Joey Janela parla della libertà creativa in AEW

Joey Janela

Joey Janela, uno dei lottatori ad essersi unito sin dal primo giorno alla AEW, ha parlato di quanto apprezzi il controllo creativo pressoché totale concesso ai performer. Inoltre, ha raccontato cosa si aspetta dal proprio futuro professionale.


Joey Janela: «La libertà è totale in AEW»

Intervistato da Sean Ross Sapp di Fightful, Joey Janela ha quindi raccontato di come funzioni il processo creativo in AEW.

«È incredibile perché tutto ciò che avete visto finora è stato pensato e messo in atto da me – esordisce Janela – È tipo: “Ok, facci sapere semplicemente chi sei e dove vuoi arrivare con questa idea. Facci sapere qual è il punto”. Quando la gente parla di creatività in AEW non intende solo che loro ti permettono di suggerire dei semplici input. Ma intendono proprio che puoi crearti un’intera storyline da zero, portarla a loro e attenderti tranquillamente come risposta: “Sì”».

«Ed è una cosa grandiosa. Perché uno degli aspetti più importanti nel nostro lavoro e nel business del pro wrestling, io credo, è proprio quello del procedimento creativo. Da quando sono tornato dall’infortunio in AEW, sono molto motivato, sto ritrovando la forma migliore e ho ricominciato a mettermi in moto, come si suol dire. E mi piacerebbe, tanto per fare qualcosa di nuovo, andare over».

Un ponte tra AEW e GCW

Joey Janela ha parlato anche dell’altra promotion in cui lotta, di cui è uno dei volti principali (in AEW lotta principalmente negli show su YouTube come Dark o Dark: Elevation, ndr), ovvero la Game Changing Wrestling.

«Io metto il mio corpo a rischio per queste tre lettere da ormai quattro anni e lo faccio solo per sentire, più o meno, 8 mila persone cantare a squarcia gola il nome GCW. Quando succede, è qualcosa di indescrivibile. [La sera in cui Moxley ha vinto il Titolo] Brett Lauderdale (proprietario GCW, ndr) era tra gli spalti e mi scrisse: “Wow, amico”. Questa roba è qualcosa di speciale. Qualcosa di bello. Anche Mox dopo il suo incontro mi ha detto: “Amico, grazie di tutto”. Sembrava dirmi: “Ma li senti i canti? Senti che urlano il nome della GCW?”. E io: “Li sento, amico. Abbiamo fatto qualcosa di speciale”. Credo che trascenda il mondo del wrestling indipendente. Io credo che qui siamo ancora nel wrestling indipendente, i nostri cuori appartengono al wrestling indipendente, ma credo che ora siamo ad un livello diverso, un livello a cui non molte promotion sono arrivate. Siamo noi a stabilire quale sia il livello. Alcuni adorano la Game Changer Wrestling, altri la odiano perché apprezzano i deathmatch e il wrestling hardcore».

«L’obiettivo però è di arrivare a tutte le persone e penso che nel 2022, anche se lo dico da anni, potremmo arrivare a riempire 10 mila posti in un’arena davvero grande. Lo dico da tempo ormai e credo che ora si possa pensare di creare un ponte tra Tony [Khan] e Brett [Lauderdale]».

«Con la GCW vogliamo creare un ponte con la AEW. Abbiamo, ovviamente, la Nightmare Factory (una training facility di proprietà di Cody Rhodes e QT Marshall, ndr) che sta lavorando benissimo, ha una struttura importante e sta sfornando tanti talenti in tempi davvero rapidi. Nuove leve come Kayla, che sarà la mia partner/valletta. Anche se non la chiamerei mai valletta con lei presente perché potrebbe strozzarmi. Però la Factory sta lavorando benissimo e io vorrei davvero costruire un ponte con il wrestling indipendente. Quando vedo dei talenti nel circuito indipendente, vorrei poter semplicemente dire: “Tony, ascolta. Dai una chance a questo ragazzo/a. Dagli un match di 6′ a Dark e permettigli di brillare”. Questo è ciò che mi auguro di raggiungere quest’anno e, ad oggi, lo scenario mi sembra incoraggiante».

Scritto da Marco Ghironi
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