WWE Vintage Critic #7 – Royal Rumble 1988

Ciao a tutti e bentornati ad un nuovo appuntamento con la storia! Ho trascorso il mese scorso in vacanza, respirando un po’ di Afa e anche di Sika (mi scuso con il collega “The Myth” per la battuta rubata), ed eccomi tornato, pronto a riportarvi in viaggio con me a cercare le perle e gli scarti della storia del wrestling targato WWE. Oggi celebriamo la nascita di uno degli eventi più popolari nel mondo del wrestling. La Royal Rumble è ormai parte fondamentale del programma annuale della WWE. Ci aspettiamo sorprese, emozioni, ritorni, debutti o convocazioni da NXT ogni anno, inoltre la Rumble è di per sé uno spettacolo imperdibile, ammesso che sia stracolmo di starpower e/o si assista a degli scontri di quelli “mai visti prima”, che potrebbero aprire nuove strade per lo sviluppo delle storyline.


Eppure, non è detto che all’epoca ci si aspettasse che sarebbe andata così. L’idea per la Battle Royal è stata concepita dalla leggenda Pat Patterson: consisteva in una Battle Royal a venti uomini, ma invece di farli iniziare tutti insieme come era solito fino ad allora, la novità era che iniziavano solo due uomini e ne seguiva uno alla volta ogni due minuti. Visto che questo genere di match era stato già “testato” nell’ottobre del 1987 con pessimi ascolti, il “vero” primo Royal Rumble match non è storicamente riconosciuto. Fu comunque un colpo di genio ritentare a gennaio del 1988 su USA Network, mandando in onda uno special via cavo, peraltro andando testa a testa con la Jim Crockett Promotions, che quella sera trasmetteva “Bunkhouse Stampede” in PPV, e vincendo il duello degli ascolti.

Fu solo un anno dopo che la Royal Rumble iniziò ad essere trasmessa in PPV e si affermò come attrazione annuale della World Wrestling Federation. Fino al 1991, tuttavia, la Royal Rumble non era ancora l’inizio della “Road to WrestleMania” – solo dal 1993 in poi il vincitore della Rumble otteneva il diritto di sfidare il campione WWF in carica a WrestleMania. Nel 1992, invece, fu messo in palio il massimo alloro della federazione, ovvero il titolo WWF, dopo essere stato reso vacante nel dicembre del 1991 (ci arriveremo a tempo debito, rimanete sintonizzati!). Dal 1989 in poi, inoltre, il numero dei partecipanti sarà esteso a 30 uomini, fatta eccezione per l’edizione del 2011 e per la Greatest Royal Rumble in Arabia Saudita nel 2018. Anche se la Royal Rumble 1988 non era originariamente un PPV (e si vede dal fatto che il WWF Champion Hulk Hogan si limitò a presenziare per un angle, ma non per un match), è generalmente considerata la prima Royal Rumble della storia, per cui basta chiacchiere e andiamo a vederla insieme, che ne dite? Dunque, circuito temporale acceso! Flusso canalizzatore… sta flussando! Motore avviato… vai!

E come sempre vi ricordo: Dato che mi servo della versione del WWE Network, alcune cose potrebbero essere state censurate, rimosse o modificate. Quindi, se scoprite degli errori di completezza, prendetevela con la WWE. Chi trova errori di ortografia, è autorizzato a tenerseli come ricordo. Qualora invece foste di un parere diverso dal mio, non esitate a farmelo sapere. Mi piace discuterne, inoltre nessuna opinione è quella “giusta” o “sbagliata” quando si parla di wrestling. Ed ora buona lettura e ricordate: Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro.

Royal Rumble – 24 gennaio 1988 – Copps Coliseum a Hamilton, Ontario, Canada

Lo show inizia direttamente con una panoramica dell’arena piena fino all’ultimo posto, mentre appare il logo “Royal Rumble”. Vince McMahon ci dà il benvenuto alla Royal Rumble urlando come al solito suo e annuncia i match della serata, poi la firma del contratto per il match tra Hulk Hogan e André The Giant che si terrà il 5 febbraio. Dopodiché avremo l’immenso piacere (buona notte) di vedere Dino Bravo sollevare pesi, si parla 705 lb (circa 320 kg). Sì, perché Dino Bravo è forte, MOOOLTO forte. E a Vince – lo sappiamo – piacciono gli uomini forti.

