WWE Planet #1023 – Pronostici di Payback

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IN un’estate a dir poco spenta per la WWE, arriva Payback che si presenta come forte candidato a PLE più snobbabile di questo 2023. Le costruzioni sono poche, spesso povere e in molti casi ritrite, complice il fatto che parte della card è stata impattata dalle esclusioni avute a SummerSlam quasi un mese fa. L’assenza della Bloodline, inoltre, toglie un punto di interesse importante: non solo per chi continua, in qualche modo, comunque a sentirsi coinvolto dai samoani ma, semplicemente, perché evidenzia in maniera ancor maggiore la penuria d’attenzione su tutto il resto. Insomma Payback sfigurerebbe anche se la AEW non avesse appena tirato fuori All Out e lo fa perché non si preannuncia indimenticabile, dà l’impressione di una card riempita pigramente e tanto per riempirla per almeno l’80% di essa e la speranza è che le cose cambino con l’avvicinarsi dei nuovi palinsesti televisivi.


Single Match:
LA Knight vs The Miz

È l’incontro meno importante, per ciò che mette in palio, e ha un risultato piuttosto scontato. Eppure è uno dei pochi che arriva ben costruito. Certo, non è stato difficile: i personaggio di Knight e Miz sono conflittuali per natura e ha fatto la differenza, guarda caso, il talento dei due a sfruttare il poco avuto. Lo scontro verbale di Raw di un paio di settimane fa non ha deluso le attese e i due il resto lo hanno fatto a distanza, da fuoriclasse del microfono quali sono. L’incontro non sarà indimenticabile e nessuno pretende che lo sia, ma farà il suo lavoro: elevare Knight di un altro gradino. E, d’altronde, ormai lo sappiamo, Miz è l’uomo perfetto per questo tipo di cose. S’incastra tutto.

Vincitore: LA Knight

Steel Cage Match:
Becky Lynch vs Trish Stratus

Promettere il match a SummerSlam e poi farlo un mese dopo, allungando incredibilmente il brodo, non è stata un’idea vincente. Chi l’avrebbe detto (a parte tutti)? Fosse l’unica cosa che non ha funzionato, sarebbe oro. La realtà è che la storyline è stata brutta, senza mezzi termini. Basata su motivazioni pretestuose, portata avanti in maniera infantile e cone le pause di cui sopra, ripetendo in loop le stesse, solite cose. Non si vede l’ora che Lynch superi questa melma in cui è impantanata da oltre 8 mesi, per tornare importante come vuole il pubblico. E di sicuro questo feud non è quello con cui avremmo voluto salutare Stratus, anzi, difficilmente sarà quello con cui preferiremo ricordarla: non poteva certo funzionare incastrarla in questo personaggetto heel che sembra scritto di fretta da chi ha solo una vaghissima idea di come funziona il wrestling. Col ritorno in Arabia Saudita alle porte, c’è un po’ di timore di rivedere Lita coinvolta per l’ennesimo colpo di scena, ma ci si aggrappa al colpo fortuito di Raw di Stark alla sua mentore, per sperare che siamo davvero alla fine di questa rivalità. Per Lynch, per Stratus, per Starks che ci hanno solo perso. Di conseguenza, pronositco facile.

Vincitrice: Becky Lynch

WWE United States Championship
Single Match:
Austin Theory vs Rey Mysterio (C)

La prima volta che lo US Title torna in PLE da Backlash (quind inizio maggio) sembra farlo solo per tappare un buco. Il regno di Theory è stato un totale disastro, persino per quelli che erano più ottimisti dal MITB in poi. L’enfant prodige della WWE è sprofondato nell’abisso dell’anonimato, tanto da diventare semplice strumento per mandare avanti qualche storyline per il LWO. A proposito, non è chiarissimo perché non si è dato il Titolo direttamente ad Escobar, più che altro perché sarebbe terribilmente presto per splittare il LWO con un eventuale turn dell’ex leader del Llegado del Fantasma. È l’unico vago punto d’interesse del match, che ancora una volta non riguarda Theory, apparentemente avviato ad una sconfitta. Che, ben inteso, gli serve eccome, per affrontare una ricostruzione che è l’ennesima. Decisamente troppe per uno così giovane, ma tant’è. Vincere e perdere quello che è ormai un titoletto non gli serve a nulla e la dimostrazione empirica, qualora ce ne fosse bisogno, sono gli ultimi 2 anni della sua carriera. Per il resto è un già visto, interessante appena sopra (o forse sotto) la linea di galleggiamento e poco, anzi nient’altro.

