Caos WWE: il caso Andrade mette in dubbio la credibilità della Wellness Policy
La seconda avventura di Andrade in WWE si è conclusa con un licenziamento controverso. Secondo PWInsider, la compagnia avrebbe deciso di allontanarlo a causa di “numerose violazioni” della Wellness Policy, il regolamento interno che riguarda i controlli antidroga e la tutela della salute dei wrestler. Tuttavia, diversi elementi non quadrano.
Nessuna sospensione registrata, crescono i dubbi
Come sottolineato da Luchablog, se Andrade avesse davvero collezionato numerose violazioni, avrebbe dovuto scontare sospensioni ufficiali — da 30 a 90 giorni — già dopo i primi test falliti. Il suo calendario di match, però, non mostra interruzioni:
“Non ci sono pause di 90 o nemmeno 30 giorni nei suoi match, come ci si aspetterebbe nel caso di sospensioni ufficiali”, ha scritto Luchablog su X.
La Wellness Policy come strumento “a discrezione”
L’analisi mette in discussione la trasparenza del sistema: secondo Luchablog, la WWE potrebbe usare la Wellness Policy solo quando serve a giustificare licenziamenti o decisioni interne poco chiare.
“Sembra che WWE mantenga la policy solo come strumento da usare all’occorrenza. Non è ideale.”
Potenziali conseguenze legali
Il report lancia anche un avvertimento: archiviare test antidroga falliti senza agire potrebbe esporre la compagnia a rischi legali.
“Non vuoi avere queste informazioni se non hai intenzione di farci qualcosa. Potrebbero trapelare o essere usate in tribunale.”
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