno numerosi nemici, pronti a sfruttare i tuoi punti deboli per cercare di abbatterti. Ed in quegli anni una cosa era ben chiara a tutti: i protagonisti sul ring erano ormai diventati tutti sempre più grandi, forti e muscolosi e, chiaramente, non si poteva certo ricondurre tutto allo slogan dell’Hulkster di “fare esercizi, dire le preghiere e prendere le vitamine”. In pratica, circa il 90% dei lottatori della WWF prendevano costantemente steroidi per migliorare la propria massa muscolare.
La bolla infine scoppiò nel 1991, quando George Zahorian, medico di Philadelphia che aveva lavorato come dottore a bordo ring per la compagnia di Stamford, venne arrestato per la distribuzione non autorizzata di steroidi anabolizzanti. Condannato, collaborò con le autorità affermando di avere fornito le stesse sostanze illegali anche alla WWF, su esplicita richiesta di Vince. Ne derivò una bomba mediatica, nella quale gran parte della stampa etichettò il wrestling in toto come un’industria dannosa per la salute pubblica.
Finalmente nel 1994 si arrivò al processo degli Stati Uniti contro Vince, da tenersi a Long Island, nello stato di New York. Undici wrestler vennero chiamati a testimoniare dall’accusa. Di questi solo Nailz sostenne che McMahon lo avesse spinto a doparsi, ma la sua testimonianza venne screditata dalla difesa, in quanto il lottatore era stato da poco licenziato dalla compagnia. Tra gli undici era presente anche Hulk Hogan, che non lavorava più con la WWF e la cui testimonianza era forse la più pericolosa per la tesi difensiva, in quanto in quel momento i rapporti tra Hogan e Vince non erano dei migliori. Nonostante ciò Hulk sostenne che mai, nemmeno una volta, Vince McMahon o nessun altro in WWF lo avevano spinto a prendere steroidi. Questa testimonianza venne vista dai media come una sorta di “finisher” all’accusa.
A rendere il tutto più teatrale e scenografico (del resto è il bello del wrestling, no?) contribuì Vince McMahon, all’epoca visto ancora come una sorta di baby face, che si presentò a tutte le udienze con una vistosa protezione al collo, a detta sua a causa di un’operazione imminente. Di fatto gli avvocati di Vince non portarono alcuna tesi difensiva, lasciando giustamente l’onore della prova all’accusa, che non riuscì a portare testimoni credibili.
Il 23 luglio 1994, dopo solo sedici ore di seduta, la giuria dichiarò Vince “non colpevole”. Alla sera McMahon andò a festeggiare con i suoi avvocati ed un discreto numero di cocktail. E al bar, finalmente, si tolse trionfalmente il collare dal collo. Probabilmente aveva qui inizio l’era heel di Mr. McMahon.
“I have wined and dined with kings and queens and I’ve slept in alleys and dined on pork and beans”.
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