La Parola al Maestro: Trattamenti disumani nel wrestling moderno

Rey Fenix

Torniamo, dopo un po’ di tempo, a parlare di wrestling su questa rubrica, con un argomento alquanto scottante, venuto fuori ora alla ribalta ma che – praticamente da sempre – è stato oggetto di polemiche tra fans, addetti ai lavori, giornalisti e stelle del pro wrestling in tutto il mondo: il modo in cui gli atleti vengono trattati dalle federazioni.


L’avvio è presto detto: il wrestler messicano in forze alla AEW, Rey Fenix, in un suo recente intervento sul celebre social network “X” dove, rispondendo ad un fan sul suo essere trattenuto in All Elite Wrestling, vedendosi prolungare il contratto a causa di un infortunio subito qualche tempo fa, ha risposto in maniera sibillina con “avrò modo di dire la mia verità, nessuno rimane in un posto con trattamenti disumani”.

Parole veramente al veleno, alquanto pesanti nei confronti di una federazione e di un uomo, Tony Khan, che ha fatto del rispetto verso ogni forma di religione, colore, estrazione sociale ed orientamento sessuale, il suo cavallo di battaglia contro lo strapotere mediatico di una WWE che non si preoccupava di trattare i suoi atleti come le pedine del Monopoli, almeno fin quando dietro ogni decisione c’era il suo boss originale, Vince McMahon.

Proprio nel 2020 attraversato dalla piaga del Covid, per venire incontro ad un momento effettivamente molto difficile per uno spettacolo che deve molto del suo successo all’interazione con il pubblico, per tagliare alcuni costi la federazione di Stamford si era vista costretta (più o meno) a tagliare numerosi lottatori che non riteneva più così importanti all’economia delle storylines e della azienda stessa.

Abbiamo visto quindi, di punto in bianco, wrestler rimanere a casa, in un momento in cui difficilmente avrebbero potuto trovare una sistemazione diversa dato che la stragrande maggioranza delle promotion del globo aveva momentaneamente chiuso i battenti, senza un vero limite di tempo se non quello imposto dalle misure sanitarie e dalla corsa contro il tempo per la creazione di un vaccino.

Celebre fu il video di Drake Maverick che, piangendo in un messaggio talmente strappalacrime da smuovere internet e le alte sfere della WWE, si vIde praticamente rimettere sotto contratto nel giro di strettissimo tempo, anche per placare un’ondata di polemiche che si stava facendo sempre più pesante.

In tutto questo, gli atleti in forza alla federazione di Jacksonville, si sentivano sollevati di lavorare per qualcuno che, da subito, si proclamò amico prima che capo, e che promise di non effettuare licenziamenti in momenti difficili come quello.

Quattro anni dopo, le cose sono cambiate.

Triple H, a capo della WWE almeno da diversi punti di vista decisionali, forte del suo passato da pro wrestler e consapevole degli sforzi che fa un lottatore durante il suo peregrinare per le arene di tutto il mondo solo per appassionare i propri fans, è adesso in grado di trattenere le star giuste e grazie del passaggio di redini da McMahon al colosso TKO, adesso la World Wrestling Entertainmente è rimasta LA federazione da guardare.

Ma questo articolo non è scritto per attaccare Tony Khan, al contrario.

Credo che le parole di Fenix (che andranno poi studiate e viste nel tempo, adesso non abbiamo molti elementi in mano se non quelli offerti dall’atleta stessa e dalla risposta alquanto politically correct data dal management AEW) siano un tantino esagerate.

Si può parlare di trattamento ingiusto, di difficoltà lavorative, di ostacoli ma non di “trattamenti disumani”.

Penso, infatti, ai lottatori di wrestling negli anni 60, 70 ed 80.

Penso a Hulk Hogan che si vide fratturare un osso della gamba dal suo coach, Hiro Matsuda, solo per vedere se era veramente intenzionato ad entrare nel business.

Penso a Ricky “The Dragon” Steamboat che, per vendere al meglio i colpi inflitti da Ric Flair ed i Four Horsemen, si fece colpire con della carta vetrata il volto per far vedere la violenza dei colpi dei suoi avversari.

Penso a tutti i wrestler hardcore che, per poche lire e per la gioia del pubblico, hanno martoriato il proprio corpo in favore di un momento di gloria.

Penso alle ore di viaggio ininterrotte, dormire in squallidi alberghi o peggio in macchina, alle pugnalate inferte a “Rowdy” Roddy Piper da fans facinorosi, ai finestrini delle proprie macchine spaccate con pietre.

Penso a promoter che sfruttavano la popolarità di questo o quel campione per i propri guadagni, inducendoli più o meno volontariamente, all’uso di steroidi per aumentare la stazza ed il volume dei muscoli, per apparire più “larger than life”.

Di trattamenti disumani nel wrestling ce ne sono stati.

Eccome.

Ma fortunatamente, alle soglie del 2025, il wrestling adesso è molto più sicuro: gli atleti sono sottoposti a cure e controlli medici, le atlete femminili sono state messe allo stesso pari dei propri colleghi maschi, lo spettacolo è sempre a prova di visione di famiglie e bambini.

La verità è che per troppo tempo Tony Khan è stato l’amico dei wrestler, uno dei “ragazzi”, quando invece era il capo, il boss, quello da temere e rispettare.

Alla fine, quando la luna di miele tra lui ed i fans è finita, quando la guerra si è veramente fatta dura, ha cominciato a capire come muoversi: qualche licenziamento di personaggi che da tempo non presenziavano più costantemente, qualche allungamento del contratto di personalità importanti, qualche mossa furba e qualche novità rubata al nemico, qualche ingaggio eccellente.

Piano piano la AEW si sta strasformando in una classica federazione di wrestling, non il posto dove “chiunque abbia problemi può andare”, ma una valida alternativa alla WWE ed al suo modo di fare “wrestling”.

Se questo significa maturare e farsi un po’ di nemici, beh, è normale.

Ma nel suo cammino diventerà ancora più forte, e potrà dire davvero la sua nella eterna battaglia contro la rivale WWE.

Per Rey Fenix e suo fratello Penta El Zero Miedo ci auguriamo che alla fine arrivi il lieto approdare in WWE, ma non parlate di trattamenti disumani, quando nel mondo, in situazioni ben diverse, questi trattamenti esistono eccome.

Il wrestling è una cosa, la dura realtà, purtroppo, un’altra.

Il Vostro Sempre (poco) Umile Maestro Zamo

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Scritto da Francesco 'Maestro Zamo' Zamori
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