WWE Planet #1001 – Non rompiamoci la kayfabe

In un paio di settimane abbastanza caotiche, la WWE ha fatto parlare molto poco di sé per quello che succedeva nel ring e parecchio per quello che succedeva fuori, ancora una volta. Anche perché quello che succedeva fuori era decisamente abbastanza per chi fosse alla ricerca di una storia d’intrattenimento. Vince McMahon ha ridato la scalata alla Compagnia, dando l’impressione che si stesse tornando indietro di mesi, poi di secoli con le voci sull’Arabia Saudita, quindi nel futuro con altri possibili acquirenti. Il tutto sulla base di tante suggestioni, fanta wrestling, ma pochissime prove.


Sono già state riempite pagine e pagine, con poche analisi e tante speculazioni, sul perché Vince sia tornato, sul perché lo abbia fatto così, sul perché Stephanie si sarebbe dimessa e sui possibili acquirenti. Con, ad oggi, la sola certezza che la WWE sembra definitivamente prepararsi a vendersi, che l’imminenza di un accordo o della pubblicazione di un accordo già raggiunto, siano il motore dietro tutti questi colpi di scena. Non perderemo spazio a rivendicare di essere stati tra i pochissimi a paventarlo e a spiegare come non fosse fantasia, sarebbe ridondante. Piuttosto c’è ora da scrutare i segnali per capire quale sarà la strada che la compagnia di Stamford intraprenderà nel prossimo futuro. E, come spesso accade nei film gialli, la più onesta delle verità è che nonostante il circolo degli indiziati – le aziende e i fondi d’investimento che hanno sia la possibilità economica che l’interesse (il movente) per comprare la WWE – sia piuttosto ristretto, ad oggi si fa fatica a puntare il dito senza tirare a indovinare.

Se è vero, come sembra, che la cessione sia imminente, è anche vero che il ritorno di Vince McMahon spariglia soprattutto quelle carte, con buona pace del discorso creativo: che resti in mano a Triple H o no, francamente, in questo momento è poco rilevante. Pur trovandoci alle soglie della WrestleMania Season ed essendo poi noi, in fondo, fruitori del prodotto finale di quel lavoro. Il futuro acquirente, chiunque sarà, cambierà le declinazione di molte cose della WWE, la federazione attraverserà un cambiamento, più o meno radicale a seconda dell’interesse della nuova proprietà nel cambiare la struttura, il funzionamento o il prodotto venduto. Ma in cuor nostro sappiamo, nonostante il wrestling web vaghi affamato alla disperata ricerca di notizie, indizi e rivelazioni, che in questa fase poco sappiamo e pochissimo altro sapremo: c’è solo da aspettare.

Vince McMahon è tornato, per ora solo per proprio feticcio in alcune posizioni, per ora lontano da altre, probabilmente gli è stato concesso perché necessario (difficile immaginare di vendere senza il proprietario della fetta più grande, enorme delle azioni) e gli è stato concesso di farlo facendo rumore, ostentando forza. Comportamenti che sembrano più di Mr. McMahon, la gimmick della Attitude Era, più che di un vero proprietario di multinazionale. Ma forse è anche realistico così, invece. Adesso si rincorrono voci: come detto sugli acquirenti, su cosa farà Vince McMahon, su cosa farà Stephanie, su cosa farà Triple H, su cosa farà Nick Khan. Ma se c’è un panorama giornalistico non abituato a trattare queste questioni – e a trattarne di vere e non in kayfabe – è proprio quello del wrestling.

Le storie che escono assomigliano sempre più all’annoiato e vuoto calciomercato di maggio, più che a un lavoro di reporting credibile. La grossa verità è che, come succede quasi sempre in questi casi, con titoli azionari, multinazionali, accordi miliardari in mezzo, difficilmente si saprà qualcosa prima del tempo. Poi nessuno vieta di fantasticare, di sognare John Cena in tag team con Topolino a 8,99€ al mese o Kenny Omega che detronizza Roman Reigns al Craven Cottage di Londra, e chissà cos’altro. Il wrestling è bello per quello, perché gioca con la fantasia.

Ma all’atto pratico, farlo al di fuori delle chat con gli amici e delle serate al bar, trasforma la cosa da gioco a truffa, da fantasia a presa in giro, in nome del dio click. La confusione imperante di queste ore e di queste giorni, ci consegna esclusivamente la certezza che di certezze non ce n’è.

Wait & see, come gli arbitri, pur senza dover prendere grosse decisione: aspettiamo e stiamo a vedere. Le cose si dipaneranno davanti ai nostri occhi con o senza le bugie e le invenzioni. Staremo a vedere, diventando poi come al solito testimoni e anche un po’ giudici, esattamente come all’inizio di una storyline. Anche di quelle, a volte, la vita ne confeziona di pazzesche.

Daniele La Spina
Daniele La Spina
Una mattina ho visto The Undertaker lanciare Brock Lesnar contro la scenografia dello stage. Difficile non rimanere incollato. Per Tuttowrestling: SmackDown reporter, co-redattore del WWE Planet, co-presentatore del TW2Night!. Altrove telecronista di volley, calcio, pallacanestro, pallavolo e motori.
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