Vince McMahon e Jesse Ventura sono al commento. Parlano di quanto siano eccitati, poi non si perde tempo e siamo pronti per l’opener.

Singles Match

Ricky “The Dragon” Steamboat vs. “Ravishing” Rick Rude

VC: Ricky Steamboat è il face, Rick Rude è l’heel.

Rick Rude ha un fisico impressionante e usa la sua forza pressoché sovrumana (a dire dei commentatori) per mettere in difficoltà Ricky. Steamboat, invece, fa affidamento sulla sua velocità e sulla sua tecnica. Attacca sistematicamente il braccio del “Ravishing One”. Ciò che rende Rude odioso è la sua arroganza, ma bisogna dire che sa stare sul ring, perfino con un mostro sacro come Ricky Steamboat. Il pubblico è piuttosto silenzioso nei primi minuti, ma accompagna ogni bump di Rude con un boato. Rude, da buon heel, va a segno con attacchi lenti ed efficaci. Tuttavia, i fan reagiscono solo alle mosse di Steamboat. Si direbbe che non siano abituati a vedere il wrestling dal vivo. Rude prova a strappare qualche fischio ai fan sculettando come solo lui sa fare. Steamboat tenta qualche reazione rapida, ma Rude non perde di mano la situazione. Quando Rude applica una Camel Clutch, Ricky batte la mano per terra, ma l’arbitro non lo valuta come il classico “tap out”. Rude lo tiene chiuso nella morsa per un po’, ma sembra funzionare per svegliare il pubblico, che incita The Dragon a rialzarsi.

Rude ritenta la Camel Clutch, ma Ricky si libera definitivamente e parte la sequenza del comeback. Ricky tenta una serie di schienamenti. Steamboat cambia strategia e adesso usa la forza anche lui, tanto da mettere a segno un Vertical Suplex. Flying Crossbody di Steamboat, ma Rude afferra l’arbitro Dave Hebner e lo usa come scudo! Suona la campana, ma continua il brawl tra i due. Canadian Backbreaker da parte di Rude, mentre l’arbitro richiama la campana. Rude festeggia la sua vittoria, o almeno lo crede. Ma è stato squalificato

Vincitore per squalifica: Ricky “The Dragon” Steamboat (17:39 minuti)

VC: ** 1/2 Senza infamia né lode. Ci hanno provato in tutti i modi a coinvolgere il pubblico, ma si sono trovato nell’arena sbagliata, a quanto pare. La Camel Clutch è durata un’eternità e ha tolto quel poco di ritmo che era rimasto al match, che di per sé lasciava a desiderare, visto che Rude agiva a ritmo troppo lento e privo di pathos. Peccato, entrambi sanno fare di meglio.

Rude non è d’accordo e va a protestare con l’arbitro, mentre (evidentemente) si va in pubblicità.

Torniamo in onda con “Mean” Gene Okerlund e Jesse “The Body” Ventura. Stanno insieme accanto ad una panca pesistica e parlano dell’attuale record mondiale di pesi mai sollevati. Arriva Dino Bravo con il suo manager, Frenchy Martin. La musica d’ingresso di Dino Bravo è l’inno nazionale francese “La Marsellaise”, anche se lui è canadese. Dino si prepara e perde un sacco di tempo. Alla fine, inizia a sollevare i pesi, iniziando con 90 libbre. Aumenta gradualmente. Continua con 505 libbre. Dino Bravo chiede continuamente di fare silenzio, e per questo viene fischiato. Dopo quella che sembra un’eternità, riesce a battere il record, ma non senza l’aiuto di Jesse Ventura.

VC: Ma che c…? Perché…?

WWF Ladies’ Tag Team Championship Two out of Three Falls Match

The Glamour Girls © (Leilani Kai & Judy Martin) (con Jimmy Hart) vs. The Jumping Bomb Angels (Noriyo Tateno & Itsuki Yamazaki)

VC: Le Glamour Girls sono le heel e campionesse in carica, le nipponiche sono le face. Una rarità dell’epoca.

