WWE Planet #961 – Rissa reale senza reali?

Quest’oggi iniziamo con un gioco ispirato al WrestleTrivia che va in onda su Twitch, e di cui il nostro Dario Rondanini è il campione in carica. Siete pronti?


Chi era il campione Intercontinentale durante WrestleMania 22? (non andate a cercare su Google mi raccomando)
Bene, la quasi totalità di chi ha vissuto quel periodo avrà risposto correttamente col nome di Shelton Benjamin.

Facciamo un’altra domanda: chi di questi non è mai stato campione Intercontinentale: Owen Hart, Edge, Triple H, Shawn Michaels.
Se avete risposto dicendo che tutti e tre sono stati più volte campione intercontinentali avete risposto bene.

Ultime due domande: Chi è l’attuale campione Intercontinentale e quando ha difeso l’ultima volta il titolo in PPV.

Vi do un po’ più di tempo per pensare.

Ed ecco le vostre risposte: l’attuale campione è Shinsuke Nakamura e non ha mai difeso il titolo in PPV. Probabilmente non ha mai difeso il titolo nemmeno in uno show settimanale, ma poco importa. Ciò che importa è che l’Intercontinental Championship ha lo stesso interesse di un materassino gonfiabile il quindici di dicembre. In Alaska.

Ma il titolo Intercontinentale è in buona compagnia. Ad esempio sapevate che la WWE ha dei titoli di coppia femminili? Incredibile vero? E non mi sto riferendo a quelli detenuti da Gigi Dolin e Jacy Jayne, ma di quelli detenuti da Carmella e Zelina Vega. Un discorso che si allarga in misura minore anche al regno titolato di Damian Priest.

Ecco quindi che la WWE si ritrova con tre titoli secondari, ma sempre potenzialmente utili per imbastire delle storyline, utilizzati come semplici orpelli. E a Zelina Vega non serviva nemmeno in questa prospettiva un titolo dato che è la Queen of the Ring. Di conseguenza eccoci con tre potenziali storyline in meno.

E tre storyline in meno vogliono dire almeno quattro atleti a cui viene tolto spazio per risaltare e crearsi uno status. Senza contare gli status che si potrebbero costruire intorno agli sfidanti. Con il numero di titoli attualmente presenti nel main roster della federazione di Stanford buona parte dei wrestler avrebbero una direzione da seguire invece di risultare dei semplici tappabuchi per raggiungere la durata di cinque ore settimanali di show.

Ma come abbiamo visto non è così, ed è il periodo dell’anno peggiore in cui questo possa accadere. Mancano infatti due settimane alle Royal Rumble, e sia quella maschile che quella femminile soffrono dello stesso problema. Chi sono i papabili vincitori?

L’incertezza è sicuramente un elemento su cui puntare per mantenere alta l’attenzione del pubblico. Ma come direbbe il buon Lionel Hutz c’è incertezza (faccina contrariata guardando Marge) e incertezza (faccina sorridente). E in questo caso ci ritroviamo palesemente di fronte alla prima tipologia di incertezza.

Nessuno dei nomi annunciati per le Royal Rumble ha uno status tale da essere percepito dal pubblico come plausibile vincitore e l’unico che avrebbe potuto avere delle chance in più, Drew McIntyre, starà fuori per chissà quanto per un infortunio al collo. I restanti partecipanti sono un misto tra mid e low carder che battaglieranno non per scoprire chi è il migliore ma per decretare il meno peggio.

Ovviamente non è tutta colpa dell’invisibilità dei titoli secondari, buona parte del problema è condivisa soprattutto con la gestione Reigns. Per fargli battere un record hanno sacrificato l’intero roster al suo altare e ora l’intero roster ha una considerazione agli occhi del pubblico pari a zero, tanto da dover proporre un heel vs heel proprio per il match titolato alla Royal Rumble.

Diverso il discorso per quanto riguarda Big E, che non è mai stato percepito a pieno come campione, e di conseguenza tutti i suoi avversari hanno risentito dello stesso problema. E ancora peggio la situazione che circonda il roster femminile, dove da ANNI il tutto ruota intorno a 3\4 atlete, a seconda se si punta su Bayley o meno, e costringendo non solo a inserire una delle campionesse e un nutrito numero di ex lottatrice all’interno della rissa reale, ma anche a dover costruire feud proprio con chi è riuscita a farsi uno status quando i tempi erano decisamente migliori, con una Lita costretta a tornare sul ring dopo anni di inattività e con una motivazione che fa acqua alla seconda frase (Royal Rumble 2018, Lita entra con il numero 5. Evidentemente inizia a soffrire di demenza senile)

Se la costruzione di entrambe le Royal Rumble continua in questa direzione si può affermare tranquillamente che siano le risse reali con meno star power da diversi anni. Non uno dei modi migliori per iniziare la road to WrestleMania.

Davide Procopio
Davide Procopio
Scrive per TuttoWrestling dal 2016. Laureato in sociologia dei processi culturali e comunicativi, analizza criticamente i vari tipi di media presenti nel mondo, wrestling compreso.
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