Tony Schiavone ha parlato del suo nuovo ruolo in AEW

A partire dal 3 agosto, Tony Schiavone è stato nominato Senior Producer and Special Advisor to Talent, vedendo la propria figura professionale all’interno della AEW ancora più radicata. E ne ha parlato durante il podcast AEW Unrestricted.


Schiavone: “Posso dare molto di più alla AEW”

Intervenuto durante l’ultima puntata del podcast, Schiavone ha parlato di questa promozione ricevuta all’inizio del mese.

«Mi è sempre piaciuto essere un ring announcer – ha raccontato Schiavone – Così mi sono guadagnato da vivere e ho costruito la mia carriera. Ma posso fare molto di più. Facciamo il podcast, mi occupo dei preparativi per Rampage, ma di base ho solo un giorno totalmente pieno durante tutta la settimana. Ho così tanto tempo a disposizione e non mi dispiace lavorare nei weekend. Così, mi sono messo in contatto con Megha [Parekh], la nostra responsabile HR, e le chiesi di poter incontrare Tony Khan per proporgli alcune idee. E dissi a Tony Khan: “Voglio parlarti, ma non durante gli episodi settimanali”».

La conversazione, come specifica Fightful, avvenne durante un Owners Party della NFL (il padre di Tony Khan, Shahid Khan, è proprietario dei Jacksonville Jaguars, ndr) e la conversazione avvenne proprio in quel contesto.

Continua Schiavone: «Parlammo durante il party e gli dissi: “I tuoi EVP sono gli Young Bucks e Kenny Omega, che sono anche lottatori e hanno l’ultima parola su molte delle decisioni. Ma vorrei aiutarli in ogni caso, al massimo delle mie possibilità”. Accolse bene i miei input, cominciammo a lavorarci già quella stessa notte».

«Il backstage può diventare un luogo folle»

Schiavone si è anche soffermato sulle recenti critiche mosse all’organizzazione della AEW, riguardanti soprattutto le lamentele riguardo i rilasci di Marko Stunt e Big Swole.

«Le cose possono diventare davvero folli nel backstage. Molto spesso, diventano folli nell’accezione negativa del termine. Nel wrestling accade spesso così, ma ora abbiamo gli strumenti e lo staff per porvi rimedia prima di rotture irreparabili. Non diventeremo mai perfetti, ma credo che possiamo con il tempo renderlo un posto di lavoro migliore. Ed è già un bel posto di lavoro, il nostro. Quando i tuoi dipendenti ti fermano in corridoio e ti dicono: “Grande organizzazione”, allora lì sai di aver preso la strada giusta. E proprio i dipendenti cominciano a fidarsi ancora di più della compagnia».

«So che il prossimo commento riceverà qualche critica, ma lo farò comunque. So di non parlare a nome di tutti, ma ho una certa esperienza nel mondo del wrestling e so che nel nostro ambiente tante persone sono state trattate di m***a. Vogliamo cambiare questa dinamica, davvero. Non possiamo accontentare tutti, anche se ognuno vorrebbe avere il controllo totale e vedere rispettata la propria visione. Ma non puoi dare ad ogni persona l’attenzione che vorrebbe o che sente di meritare. Non puoi, semplicemente. Io ora sono nella posizione di poter aiutare Tony e far capire agli atleti che vogliamo aiutarli, che teniamo a loro e che tutti loro sono parte di questo grande progetto. Il punto di partenza è sempre la comunicazione. Ci sono state tante persone, ma non tutte, che sono state trattate di m***a durante le loro carriere: non vogliamo che accada qui».

Marco Ghironi
Marco Ghironi
Rimasi estasiato quando, da bambino, girai per caso canale e mi imbattei in questo tizio con la maschera strana che sconfiggeva un energumeno esageratamente più grosso di lui. Almeno 15 anni più tardi, cerco settimanalmente di seguire anche lo show secondario di una qualsiasi federazione di wrestling polacca. Nel mentre, condivido pensieri, opinioni e notizie qui su Tuttowrestling, fondendo le mie anime di giornalista e fan sfegatato.
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