Le sfidanti dominano buona parte del match a forza di mat wrestling, mettendo per altro in mostra le loro abilità acrobatiche. Vince McMahon, al commento, non è capace di distinguere le giapponesi (o forse non gliene frega un …), quindi si basa sul colore dei loro attire, chiamandole di fatto “Pink” e “Red”. Le Glamour Girls – come da manuale degli heel – prendono il controllo grazie ad una scorrettezza e si aggiudicano il primo punto del match.

Vincitrici del primo Fall: Glamour Girls (1:0)

Dopo i consigli per gli acquisti (almeno quelli mandati durante la diretta), inizia il secondo round. Le Glamour Girls sono in pieno controllo. Vince McMahon e Jesse Ventura sono nel frattempo riusciti a capire come si chiamano le giapponesi rispettivamente, alle quali riesce il comeback grazie anche al loro stile acrobatico. Le Glamour Girls tentano una Double Clothesline, ma Noriyo Tateno coglie Leilani Kai (o era Judy? Non si capisce) di sorpresa e pareggia i conti con un Sunset Flip.

Vincitrici del secondo Fall: Jumping Bomb Angels

Altra interruzione pubblicitaria, poi si continua con il terzo e ultimo round. Le nipponiche sono in pieno decollo e tirano fuori mosse che il pubblico americano non vede spesso – Missile Dropkick, Double Underhook Suplex ecc. Le Glamour Girls cercano di mantenere il controllo del match con cambi rapidi, cosa che funziona abbastanza bene. Nella fase finale, Tateno va a segno con un Crossbody, ma arriva Leilani Kai a salvare la compagna. L’arbitro manda la Kai fuori dal ring e si distrae a tal punto da permettere alle Jumping Bomb Angels di lanciarsi con una Double Missile Dropkick contro Judy Martin. Nuove campionesse!

Vincitrici per schienamento AND NEW WWF Ladies’ Tag Team Champions: The Jumping Bomb Angels (15:00 minuti)

VC: *** Un match piacevole dal ritmo elevati e carico di mosse inconsuete per l’epoca. Le Jumping Bomb Angels facevano presa sul pubblico, appunto, con il loro stile di lotta e il loro parco mosse diverso dagli altri. Anche la sequenza finale è stata interessante e azzardata, perché questa volta è stato il team face a vincere in maniera sporca, ma ciò non ha minimamente discreditato le giapponesi, perché hanno lottato un buon match e avevano l’appoggio totale del pubblico.

Il team di commento discute ancora un po’ di quanto appena visto, poi è il momento di parlare di André The Giant e Hulk Hogan. Vediamo infatti dei replay di WrestleMania 3 e un riassunto della faida tra i due. La faida si intensificò con l’intromissione di “Million Dollar Man” Ted DiBiase: questi voleva comprare il titolo WWF da Hulk Hogan, cosa che il campione rifiutò. Così DiBiase offrì del denaro ad André perché vincesse il titolo al posto di Ted DiBiase, cosa che il gigante di Grenoble accettò.

Contract Signing

La crew allestisce un tavolo sul ring. Ci sono “Mean” Gene Okerlund, che sta moderando la firma del contratto, e il presidente della WWF, Jack Tunney. André The Giant arriva sul ring con Million Dollar Man e la sua guardia del corpo, Virgil. Poi è la volta del WWF Champion, Hulk Hogan, che si fa strada verso il ring sulle note di “Real American”. Pubblico in visibilio, come sempre. Nessuno indossa il proprio ring attire.

Vince McMahon sottolinea continuamente quanto sia alto André. “Look at the size of André!” Hogan e André si siedono insieme a Jack Tunney. Ted DiBiase provoca Hogan e lo accusa di avere fifa. Hogan firma il contratto, dopodiché DiBiase gli dice che ha appena firmato la fine della sua carriera.

