Matt Striker parla del lavoro alla NJPW con JR

Matt Striker parla del lavoro con Jim Ross nella NJPW, il suo desiderio di entrare nella NHL e altro


Matt Striker (ex-wrestler WWE e ora commentatore di Lucha Underground), di recente ha rilasciato un'intervista a Marc Madison del The News Hub (la versione originale è disponibile qui: https://www.the-newshub.com/other-sport/lucha-undergrounds-matt-striker-discusses-his-passion-for-wrestling-professional-hockey-and-training-under-johnny-rodz):
Ecco il testo dell'intervista:

Lavorare con Jim Ross alla NJPW:

“Quando siamo andati a Tokyo, ci siamo subito seduti con i dirigenti e la loro unica direzione per me era che noi volevamo persone che non avessero mai visto il wrestling prima d'ora, dovevamo educare i nuovi fan quindi è quello che ho fatto. Sono uscito e ho provato a spiegare questo stile e questi wrestler ai nuovi fan. I social media locali erano molto infastiditi per questo ma a me è sempre piaciuto parlare ai fan e dire che non stavo commentando a loro quella notte. Stavo parlando con un fan e a qualcuno di loro è rimasto l'amaro in bocca perché sembrava che avessimo bisogno di un bambino di dieci anni per capire chi fosse Nakamura ma d'altronde questo è il mondo di oggi.
Intendo dire che quando ero bambino io e mi trovavo nella loro stessa situazione quando le persone stavano cominciando a conoscere Hulk Hogan e le superstar mascherate mi sono sentito offeso nel mio narcisismo egoista perché pensavo che il wrestling fosse solo mio. Questo è il mio piccolo segreto. Capisco il disappunto che possa trapelare tra i fans. Ma questo era l'obiettivo di educare i nuovi fan, le prime volte che siamo cominciati a piacere è stato specialmente quando negli ultimi tre match JR è stato molto gentile da lasciare me al comando della nave e per lui di dire ‘ragazzo, vai la fuori (utilizzando l'analogia di Paul Brown con Bill Landry)' ma è stato incredibile che il grande, il veterano l'hall of famer, the voice Jim Ross letteralmente mi ha detto ‘vai, vai, lascio a te il comando'. Quindi durante il match tra Nakamura e Okada, scusate il termine, stavo perdendo la mia ‘lucidità' perché viaggiavo nella linea di confine tra wrestler e fan ma di solito non sono su quella linea perché sono sempre un fan”.

La passione per l'hockey professionistico:

“Questa è una bella domanda che di solito non mi viene mai fatta. E' stato sempre un mio sogno quello di giocare ad hockey. Ho fatto qualche torneo quando ero a Medicine Hat (Alberta) e Sue-Saint-Marie (Ontario) ma essere nato a New York e a meno che il tuo cognome non sia Mullen è veramente difficile avere opportunità quindi non ho avuto le stesse possibilità e per essere onesti non avevo il talento degli altri ragazzi perché quando sono andato a fare quei tornei in Canada avevo 18, 19 e 20 anni e gli altri ragazzi ne avevano 16 e solo volando avrei potuto raggiungere il loro livello e la loro preparazione atletica quindi mio padre mi ha detto: ‘continua a sperare e a lavorare perché non puoi sapere se questo sogno si potrà realizzare oppure no'.
Quando ero piccolo sapevo che solo qualche volontà divina mi avrebbe permesso di raggiungere il mio sogno così tutto questo mi ha portato al mio ultimo sogno che si chiamava wrestling. Nella mia fantasia gioco ancora (ad hockey) ogni giovedì sera e voglio arrivare in fondo al campionato. Mi piace tanto. E' un gioco bellissimo. Penso che tra l'amore per l'hockey e l'amore per Rush credo di poter essere un canadese onorario”.

L'allenamento con Johnny Rodz:

“Mi guardo sempre indietro pensando a questo mio lungo viaggio e ora nel mio pensiero retrospettivo realizzo che sono andato sempre oltre le aspettative iniziali. Al momento mi alleno nella scuola di Johnny Rudz, con il quale ho stretto un'amicizia molto forte, e lui non permette a chiunque di entrare nella sua scuola. Nei primi tre mesi ne ho prese davvero tante. Nel mio primo mese mi sono rotto il tendine della mia caviglia destra. Mi sono rotto anche le costole, problemi al naso e agli occhi e poi per un po' sono stato bene. Mi hanno detto: “ora ti facciamo vedere un trucco o due e ti insegneremo un piccolo segreto (che è stata la mia grande iniziazione perché mi ha preparato per le tante cose a venire)”. L'ho amato. E' stata una cosa faticosa ma bella. Ero li quando hanno aperto quando Luis il bidello ha finito di pulire nella notte ha spento le luci in tempo per aprire. Mi piaceva davvero tanto quello che c'era da fare li.
Non so come tu diventerai un wrestler. Pensavo che fosse nato un nuovo Harley Race. Non avevo idea che potevo andarmene e imparare e così me ne sono andato dalla scuola e sono andato in una palestra di New York e ho visto un ragazzo con una maglietta di wrestling ed era prima che prowrestlingtees.com e chiunque altro avesse una maglietta del genere quindi il fenomeno cominciava ad espandersi. Ehi wrestling? Il wrestling piace anche a me. Qualche giorno dopo un amico mi ha portato in un posto che stampava le magliette quando internet ancora non era sviluppato come ora. Il terzo nome nella lista di scuole di wrestling in tutti gli USA era proprio quella di Johnny Rodz. Mi sono detto, ehi, conosco quella scuola. Sono riandato li e ho girato tre volte prima di trovare il coraggio di entrare. Da li ancora, non hanno lasciato entrare chiunque, in questo loro non volevano alzare la tenda ed esporre tutto a tutti. Così stavo camminando li dentro con un trattamento privilegiato ma ecco come mi sono imbattuto in Johnny Rodz di nuovo e ancora non è stato per volontà divina”.

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