Piper’s Pit#117 – Pecunia (non) olet

Bentornati ad un nuovo numero del Piper’s Pit! In questi ultimi giorni due sono state le notizie di assoluta rilevanza che hanno coinvolto la WWE e, di conseguenza, il mondo del wrestling globale: WrestleMania 43 in Arabia Saudita ed un PLE ancora da decidere in Italia nel 2026.
Partiamo da WrestleMania: era nell’aria che ai sauditi sarebbe stato dato a breve uno dei Big Four, ma si pensava inizialmente alla Royal Rumble ed invece ecco che l’edizione numero 43 del 2027 del principale evento della federazione di Stamford si terrà proprio in Arabia, in occasione dei trecento anni dalla fondazione della nazione. Per fare un paragone, sarebbe come se la finale della Champions League oppure il SuperBowl si svolgessero nel paese del Golfo, un evento quindi che rompe la sacralità di una tradizione.
E, se per la prima volta si doveva uscire da Stati Uniti e Canada, sarebbe stato doveroso fosse stata Londra ad ospitare la manifestazione, anche per premiare i fan europei. Ma, inutile nascondersi dietro ad un dito, vediamo l’elefante nella stanza: l’unica ragione di questa decisione è l’evidente assurdo esborso di petrodollari che garantiscono gli sceicchi sauditi, che immagino avranno anche grossa voce in capitolo sulla preparazione della card.
Detto questo, chi ci rimette è tutto il mondo del wrestling, che si vede privato della propria liturgia. Avremo prezzi ancora più fuori dal mondo, ma soprattutto quale può essere il divertimento di partecipare ad una festa in Arabia Saudita, dove nemmeno è possibile bere alcolici? E vogliamo parlare delle donne? Ci si riempie la bocca, spesso a sproposito, con il femminismo e poi vedremo le lottatrici lottare in tuta? Inoltre il weekend di WrestleMania dava spazio anche ad una serie di eventi collaterali organizzati dalla federazioni indipendenti, che permettevano di creare veramente un senso di fratellanza all’interno della nostra comunità. Sia chiaro, la WWE è un’azienda privata e, come tale, liberissima di fare le scelte che ritiene più vantaggiose per se stessa, ma, allo stesso tempo, noi fan siamo altrettanto liberi di far notare tutto quello che non ci aggrada.
Capitolo Italia: dopo Bologna, per un live event e per SmackDown, finalmente il prossimo anno la WWE tornerà da noi (pare favorita Milano) per un PLE, per la prima volta nella sua storia. Questa è una notizia che ci deve riempire d’orgoglio ed è anche il giusto riconoscimento per un movimento che, persino negli anni bui senza copertura televisiva e con tutti i media ostili, è sempre rimasto attaccato con le unghie e con i denti al nostro amato sport/spettacolo e questa cosa ce la meritiamo soprattutto noi zoccolo duro di lunghissima data.
Ma, poiché non è mai tutto oro quello che luccica, vediamo di analizzare anche un aspetto negativo: visto l’andazzo dei prezzi della WWE da quanto è stata rilevata dalla TKO, ci dobbiamo aspettare dei biglietti a cifre folli. Si può dire di tutto di Vince McMahon, ma la sua politica è sempre stata quella di vedere le cose a lungo termine: prezzi ragionevoli affinché il fan venisse fidelizzato al punto che, dopo essere diventato appassionato magari spinto dal padre, poi facesse legare al prodotto il proprio figlio… e così via.
Ora invece questa nuova politica sembra ragionare sul “meglio un uovo oggi che una gallina domani”, anche perché per la TKO la WWE è solo uno dei suoi tanti prodotti, non la priorità assoluta come era per la famiglia McMahon. Quindi speriamo che tra decenni il nostro amato wrestling sia ancora così sulla cresta dell’onda, perché potrà esserlo solamente grazie all’immenso amore di noi seguaci.
“I have wined and dined with kings and queens and I’ve slept in alleys and dined on pork and beans”.
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