Piper’s Pit#90 – Chi ha ucciso Dino Bravo?

Bentornati ad un nuovo appuntamento con il Piper’s Pit! Oggi ci occuperemo di uno dei grandi misteri della storia del wrestling: chi ha ucciso Dino Bravo?
Adolfo Bresciano nasce a Campobasso il 6 agosto 1948, ma da bambino si trasferisce insieme alla famiglia a Montreal, in Canada. Inizia a dedicarsi al wrestling nel 1970, prendendo il nome di Dino Bravo, con il quale sarebbe diventato in seguito famoso in tutto il mondo. Dopo diversi anni tra NWA e federazioni indipendenti, nelle quali fa incetta di titoli, nel 1978 fa il grande passo e debutta in WWF, dove diventa quasi immediatamente campione di coppia insieme a Dominic DeNucci. A partire dagli anni ’80 debutterà in singolo con la gimmick heel del canadese arrogante che si definiva l’uomo più forte del mondo, arrivando alle soglie del main event e conquistando il Canadian Championship. Purtroppo dopo WrestleMania VII scomparve quasi totalmente dagli schermi televisivi, finendo per venire licenziato dalla federazione nel 1992.
Dopo il suo ritiro allenò alcuni wrestler a Montreal, ma pare che la sua situazione economica non fosse particolarmente florida. La sera del 10 marzo 1993 Dino Bravo era nella sua casa di Laval, in Quebec, a guardare una partita di hockey su ghiaccio dei suoi amati Montreal Canadiens, quando la moglie Diane ritorna nell’appartamento insieme alla figlia che aveva accompagnato a danza e lo trova morto sul divano con ancora la tv accesa: aveva subito ben diciassette colpi d’arma da fuoco e non c’erano tracce di forzatura della serratura, quindi molto probabilmente la vittima conosceva bene i suoi assassini.
Ma cosa aveva fatto Adolfo Bresciano per morire in questo modo a soli 44 anni? In realtà non esiste una risposta certa, visto che nessuna persona è mai stata indagata per l’omicidio, che risulta tutt’ora irrisolto. Eppure ci sono molti segnali che Dino Bravo, chiuso con il wrestling, si fosse rivolto a qualche sua conoscenza nell’ambito della mafia italiana locale per entrare nel contrabbando di sigarette tra gli Stati Uniti ed il Canada (come rivelerà il collega Rick Martel). Bresciano infatti per matrimonio era nipote del boss di Montreal Vic Cotroni, che lo avrebbe introdotto nell’organizzazione. Molto probabilmente alcune scelte incaute lo avrebbero portato ad intascare soldi sotto banco della mafia, che quindi lo avrebbe freddato brutalmente per dare l’esempio. Ecco così che il sogno di un bambino partito dal Molise si è infranto contro spietate logiche sicuramente troppo grandi per lui.
“I have wined and dined with kings and queens and I’ve slept in alleys and dined on pork and beans”.
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