La WWE cercherà arbitri di statura più bassa

WWE Arbitri

La WWE è nota per aver fatto alcune strane scelte di produzione nel corso della sua storia. Recentemente, nolti fan in rete hanno reagito con commenti a dir poco ironici, ad esempio, quando è trapelata la lista di parole che gli atleti non possono dire in tv. Secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe esserci un’altra curiosità destinata decisamente a far discutere.


Per far sembrare i propri atleti ancora più grandi, la WWE starebbe infatti cercando di reclutare arbitri più bassi. Lo stesso motivo sarebbe alla base di criteri analoghi anche per gli intervistatori nel backstage, come ad esempio Kayla Braxton. Dave Meltzer ha parlato di questa direttiva nell’ultima edizione della Wrestling Observer Newsletter:

“In un altro modo per far sembrare i talenti più alto, c’è una direttiva per assumere arbitri più bassi”.

Il curioso tempismo con un (brutto) revival del passato

La notizia arriva con un tempismo interessante. L’episodio di Dark Side of the Ring di ieri sera, infatti, ha coinvolto lo scandalo legato agli steroidi che coinvolse la WWE nel lontano 1993. All’epoca, il passaggio a lottatori più piccoli e più atletici e una politica di test e controlli più seri sugli atleti fecero parte della risposta dell’azienda per uscire dallo scandalo. Una transazione che si è progressivamente protratta, portando a far cadere o quantomeno ridimensionare diversi stereotipi che in precedenza rendevano praticamente impossibile vedere affermarsi un lottatore che non avesse dimensioni mastodontiche. Sono in molti a credere che Vince McMahon sia il primo a considerare favorevolmente solo gli atleti di una certa stazza, ed essere letteralmente innamorato, da un punto di vista creativo, di quelli più giganti.

Non è un caso, dunque, che molti fan, reagendo a questa notizia, hanno attribuito la paternità di questa direttiva allo stesso Vince McMahon. In ogni caso, se da un lato la notizia fa certamente capire quanto la WWE tenga anche ai più piccoli dettagli del suo prodotto televisivo, dall’altro è chiaro che un simile criterio potrebbe essere decisamente discriminante.

Scritto da Andrea De Angelis
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