WWE Planet #1031 – In direzione ostinata e contraria

WWE Planet

Quando tutti sembrano propendere per una cosa, sceglier di accettare il contrario. Quanto il conformismo sembra l’unica scelta possibile, sceglie di stravolgere ogni consuetudine. Quando a tutti piace una cosa, proporre sempre e comunque quella che non piace a nessuno. La WWE va in direzione ostinata e contraria su quasi ogni punto di svolta delle proprie storyline per renderlo vero, alla faccia di Dori Ghezzi.


È credibile però, che così come fu per De André, quella della federazione di Stamford (si potrà più dire?) è una presa di posizione ponderata, un manifesto limpido e smaccato del proprio pensiero. A tutti piace quel wrestling che noi non avevamo programmato che piacesse, allora lo ricompensiamo con una sconfitta quando non serve, contro quello che noi avevamo deciso che vi dovesse piacere (YEAH!). Se vi sembra logico che una stable sia pronta ad uno split, ve lo facciamo pensare per mesi e poi ce ne dimentichiamo all’improvviso – qui fate voi se parliamo del Judgment Day o delle Damage Ctrl o di tutte e due. Se invece una funziona e ha bisogno di tempo e storyline per ingranare, noi gli facciamo fare solo le comparse e poi li splittiamo. E no, scordatevi che avvenga in maniera sensata o organica. Facciamo che, ad esempio, quello che dovrà diventare heel al posto di arrabbiarsi per un errore altrui, commette lui l’errore. Ma non viene cacciato, affatto, viene solo “redarguito”. Che non basta per farlo andare via subito ma dopo un match in cui ha provato ad aiutare gli amici che, di lì a 2′, tradirà. E con uno scontro fisico alla Stanlio & Ollio, che non si sa mai che lo prendiate seriamente.

Oppure avete presente quella lottatrice giapponese che vi piace tanto? Ma tanto che ogni volta che vince siete tutti felici e ogni volta che fingiamo un repackaging cambiandole semplicemente pittura facciale e pelliccia, voi vi immaginate che sia davvero il suo momento? Ecco, lei. Sapete cosa facciamo? La facciamo turnare. A casaccio dopo che l’ennesima illusione si è ormai spenta e la facciamo unire ad un gruppo di ragazze contro cui lotta in tutte le salse da circa un anno. Ma così, solo perché è arrivata una che una volta era sua amica, mica perché ha capito che voleva cambiare schieramento. Massì, tanto per scuotere. Come se facessimo perdere due che sono stati un grandissimo tag team una settimana dopo averli riuniti in “pompa magna”. Ecco, sì, facciamo anche quello. Si fa così d’altronde. C’è una stable che lotta ininterrottamente a Raw da mesi contro le stesse persone. Avete presente? Tipo stessi finali, match mai conclusi, scambio di Titoli come fossero figurine e interferenze a profusione. Ecco, dopo aver disperso gli avversari anche tra i roster, li rimettiamo insieme e gli facciamo finalmente fare fronte comune. Ma non perché dopo mesi e mesi di rotture hanno capito che un modo sensato di affrontare 4 persone è, effettivamente, essere in 4.

No! Affatto! Troppo facile. Lo facciamo perché dobbiamo tenere fisso sul calendario un gimmick match, che ci pesa troppo altrimenti scrivere. Andiamo, che bella idea. Così al posto di farvi vivere con l’ansia di poter essere contenti ed esaltati all’idea di che bell’incontro potrebbe essere e che bel finale di storyline possa essere, perfettamente contestualizzato. Al contrario, vi regaliamo al certezza che vi può dare solo la paura. La paura che tutto venga mandato in malora con altri colpi di scena non richiesti a casaccio durante quell’incontro (che storicamente servono, li abbiamo sempre messi perché due ring, una gabbia enorme e armi a profusione non bastano). O vogliamo far finta che regga al confronto della rassicurante consapevolezza che l’indomani sarà tutto uguale e ucciderci dentro una trappola mortale non sarà servito a risolvere assolutamente alcunché? No, è molto meglio così. Come la gente non se lo aspetta.

Manifesto, appunto. Che serve a ricordare a tutti chi sei e cosa pensi. Senza equivoci. Che poi qualcuno fa la fantasia che si smetta all’improvviso di mettere in pausa le storyline perché non ci sono nemmeno idee per allungare il brodo. Sempre al contrario di dove la gente vorrebbe andare. O immaginerebbe sia quantomeno logico andare. D’altronde ai fan non serve un prodotto sensato e godibile, no. Servono Smisurate Preghiere.

Scritto da Daniele La Spina
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