Renee Young parla di come ha reagito la WWE alla sua positività alla COVID-19

Recentemente intervistata da Jimmy Traina per il SI Media Podcast, Renee Young si è soffermata su diversi argomenti e ha rivelato anche alcuni retroscena sul suo ultimo periodo in WWE.
Come ricorderete, Renee Young è risultata positiva alla COVID-19 a fine giugno e a comunicarlo fu proprio lei attraverso un tweet sul proprio profilo ufficiale. La stessa giornalista ha affermato che la WWE non avrebbe apprezzato né la modalità né il tempismo della sua comunicazione.
«Solitamente sono molto trasparente, riguardo a qualsiasi cosa. Mi piace semplicemente essere onesta. Non trovo sia motivo di vergogna risultare positivi. Mi ripeto, non sappiamo come si evolverà questa faccenda. Stiamo tutti cercando di capirlo giorno dopo giorno. Quindi quando ho deciso di twittare in quel modo, non lo stavo facendo come per dire: “Ho la COVID”. Non è il mio modo di twittare o di comunicare. Era più un modo per dire: “Hey, l’ho presa”. Inoltre, nel caso di persone che mi stessero vicine o che potessi aver visto in quel periodo, mi sentivo anche responsabile e per questo volevo essere certa che tutti sapessero che ero positiva. Ma, è vero, questa comunicazione non è stata presa bene. Loro dicevano: “Non avresti dovuto postarlo”. Però io rispondevo: “Speravamo tutti che voi ci aveste dato un protocollo da seguire”. È stato pessima la gestione della comunicazione interna. Ma di nuovo, non avevo intenzione che il tweet fosse preso come: “Hey, ora twitterò che ho la COVID ahahahah”. Non pensavo di fare nulla del genere».
Le è stato chiesto anche di come la WWE abbia gestito la sua situazione.
«Sentite, qualsiasi cosa dirò finirà per sembrare controversa o come se io stessi ca**ndo su ciò che ho mangiato o qualunque altra cosa. Ma in ogni caso, mi chiedete se mi sono risentita di quel comportamento? Sicuramente non ho percepito che qualcuno si stesse realmente preoccupando per me dato che, di fatto, mi ero ammalata. Questo mi ha dato fastidio, di sicuro. Ma, lo sapete, è sempre difficile da ammettere. Però, me**a, lo show deve andare avanti e loro adesso lavorano all’Amway Center e ora fanno davvero il meglio che possono fare. Adesso. Ora eseguono i test adeguati. Credo sia qualcosa che avrebbero dovuto adottare fin dall’inizio. Da quando tutto è cominciato, visto che molte persone hanno finito con l’ammalarsi in questo periodo. Ora però sembra davvero di lavorare in un ambiente più sicuro. Mentre ero a Summerslam, ero decisamente meno preoccupata sapendo che tutti nell’edificio erano stati testati a dovere con tamponi e con tutte le procedure del caso».
Ha anche parlato del periodo di lockdown, quando alla WWE fu permesso di continuare a trasmettere e registrare mentre altre realtà (come la NBA, per rimanere negli USA) sono state fermate.
«Fu scioccante. Un vero shock pensare che siamo stati considerati servizio essenziale. Mi ha fatto pensare a lungo. Non viaggiai per tanto tempo, facevo le mie cose da casa. Pensavo: “Non ho bisogno di essere lì”. Specialmente, vedendo cosa facevo durante gli show nel periodo antecedente la pandemia… Avrei dovuto volare da Las Vegas a Orlando, però Kayla Braxton abita ad Orlando, come Sarah Schreiber, e Charly Caruso passa sempre molto tempo in Florida. Quindi avevo la possibilità di non viaggiare e, per me, era assurdo anche solo chiedermi di venire e prendere un volo perché rispondevo ogni volta: “Oh mio Dio, e cosa vengo a fare? Cosa facciamo qui?”. Mi sembrava insensato».