WWE Planet #997 – Raw con la schwa

È stato “genderwashing”, è stato adattarsi ai tempi. Opportunità, prima ancora che volontà e sicuramente più che senso di giustizia. La WWE è stata per anni una cartina di tornasole del pessimo riguardo avuto per il wrestling femminile, oltre che per le donne in generale. Poi qualcosa è cambiato, prima altrove e poi qui forse, anche nel wrestling. Ma al di là di diverse valutazioni, di periodi vecchi o attuali, la verità è che Raw sta dimostrando di poter andare avanti con un Campione che è in realtà una Campionessa.


Cominciamo con qualche calcolo. Sia il WWE Championship che lo Universal Title hanno subito questo destino: insieme, ora, sulle spalle di Reigns, separati in passato. Molto di più lo Universal, non solo in proporzione: la Cintura esiste dal 21 agosto 2016, ossia da 2303 giorni. Di questi, ben 743 sono stati i giorni in cui la Cintura è stata in possesso di un wrestler che non si presentava tutte le settimane. Questo solo prendendo in considerazione i regni precedenti a quello “misto” di Reigns, che comunque consta di oltre 800 giorni ad oggi. Raw molto più colpita di SD, in questo senso: dei 743 giorni d’assenza, solo i 27 giorni di regno di Goldberg furono a SD. A cui si aggiungono gli ultimi tre passaggi di Lesnar dal novembre 2019 in poi con invece il WWE Championship.

In breve, negli ultimi 8 anni, poco meno di 3000 giorni, Monday Night Raw ha avuto un Campione del Mondo part-timer per circa 1408 di questi. Con un enorme aumento della tendenza negli ultimi 4 anni. Senza soffermarsi sull’episodio poi diventato consuetudine (dal ritorno di Brock Lesnar e The Rock in poi) del Campione part-timer, il risvolto naturale di fronte ad una scelta così discutibile è trovare una soluzione. In questi lunghi periodi, ivi compresi quelli attuali, non sempre si è riusciti a farlo con brillantezza. E l’alternativa è sempre un po’ stata lo United States Championship. Tranne una volta, dove s’iniziò a intravedere un’altra possibilità per coincidenza, più che per programmazione: la consacrazione di Becky Lynch come The Man e il suo regno record, coprirono per intero il passaggio di Brock Lesnar con il WWE Championship a Raw, fino alla sua sconfitta per mano di McIntyre alla WrestleMania COVID.

Fu probabilmente un caso, nello stesso periodo si tentava comunque di lavorare con lo US Championship in parallelo, senza riuscire a cavarne troppo. Ma forse fu il momento in cui si capì che il roster femminile, dopo aver guadagnato lo spazio, era anche pronto a prendersi carico della Compagnia. È successo con le Boss ‘n’ Connection, ma per la difficoltà degli show ad arene vuote e per entrambi i programmi. Oggi sta succedendo lo stesso, ancora nello show rosso: dall’inizio dell’anno, il Campione Mondiale di Raw è stato presente solo per 20 giorni (3 puntate) con Bobby Lashley, per il resto è stato in mano a Lesnar o a Reigns ed è fisicamente apparso in onda solamente in una manciata di show sui 52 totali dell’anno.

Specialmente dopo WM 38, il fulcro dello show ha dovuto trovare costantemente dei cambi volanti in corsa: prima superando gli infortuni di Rhodes e Orton, poi sorvolando sul piattume di Lashley.Insomma alla fine ha trovato vero sostegno solo in Bianca Belair e Becky Lynch e nella grossa mano nel rinverdire il suo regno che la texana ha trovato nell’opposizione alle Damage Ctrl dall’estate in poi.

Le donne di Raw non solo hanno sorretto lo show laddove falliva il comparto maschile, ma sono diventate un punto d’interesse costante e pressoché le uniche ancora in grado di reggere le file di più narrazioni che vanno avanti da un periodo medio-lungo. Rollins, Riddle, Lashley e Theory, senza contare gli altri, sono stati tutti impegnati costantemente ma, altrettanto costantemente, hanno dovuto risolvere e ripartire, rimescolare la situazione, per non risultare stanti e senza comunque dare davvero un grosso risalto al Titolo degli Stati Uniti o alle loro rivalità. Belair invece ha trovato tanto aiuto nelle proprie avversarie, modi di andare “in pausa” con la contrapposizione a squadre e la capacità di convivere con il sempre enorme tifo che sostiene Becky Lynch e l’alto interesse generato dal ritorno di Bayley.

In mezzo il ritrovamento di Nikki Cross e Alexa Bliss, quelle vere e sensate, di Asuka non come personaggio macchietta e di una vera chance per Dakota Kai e Iyo Sky. Non poco, per niente, se si pensa che la divisione si allarga ancora. O, ancor peggio, se si pensa alla fatica fatta da SmackDown a trovare un senso, tra pessime scelte di valigette e grossi problemi d’innesto di Ronda Rousey.

Insomma Raw parla da mesi al femminile, lo fa magari discretamente e senza che venga davvero riconosciuto. Ma lo fa e lo fa in maniera chiarissima, parlando a tutti, senza barriere di gender: si sono sprecati main event, lunghi segmenti, intere puntate dove il resto era punteggiatura a quel solo racconto. E non è mai pesato, non più di altre scellerate puntate o di periodo molto, molto più insostenibili di questo. Raramente il momento più difficile da superare delle 3 ore in rosso, spesso nota positiva, mai causa del problema. E quando di fronte ci si prospettano altri mesi identici, c’è una parte mezza piena da guardare.

Daniele La Spina
Daniele La Spina
Una mattina ho visto The Undertaker lanciare Brock Lesnar contro la scenografia dello stage. Difficile non rimanere incollato. Per Tuttowrestling: SmackDown reporter, co-redattore del WWE Planet, co-presentatore del TW2Night!. Altrove telecronista di volley, calcio, pallacanestro, pallavolo e motori.
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