Storie di Wrestling: Le doti atletiche di Bill Goldberg

Bill Goldberg era un atleta fenomenale, su questo direi che c’è poco da discutere.

Oltre un metro e novanta di altezza per più di centoventi chili di peso, un fisico che sembrava scolpito nella roccia, dotato di una potenza sovrumana, ma al tempo stesso così veloce, agile ed esplosivo da lasciarti a bocca aperta.

Sul ring? Purtroppo è stato mandato allo sbaraglio dopo soli pochi mesi trascorsi ad allenarsi al Power Plant (che era un po’ il Performance Center della WCW) e non ha avuto ne tempo, ne modo di apprendere le basi del pro-wrestling, ovvero quello che serve sapere per diventare un performer completo.

Che badate bene, non è la cosiddetta “tecnica” o, come lo chiama qualcuno in Italia, “il lottato”.

Questi non sono aspetti fondamentali in uno spettacolo i cui incontri hanno esiti predeterminati.

Nel pro-wrestling ci sono i Ric Flair ed i Bret “Hitman” Hart, così come ci sono gli Hulk Hogan e gli Andrè the Giant.

E se Bret e Ric sono stati tecnicamente molto validi, Hogan e Andrè sono state due superstar decisamente più grandi di loro, pur essendo due performer di una tipologia completamente diversa.

Dove sta quindi la differenza? Cos’è che Goldberg non ha avuto modo di imparare? Quali sono queste basi che Hogan e Andrè avevano e che a lui mancavano?

Innanzitutto la capacità di leggere ed interpretare il pubblico e di saper rispondere alle esigenze degli spettatori in tempo reale.

Uno come Hulk Hogan è stato probabilmente il più grande in questo aspetto.

Una volta Chris Jericho disse: “Salire sul ring con Hulk Hogan è la cosa più semplice di questo mondo, fa tutto lui, tu devi soltanto andargli dietro e seguirlo. Pensa lui ad ogni cosa ed il pubblico reagisce ad ogni suo minimo gesto, ti rende tutto facile come bere un bicchier d’acqua”.

Ecco, Goldberg era l’esatto contrario.

Una volta sul ring, aveva bisogno di essere guidato da qualcuno più esperto dall’inizio alla fine del match, perchè non aveva la minima idea di come muoversi, di cosa dover fare in quel preciso momento del match.

Non per colpa sua, molto semplicemente, non gli è stato dato il tempo per imparare questi aspetti fondamentali, che si apprendono con l’esperienza, perché fu buttato subito nella mischia in quanto alla WCW avevano un disperato bisogno di uno come lui e dopo circa dieci mesi dal suo debutto aveva già il titolo di Campione del Mondo dei pesi massimi intorno alla propria vita.

Ma ripeto, per quanto fosse impreparato sul piano della psicologia del ring, dal punto di vista atletico Goldberg era un assoluto fenomeno.

In questo video lo vediamo sollevare il gigantesco “The Big Show” Paul Wight (all’epoca conosciuto semplicemente come The Giant), due metri e tredici di altezza per quasi centottanta chili di peso!

E Goldberg non lo ha semplicemente alzato come per eseguire una bodyslam, bensì eretto in verticale per preparare la sua mossa finale, la Jackhammer, una tecnica che richiede non solo potenza e forza fisica, ma anche un’estrema coordinazione e capacità di bilanciamento.

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