La WWE offre supporto psicologico ai propri lottatori

WWE

Come riportano diverse testate americane, a seguito della tragica scomparsa di Daffney la WWE avrebbe inviato un comunicato ai propri dipendenti ricordando loro che la compagnia offre supporto e sostegno psicologico per prevenire disturbi mentali o problemi di depressione.


Il messaggio della WWE: supporto ai dipendenti

A riportarlo, tra gli altri, Sean Ross Sapp di Fightful con un tweet sul proprio profilo personale.

Come si legge nel tweet: «La WWE ha inviato un messaggio ai suoi atleti ricordando loro che la compagnia fornisce servizi di assistenza psicologica per colore che avessero bisogno di aiuto».

Qualcuno nei commenti ha criticato il tempismo di tale comunicazione. Spicca, la risposta di Karl Anderson, ex lottatore della WWE. Nel tweet di risposta Anderson ha semplicemente risposto: «Fanno schifo», riferendosi chiaramente alla sua ex compagnia. Tuttavia, tale risposta pare essere stata cancellata. A rilanciare questa ipotesi un utente che sottolinea il pessimo intervento dell’ex membro dell’Original Club, il quale ha prontamente ribattuto confermando la propria linea di pensiero. Nel tweet che incorporiamo di seguito, sono presenti gli screen dei due messaggi di Karl Anderson.

https://twitter.com/PaulJames198/status/1433577347341500418
Anderson: «Non ho eliminato nulla, semplicemente NON mi interessa. Loro fanno schifo, ci vediamo!».

Il racconto di Jake Atlas

Alle voci sulla vicenda si è aggiunta quella di Jake Atlas. Il lottatore di NXT ha raccontato la sua esperienza, elogiando la WWE per l’aiuto fornitogli in un periodo difficile della propria vita.

https://twitter.com/kennymarquez/status/1433563709943730176

Nel tweet si legge: «Di sicuro non voglio diventare il protagonista di questa storia, ma è importante farsi avanti in momenti come questo. La WWE ha pagato sei mesi della mia terapia, salvandomi letteralmente la vita. Non tutto è come sembra. Le persone che soffrono di disturbi mentali sanno nascondere il proprio disagio molto bene. Dobbiamo raggiungere queste persone».

Scritto da Marco Ghironi
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