WWE Planet #966 – L’unico errore di Elimination Chamber

WWE Planet

Nonostante il diffuso sentimento di antipatia serpeggiante dall’edizione di Elimination Chamber in salsa arabica andato in scena ieri, sembra piuttosto ovvio ed evidente che, tra tante possibili valutazioni soggettive, c’è stato uno e un solo errore riguardante l’intero evento. Piuttosto grosso, è vero, e per una volta non è la WWE, che ha fatto di tutto per metterci nelle condizioni di godercelo, a dover rendere conto di questo errore, bensì i fan. L’unico errore, infatti, era aspettarsi qualcosa di diverso.


Per dimostrarlo partiamo dalla critica principale: la mancanza di coerenza. In molti accusano da tempo la WWE di non avere coerenza in diacronia, di dimenticare costantemente quanto fatto poche settimane prima e stravolgere e ri-stravolgere continuamente piani e ragionamenti consolidati in merito a questo o quel personaggio e al suo percorso. Nulla di più vero, se non fosse che mai come in questa Road to WM – e più in generale da mesi se non anni a questa parte – la federazione di Stamford ha scientemente e inequivocabilmente rinunciato a qualsiasi tipo di linearità anche sul medio-breve termine. Se ci si aspetta che un Titolo cambi di mano per un motivo logico o che verrà giustificato a breve, se si pretende che a un carachter sia attribuito un valore che combaci di settimana in settimana, se si vuole vedere un evento che non va all’improvviso in una direzione completamente differente da quello precedente, l’errore è negli occhi solo di chi guarda. Non c’è il minimo sforzo e dunque la minima intenzione di soddisfare certi capricci da parte della WWE, che continua imperterrita a andare in direzioni ostinata e contraria (dunque coraggiosa, senza dubbio). Se vi siete fatti l’illusione che EC sarebbe stato un PPV organico rispetto alle storyline di Raw e SD e avete pensato che si sarebbe giunti ad un compromesso serio e contestualizzato per risolvere vari bandoli di diverse matasse, siete appunto degli illusi. Negli ultimi tempi, e tanto meno negli show che hanno “costruito” EC, la WWE è stata responsabilmente molto attenta a non lasciare indizi che potessero far pensare ad un risvolto tanto elementare. A dirla tutta, c’è stata quasi una maniacale attenzione nel non costruire niente che potesse dare adito al minimo dubbio: deserto, deserto e deserto, proprio per prepararci all’Arabia Saudita, e un briciolo di storyline solo per un paio di match, gettati nella mischia e da dimenticare in fretta. Sarebbe inutile linkare alcune delle edizioni precedenti dove tutto questo veniva sottolineato (ma li trovate qui, qui e qui, se proprio voleste controllare, maniaci della coerenza che non siete altro).

D’altro canto, perché scomodarsi: ci stiamo solo approcciando all’evento teoricamente più importante dell’anno in casa McMahon, quindi non c’è alcun bisogno di programmare, pianificare e rendere intriganti gli archi narrativi. La sola cattedrale Lesnar-Reigns, faro di ogni cosa da anni a questa parte e a cui l’intera programmazione degli ultimi 2 o 3 mesi è stata sacrificata since Day 1 (pun intended). E se vi interessa altro, magari perché sa leggermente di stantio oltre che di tremendamente demenziale, il problema è esclusivamente vostro, ve la state andando a cercare. Tutto faceva presagire al Title vs Title Match e la gravitazione di show settimanali e Royal Rumble si è limitata a pochissimo altro in nel 2022. Quel poco di storie alternative è stata vittima di scarso impegno, pigrizia ormai DOC da quelle parti e limitata qualcosa di lontano dal main event. Anche perché quel poco di costruito che si è avvicinato al piano superiore è stato poi brutalmente sacrificato in nome del resto: che si chiamasse Lashley o Rollins, Owens o Big E. E tante grazie. Senza contare che per il resto si attende l’ultimo minuto. Oltre ai match titolati (e nemmeno tutti), di piani per il Grandaddy Of Them non se ne scorgono, non alla luce del sole quantomeno. Dunque ci attende un lavoro frettoloso e raffazzonato da ora fino a WM per provare a riempire due serate di incontri di scarso appeal e profilo. Non c’è da analizzare, anzi non c’è altro. È così e basta e infastidirsi è fuori luogo, laddove si è persino interrotto qualsiasi tentativi di gettare fumo negli occhi e far illudere che ci sia altro in serbo.

Resta legittimo solo pensare che è un po’ pochino, forse, preparare praticamente solo un incontro per WrestleMania. Ma la WWE ha messo in pratica una sistematica operazione di rimozione di qualsiasi altro disturbo dal menu: c’è solo questo, che piaccia o no. E se arrivati qui siete tra quelli che si ostinano a pensare che EC è stato terribile e che sia ovvio pretendere di più dalla prima federazione di entertainment al mondo e dunque vi sentiti presi in giro da questo editoriale, sappiate che avete pienamente ragione. A discolpa, però, hanno iniziato loro. Si tratta solo di adeguarsi.

Scritto da Daniele La Spina
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