André legge il contratto con calma. Vince ripete ancora quanto sia alto André e soprattutto quanto siano grandi le sue mani. André indica una clausola contrattuale. DiBiase gli dice che è un incentivo finanziario per convincerlo a firmare. André studia il contratto nei minimi dettagli, cosa che DiBiase approva, perché – a suo dire – ad André è permesso di “prendersi tutto il tempo di cui ha bisogno”, DiBiase intanto si gode il momento. Pochi minuti dopo, l'”8th Wonder of the World” firma finalmente il contratto.

Hogan e André si alzano. Staredown. Hogan cerca di attaccare Ted DiBiase, ma André afferra il campione e lo schianta con la testa sul tavolo. Poi ribalta il tavolo e glielo tira addosso. Ted DiBiase se la ride.

VC: Dato che questo è stato trasmesso in TV via cavo, e quindi non in PPV, va bene così. Era il tipico angle da contract signing, dove alla fine si arriva sempre alle mani, maggiormente si tratta di attacchi a tradimento da parte degli heel. André era ormai fisicamente in declino e a stento riusciva a muoversi, ma ha fatto bene in questo segmento.

Dopo un’altra pausa pubblicitaria, torniamo da Vince e Jesse che spiegano brevemente come funziona il Royal Rumble Match. Poi si va dritti sul ring, dove i primi due partecipanti sono già pronti a iniziare.

Royal Rumble Match

Il primo partecipante di sempre è Bret Hart. Il secondo è Tito Santana.  Tito è (come sempre) face e campione di coppia in carica insieme a Rick Martel. Bret è un heel e fa parte della Hart Foundation insieme a Jim Neidhart (per chi non lo sapesse: il padre di Natalya). Tuttavia, riceve anche alcuni applausi perché è canadese e quindi eroe locale. Inizia il match con uno scambio di colpi equilibrato. Bret Hart va a segno con un Atomic Drop. Il #3 è “The Natural” Butch Reed.   Attacca immediatamente Tito e cerca di buttarlo fuori dal ring, Bret Hart si unisce, ma segue il DOUBLE NOGGIN’ KNOCKER. Hart e Reed lavorano insieme contro il messicano. Arriva anche il #4 Jim Neidhart e per Tito la situazione sembra senza speranza. I tre heel cercano di sollevarlo oltre la corda, ma finalmente arriva qualcuno a soccorrerlo, il #5, Jake “The Snake” Roberts.  Irrompe sul ring per la gioia del pubblico ed elimina Butch Reed. Ricordatevelo per il prossimo quiz sulla WWE. Butch Reed fu la prima superstar di sempre ad essere eliminata dalla Royal Rumble.

Tito approfitta della parità numerica, ma la Hart Foundation riprende il controllo ben presto, tra l’altro Bret rifila al messicano un Piledriver come da manuale. Il #6 è “King” Harley Race, che si unisce a Neidhart nell’attaccare Jake Roberts. Roberts riesce a scrollarseli di dosso e corre di nuovo in soccorso di Tito Santana. Il #7 è Jim Brunzell, che irrompe immediatamente sul ring e neutralizza la Hart Foundation con il DOUBLE NOGGIN’ KNOCKER. Brunzell e Roberts cercano di buttare Bret Hart fuori dal ring, ma Neidhart salva il cognato. Il #7 è Sam Houston.  Insieme a Jim Brunzell, cerca di eliminare Harley Race. Alla fine, però, è Tito Santana ad essere eliminato per mano della Hart Foundation. Il #9 è “Dangerous” Danny Davis. Questi approfitta sempre degli altri per salvaguardarsi, poi però decide di attaccare Jake Roberts, convinto di non subire contrattacchi, ma si sbaglia, perché Roberts tenta la DDT – ma Davis riesce a svignarsela. Il #10 è Boris Zhukov e sto iniziando ad avere i miei dubbi sul fatto che i lottatori arrivino davvero sul ring ogni due minuti. Sembra molto meno.

Fabio Barbuscia
Fabio Barbuscia
Da quando vidi The Undertaker chiudere Ultimate Warrior in una bara, sono rimasto legato a vita a questo mondo magico. Sono quello che accompagna i nostalgici sia in italiano che in tedesco. Sono il WWE Vintage Critic e viaggio nel tempo al posto vostro.
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