Vincitore e ancora Campione: Rey Mysterio

WWE Women’s World Championship
Single Match:
Raquel Rodriguez vs Rhea Ripley (C)

Questo incontro non lo vuole vedere praticamente nessuno. Ed è un vero peccato perché i precedenti hanno dimostrato che le due hanno una buona chimica e indubbiamente ci sanno fare. A non ricordarsi l’ottimo Last Woman Standing di New Year’s Evil del 2021, però, sembra essere soprattutto la WWE, per come ha scritto la storyline. Con Rodriguez legittimata solo da un infortunio a cui è stato difficile credere fin dall’inizio. Nessuno si dà nemmeno la pena di tifare Rodriguez e sfido, dopo mesi passati a far vedere la schiena e sorridere come una pazza come unico consiglio ricevuto. Una face molto piatta contro una heel che è over all’incirca da sempre e che, per giunta, si è dedicata alla sua sfidante nei ritagli di tempo in cui non era con il resto del Judgment Day. Non c’è molto che dà profondità al match e alle chance della messicana ed è un peccato, perché in teoria sarebbe stata la prima difesa di rilievo per Ripley. Magari farlo un mese fa avrebbe aiutato, non risolto.

Vincitrice e ancora Campionessa: Rhea Ripley

Undisputed WWE Tag Team Championship
Steel City Street Fight Tag Team Match:
The Judgment Day (Finn Balor & Damian Priest) vs Kevin Owens & Sami Zayn (C)

Se vi sempre di essere caduti in un infinito loop temporale, avete pienamente ragione. Non vedo come un match alla sua 70ª edizione nel giro di 3/4 mesi possa essere interessante, nonostante la stipulazione, necessaria quantomeno a fare qualcosina di diverso. La WWE si scontra con l’incredibile novità che la stessa cosa riproposta in continuazione, alla fine, stufa. Non è che ci sia molto altro da dire: i lottatori coinvotli sono fantastici ma si sono già anche giocati i bonus dei match belli. Possono sempre farlo ma, davvero, a questo punto, a chi interessa? Non c’è nulla di imprevedibile, nemmeno il risultato, che viste le minacce della Mami a Raw, sembra più che altro spostare l’attenzione sul post: una volta mancata questa ennesima occasione di vincere delle Cinture, magari Priest potrebbe decidere di fare da solo, per lasciare Balor come unico con le braghe che calano nel JD. Insomma, i due wrestler più over di inizio anno, sono Campioni, probabilmente ci resteranno e sono lì a continuare a fare da comparse alle storyline (brutte, altro denominatore comune) dei loro avversari. Un arco narrativo che, otlre ad essere forzato perché spinto in gola al pubblico a forza da decine e decine di settimane, sarebbe per giunta completamente insensato: c’è chi elogia la scrittura a lungo termine della WWE (giuro!), che in questo caso ci racconterebbe di un gruppo che ha eliminato il proprio fondatore, Edge, per far entrare il nuovo leader, Balor, per poi farlo fuori perché è il “fallito” del gruppo. Completamente logico. L’unico lato positivo è, che se così fosse, ci si avvicinerebbe finalmente alla fine di questa infinita tiritera nel JD – e magari del JD, ma non voglio essere così ottimista. Chiaramente, si salvi chi può se non dovesse finire con la vittoria di Zayn & Owens, sarebbe una tragedia per tutti, persino per il JD. Ma forse siamo al sicuro: che Priest incassi o no nel main event, vedere il JD vincere in PLE sarebbe decisamente strano.

