WWE Planet #973 – Quando il campione non c’è i topi non ballano

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Siamo a poco più di due settimane dal prossimo PPV della WWE e dopo un po’ di tempo possiamo dire che forse WrestleMania ha creato più problemi di quelli risolti. WrestleMania infatti viene spesso visto come l’evento in cui le faide giungono al termine, anche se spesso non è così, anzi può capitare che quello dello Showcase of Immortals sia il primo match di una lunga serie, e ci si ritrova quindi a ricostruire buona parte delle storie da zero.


Ma come sappiamo la WWE ha da ormai parecchi anni un problema con la scrittura delle faide più elementari e una passione smodata per alcuni atleti del roster. Fino al punto da considerarli delle attrazioni così grandi da tenerli da parte per i grossi eventi o infilarli sempre nel main event, anche in modo forzato.

Ma partiamo con ordine con quanto avvenuto a Raw. Perfetto, ora possiamo passare a SmackDown. Perché a parte ciò che ruota intorno agli RK-Bro, che sono ormai mesi che mantengono lo show con le loro sole forze, tutto il resto è scialbo e privo di un qualsiasi interesse. Cosa abbastanza ovvia quando hai sacrificato l’intero roster a favore di un solo uomo. E stessa cosa dicesi per la divisione femminile, con la Belair che sembra il contorno a una storyline con altre wrestler come protagoniste, pur essendo lei la campionessa.

Passando a SmackDown la situazione sembra migliorare ma non di molto. Lo show blu sembra essere diventato il programma principale all’interno della programmazione della WWE e per un semplice motivo: entrambi i nomi di punta della federazione sono a SmackDown.

Charlotte si è presa il main event in un match di meno di due minuti, con buona pace di chi vorrebbe la costruzione di altri volti. E come capita ogni volta, anche se perde, Charlotte è colei che deve avere l’ultima parola, anche in un feud con Ronda Rousey.

Reigns d’altra parte si fa vedere solo una volta a settimana in un feud che non è il suo ma in cui è comunque il protagonista. E di rumors che girano intorno al suo regno titolato non sono dei migliori. Sembrerebbe infatti che per lui le difese titolate avverranno soltanto nei grandi eventi. Possiamo definirlo un nuovo Lesnar e proprio come il caro Brock porterà gli stessi problemi.

C’è infatti chi penserà che questo porterà il reparto creativo a costruire altri volti ma proprio con Lesnar abbiamo già avuto la smentita di questa ipotesi. Perché se a mancare è la voglia questa continuerà a mancare con qualunque roster e qualunque situazione.

Scritto da Davide Procopio
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