WWE Planet #969 – Andare o non andare a WrestleMania

È il tema da due settimane a questa parte, più o meno quando la WWE si è accorta che avrebbe dovuto anche approntare una card per WrestleMania e non solo preparare le luci e vendere i biglietti. Andare o non andare a WrestleMania a volte dipende dal talento, altre semplicemente dall’astuzia. Su questa ci concentreremo quest’oggi perché abbiamo finalmente capito una storia della WWE: i furbi vanno a WM, gli stolti no. Anzi ci vanno comunque ma facendo il doppio della fatica.
Tra i furbi e le furbe di WM ci sono Shayn Baszler e Natalya, che hanno guadagnato un match a WM picchiando quelle che già ci sarebbero andate. Ma ci sono anche quelle: Rhea Ripley e Liv Morgan si sono limitate a vincere un match, Sasha Banks e Naomi nemmeno quello. Certo è furbo Johnny Knoxville o lo Pat McAfee che non hanno nemmeno dovuto fare nulla per esserci. Ma tralasciando le celebrità, è furba certamente Charlotte Flair – non è una novità – visto che si è limitata a non difendere il Titolo per essere sicura di avere un posto a WM. Il re dei furbi è sempre stato Edge, poi, che infatti si è limitato a sfidare alla cieca e poi a vestirsi elegante nel buio per andarci. Hanno provato a spacciarci come furbissimo Kevin Owens, che invece deve come sempre sudare ben più di sette camicie per esserci. E visto come ci sarà e cosa farà a WM, non siamo sicuro che “furbo” sia la parola più adatta. Furbi tra i furbi sono gli Street Profits, che vanno a WM perché sì.
Un perché sì che esclude il primo degli stolti: Seth Rollins. Sappiamo bene che al momento è in attesa che un altro firmi un contratto, ma attenendoci alla storia Rollins ha dovuto fare diversi match con Kevin Owens per lottare per i Titoli di Raw a Raw, mentre a Ford e Dawkins è bastato pretendere un match a WM. Tra chi ci va ed è uno stolto c’è The Miz che ha dovuto fare 30 match con i Mysterio per provare a convincerci che barassero; ci sono i Mysterios che hanno dovuto partecipare a 30 segmenti in cui venivano accusati di barare; c’è Ronda Rousey che s’è messa addirittura a vincere una Rumble e Bianca Belair che lo ha fatto alla Chamber. C’è Drew McIntyre che pur di andarci è incastrato da eoni in un litigio che è 3 o 400 passi oltre il demenziale con un inetto e il suo aiutante. Stoltissimi gli RK-Bro che hanno fatto gare di spelling, quiz, match e Triple Threat per andarci come se fosse la prima volta. Insomma non è una sorpresa: il mondo si è sempre diviso in furbi e stolti, intelligenti e ingenui, perspicaci e babbei.
Nell’esercizio stolto appena messo in pratica, c’è semplicemente lo svolgimento delle storie WWE. Pesi e misure diverse in un mondo che racconta di una competizione e quindi, per struttura stessa, comparativo. C’è l’assurdo di arrivare allo stesso obiettivo non per strade diverse, ma attraverso sistemi diversi: o meglio, attraverso un sistema che a volte si comporta in un modo, a volte nel modo totalmente opposto, senza ratio né motivazione. Il tutto in una modalità che prende tanto alla leggera la logica, da mettere Orton nella posizione di dire non il vero, ma il sensato, e prendere comunque la decisione folle nel giro di 30 secondi. Come nulla fosse, come ci fosse nulla dentro, applicando delle regole sempre diverse in qualcosa che – forse sfugge – la sospensione d’incredulità non contempla.
Il tutto pensando ad altro, pensando a Cody. Perché senza girarci intorno, la formula è sempre quella: celebrità-segmento con le leggende-ritorni-Roma Reigns. Come se avesse sempre funzionato, laddove mai ha conquistato un successo. Eppure basterebbe un po’ più di sforzo a mettere due mattoncini uno sull’altro, con un minimo di pazienza e senza colpi di testa. Non gettare il fumo per vendere l’arrosto, ma prometterlo e poi farlo trovare davvero. Sennò i furbi finisce che a WM non ci vanno, non ci vogliono andare e infatti non stanno comprando i biglietti.