Vincitori e ancora Campioni: Kevin Owens & Sami Zayn

WWE World HEavyweight Championship
Single Match:
Shinsuke Nakamura vs Seth Rollins (C)

Visto che alla WWE piace, la prima cosa degna di nota è statistica: è la prima volta che un Titolo Mondiale non alla vita di Roman Reigns sarà in main event in un PLE da Elimination Chamber 2022 (nell’omonimo incontro). Ossia 16 PLE e 560 giorni fa; ha il sapore di una piccola luce in fondo al tunnel. A questo, può aggiungersi che sembra l’unico incontro che può attrarre vero interesse è questo qui. Nonostante una costruzione non fenomenale, almeno si è palesata la voglia di provarci. Il coinvolgimento delle dichiarazioni reali di Rollins sullo stato della sua schiena, sono state usate bene (forse fa paura, perché a questo punto cosa vieta di usarle per sempre in futuro, ma un problema alla volta). Anche questo, ha dato una nua sfaccettatura a Nakamura, la prima del nipponico forse dai tempi di NXT. Non è chiaro perché The Artist che l’abbia così tanto col Campione, ma le motivazioni non piacciono in WWE in questi anni, però almeno è un Nakamura che non si limita a esistere, ma fa qualcosa in più. E considerando che l’ultima volta che era stato heel la sua caratteristica era tirare colpi nelle palle, è decisamente un passo avanti non da poco.

A proposito di passato, non serve il passato per dirci che i due possono fare un ottimo incontro e, appunto, lo hanno già fatto. L’unico peccato è che la leggera contestualizzazione della sfida non basta a renderla in bilico: per quanto riguarda l’incontro in sé, Nakamura sembra solo uno sfidante di passaggio per Rollins. Oppure uno sfidante-grilletto, ossia, ricollegandomi a quanto detto su, lo sfidante che ridurrà tanto male Rollins da permettere l’incasso di Priest. Con una card così povera, Payback e per quanto successo di recente con il JD, Payback sembra il PLE perfetto per consumare anche la seconda valigetta e non pensarci più. Il che potrebbe aiutare Priest e il JD (occhio al condizionale che, non sembra, ma è importante), ma sarebbe un enorme peccato per Rollins e per la Cintura. Si chiuderebbe così il primo regno con praticamente 0 sussulti, poco prestigio creato e certo non quello che meritava Rollins che solo adesso aveva iniziato a dedicarsi a sé come Campione, anziché agli altri. Se così sarà, insomma, non sembra premeditato da tanto.

Vincitore e ancora Campione: Seth Rollins

A conti fatti, se qualcuno guardasse solo il main event di Payback si perderebbe pochissimo, al massimo uno degli step di consacrazione di LA Knight, ma quasi letteralmente nient’altro. Un po’ poco per un PLE ma le intenzioni erano chiare fin dall’inizio: basti pensare che è il primo PLE dell’anno a tenersi in arena, anziché in uno stadio. Le altre aggiunte lo caratterizzano come una puntatona settimanale, più che un evento a pagamento (come il 100% delle volte con i talk show in PPV). Il Grayson Waller Effect, di cui davvero non si sentiva il bisogno, sembra un modo buttato a caso per trovare posto a Cody Rhodes: forse si poteva fare di più, specie considerando quanto poco il pubblico si stia calcolando Waller, nonostante gli “sforzi”. Anche la presenza di John Cena, annunciata all’ultimo e poco delineata, sembra più un modo per provare a giocarsi un jolly in cui pare credere poco persino la WWE: quasi più un tentativo alla cieca, in mancanza di voglia di pensare ad altro. D’altronde, il piatto piange dagli episodi settimanali e, su quello, c’è ben poco da fare se non mettersi a lavorare.

Scritto da Daniele La Spina
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