Tyson Kidd Risponde a Bruce Hart
Tyson Kidd (vero nome TJ Wilson) ha recentemente risposto alle dichiarazioni di Bruce Hart (zio di Natalya) che, ospite al podcast Main Event Madness, parlando di vari argomenti, ha raccontato la situazione sull'infortunio dell'ex Tag Team Champion:
“Sono rimasto molto sorpreso dal modo in cui la WWE ha gestito tutto. Il suo collo è stato colpito malamente durante un match contro Samoa Joe.
Mi è stato detto che dopo, quando Tyson era nello spogliatoio, un agente, gli ha detto di farsi la doccia. Kidd ha rifiutato e ha detto che il suo collo fosse davvero “fottuto”, tuttavia la WWE si è rifiutata di pagare un ambulanza facendolo passare per ipocondriaco.
Mia nipote Nattie, sua moglie, si è sentita dire che se volevano andare in ospedale, la scelta era solo loro. Nattie e Kidd sono subito partiti per l'ospedale e durante il tragitto si sono anche persi.
Una volta arrivati sul posto, hanno fatto la TAC e la risonanza magnetica e hanno scoperto che si trattava di un infortunio molto grave e vicino alla morte; è stata una frazione di secondo, per contrarre una paralisi dal collo in giù o ancora peggio qualcosa di mortale.
Fatto questo, hanno notificato il tutto alla WWE, e mi è stato detto che c'erano solo 3 o 4 posti negli Stati Uniti dove si poteva svolgere questo tipo di intervento di microchirurgia al collo.
Hanno preso una specie di aereo-ambulanza da San Antonio fino in Florida, ovvero il posto più vicino per fare quel tipo di intervento, ma una volta saputo che il costo si aggirava intorno ai $ 100.000, sono dovuti tornare indietro.
A questo punto mi hanno detto di non aver avuto più nessun contatto con la WWE e che solo alcuni dei lottatori hanno chiamato TJ.
Per quel che mi è stato raccontato è certo che la sua carriera è finita e che è fortunato a non essere paraplegico.”
La risposta di Kidd non si è fatta attendere troppo e il wrestler canadese, tramite il suo profilo Twitter, ha risposto dicendo che non ha contatti con Bruce Hart da più di dieci anni e che queste sono solo “voci di corridoio”.
