TNA VICTORY ROAD 2004

Un saluto da parte di David Grauli e benvenuti a questo speciale dedicato al primo PPV di 3 ore della TNA, Victory Road. Quello che state leggendo è probabilmente il “numero 0” di una nuova rubrica che come Stamford Report si occuperà di recensire i grandi eventi del wrestling made in USA, tutto dipende dall’interesse che riuscirà a suscitare la TNA e dal tempo che il sottoscritto riuscirà a ritagliarsi tra impegni lavorativi e non.


Passiamo allora al commento di questo evento…

 20 MEN GAUNTLET BATTLE ROYAL: 7.5
Ottima partenza per Victory Road 2004 che con questa Battle Royal mette subito sul piatto uno degli aspetti migliori della federazione, la X-Division. Veloce e senza un attimo di sosta, questa Battle Royal ha avuto il merito di risultare anche molto spettacolare nonostante le limitazioni che il tipo di incontro può avere da questo punto di vista. Ottimi alcuni spot, uno su tutti il mega suplex che ha coinvolti diversi lottatori contemporaneamente. Molto buona la fase finale con Hector Garza (bello il suo moonsault) e Kazarian, emozionante così come tutto il resto dell’incontro.Erik Watts & Pat Kenney & Johnny B. Badd & Ron Killings vs Dallas & Kid Kash & The Naturals: 6
Incontro troppo breve (neppure 5 minuti) per permettere a questi otto wrestlers di entrare in gioco in maniera considerevole (se consideriamo Erik Watts non è di certo un male…) ed al match di svilupparsi in modo completo, ma si è trattata comunque di una contesa sufficiente nel complesso. Solido nella sua breve durata, il match ha mostrato qualcosa di buono grazie ad alcune manovre aeree come la top rope huracanrana di Johnny B. Badd (e chi pensava fosse ancora in grado di eseguirla?)  ed un bel moonsault di Dallas (impressionante vedere un wrestler della sua stazza eseguire questa mossa). Con più tempo a disposizione il match avrebbe raggiunto ben altri livelli considerando i wrestlers coinvolti.

MASCARITA SAGRADA vs PIRATA MORGAN: SV
Non valuto questo tipo di incontri, e sinceramente non capisco il motivo per cui sia stato inserito all’interno della card.

ERIC YOUNG & BOBBY ROODE  vs B.G. JAMES & KONNAN: 6+
Pienamente sufficiente l’incontro per i titoli di coppia della TNA, anche senza offrire nulla di particolarmente esaltante. Stilisticamente simile a quanto si vede nella WWE (ma con una velocità leggermente maggiore), il match è risultato solido e discretamente coinvolgente grazie alla buona partecipazione del pubblico. Peccato per la breve durata del match che non ha permesso ai 4 wrestlers di sviluppare la contesa fino in fondo.

 TRINITY vs JACQUELINE: 5+
Incontro brevissimo (meno di due minuti) che proprio per la breve durata ha offerto ben poco. Un bel moonsault di Trinity, un german suplex ed un cross body ad opera di Jacqueline dall’apron ring e poco altro. Tutto questo “segmento” potrebbe avere un senso se in uno dei prossimi PPV ci sarà una nuova Open Challenge da parte di Trinity con relativo ritorno in scena di Chyna…

 RAVEN vs MONTY BROWN vs ABYSS: 7
Decisamente un bel match, anche se la durata inferiore ai 10 minuti ci ha tolto la possibilità di assistere a quello che sarebbe potuto essere un match da “8”. Intenso e duro in alcuni colpi, il match si è svolto in parte anche tra il pubblico durante il frangente iniziale che ha visto coinvolti Raven ed Abyss (il match l’hanno fatto loro, relegando giustamente Monty Brown ad un ruolo meno presente). Assolutamente impressionante la powerbomb di Raven ai danni di Abyss, scaraventato dalla terza corda su di un tappeto di puntine (tutte vere, non come quelle del match tra Orton e Foley di Backlash 2004): vedere le puntine conficcate nelle braccia di Abyss rigate da decine di rivoli di sangue ha impressionato il pubblico meno avvezzo al genere hardcore. Se ancora ce ne fosse bisogno, Abyss ha dimostrato di essere uno dei migliori big man attualmente in circolazione, se non il migliore.

 PETEY WILLIAMS vs AJ STYLES: 7+
Se la TNA avesse dato a questi due wrestler la possibilità di combattere una ventina minuti (ed infatti il match sarebbe dovuto durare molto di più se la TNA non si fosse accorta di essere un po’ fuori con i tempi) avremmo avuto sicuramente un candidato al titolo di match dell’anno, mentre così ci dobbiamo “accontentare” (si fa per dire…) di un buon match da 10 minuti scarsi. Williams e Styles hanno mostrato infatti delle ottime cose sia dal punto di vista della spettacolarità che della tecnica, senza ridurre il match ad uno spot-fest in stile “federazione indy”. Assolutamente senza un istante di pausa, il match ha offerto anche una buona dose di originalità, mostrando manovre inusuali per chi è abituato a vedere solo la WWE. Splendida la mossa finale di Williams, la Canadian Destroyer.

 AMERICA’S MOST WANTED vs CHRISTOPHER DANIELS & PRIMETIME: 5/6
Probabilmente la grande delusione della serata. Ci si aspettava da questi due team il probabile show stealer dell’evento considerando i loro precedenti, ed invece dobbiamo accontentarci di un match che non raggiunge la piena sufficienza. La stipulazione del Last Team Standing Match non ha fatto altro che spezzettare un incontro già poco intenso di per se, facendo si che il match risultasse solo un lontano parente degli splendidi incontri offerti da questi due coppie in passato. Qualche spot più discreto si è visto qua e là, ma nel complesso sono mancante le emozioni ed il coinvolgimento. L’idea generale è che tra questi due team sia mancato l’affiatamento e che nessuno dei quattro sapesse come comportarsi (forse l’aver accorciato il match per questioni di tempo ha creato qualche problema). La reazione di Harris a fine incontro ha dimostrato come i wrestlers fossero i primi ad essere insoddisfatti dei risultati raggiunti, ma avranno lo Steel Cage Match del prossimo PPV per rifarsi.

 JEFF JARRETT vs JEFF HARDY: 7+
Sicuramente superiore alle attese considerando il loro mediocre precedente. Hardy e Jarrett sono riusciti a metter su un Ladder Match più che discreto, privo di pause e sufficientemente spettacolare nel suo complesso, risultando anche originale in un paio d’occasioni. La presenza di Kevin Nash e soprattutto Scott Hall non ha fatto altro che movimentare ulteriormente le cose, anche se per quel che mi riguarda la conclusione con i due Outsiders schierati dalla parte di Jarrett non è stata per nulla una sorpresa. Assolutamente inatteso invece il ritorno di Randy Savage (una delle più grandi sorprese degli ultimi anni), anche se poi sarà un ritorno che rimarrà fine a se stesso considerando l’abbandono immediato di MachoMan.

 PPV: 7
Non è l’evento dell’anno e nemmeno un PPV perfetto, ma è sicuramente migliore della maggior parte dei PPV che la WWE ha prodotto in questo 2004. La TNA con questo Victory Road si rivela senza dubbio una piacevole alternativa allo strapotere della WWE nel wrestling made in USA, proponendo uno stile sul ring diverso da quello offerto dalla federazione di Stamford, sia per la componente spettacolare (mai troppo fine a se stessa come invece si verifica nelle fed indy) sia per lo stesso ring esagonale che permette evoluzioni diverse rispetto al classico quadrato. Alcune delle cose viste a Victory Road difficilmente potremmo vederle in un PPV della WWE, e questo per le scelte più o meno condivisibili di Vince McMahon. La Battle Royal con i pesi leggeri distrugge letteralmente la Battle Royal di Wrestlemania XX: quando mai a Vince McMahon passerebbe per l’anticamera del cervello di concedere 25 minuti a dei pesi leggeri, lasciandoli oltretutto esprimere il meglio del loro repertorio senza ingabbiarli nello stile WWE? Oltre al bel match iniziale abbiamo avuto anche buoni incontri come il Monters’s Ball Match, il Ladder Match ed il match per l’X-Title, tutti e 3 qualitativamente superiori al livello medio in cui la WWE ristagna da un po’ di mesi a questa parte. Certo, incontri come il match tra i midgets e l’Open Challenge di Trinity si potevano tranquillamente evitare, così come alcuni segmenti che hanno tolto tempo e spazio ad incontri che meritavano più tempo (uno su tutti il match per l’X-Title), ma forse l’errore in questo senso della TNA è stato quello di voler mettere troppa carne al fuoco in questo suo primo PPV di 3 ore.

La presenza di Roddy Piper, Nash, Hall e quella passeggera di Randy Savage a mio avviso servono più che altro a dare maggior visibilità alla federazione, ma effettivamente come qualcuno ha fatto notare questi ritorni rappresentano un rischio. Se la TNA decide di incentrare l’attenzione su di loro togliendo spazio a fenomeni sul ring come AJ Styles, oppure li costringe ad “abbassarsi” tecnicamente al livello di veterani come Nash c’è il rischio che il punto forte della TNA, vale a dire il livello qualitativo degli incontri, svanisca completamente. A quel punto la TNA diventerebbe solo una timida copia della WWE, già palesemente imitata (e questo non è di certo un male) in post-produzione tra ottimi video di presentazione (non a caso a realizzarli è colui che li realizzava nella WWE fino a qualche mese fa) e schermate introduttive degli incontri (identiche a quelle della WWE).

A mio avviso comunque Victory Road 2004 è un PPV che vale la pena vedere, più che altro per rendersi conto di come stia nascendo una valida alternativa alla WWE (anche se ancora non in grado di impensierire minimamente la fed di Stamford, troppo radicata a livello mondiale).

 A presto

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