Bentornati al Piper’s Pit! Oggi andiamo a ricordare i tragici avvenimenti del 23 maggio 1999, una data per sempre segnata in nero negli annali del wrestling, in quanto è ricordata come quella della morte di Owen Hart.
Owen James Hart nasce a Calgary, in Canada, il 7 maggio 1965 come il più giovane di dodici figli di Stu ed Helen Hart. Benché proveniente da una così importante famiglia del mondo del wrestling professionistico, Owen ha inizialmente cercato una sua strada diversa, tentando al liceo prima (dove incontrò sua moglie Martha) ed all’università poi la strada nella lotta amatoriale. Tuttavia, infine, si fece convincere dal padre ad allenarsi nella di lui Stampede Wrestling, federazione nella quale fa il suo debutto nel 1983. Dopo aver combattuto anche in Inghilterra, nel 1987 si trasferisce in Giappone nella NJPW, dove lotta mascherato come Keiichi Yamada e poi come Jushin Liger, diventando il primo atleta non giapponese a conquistare il titolo Junior della federazione. Il successo in terra nipponica gli permette nel 1988 il grande salto in WWF, dove debutta come Blue Blazer, anche qui con una maschera. La curiosa scelta di proporlo come bizzarro supereroe e non come il fratello minore di Bret Hart però gli preclude qualsiasi successo, tanto che, dopo solamente un anno, ritorna nelle indies, per rimanervi fino al 1991.
Dopo alcune saltuarie apparizioni in WCW, firma un contratto a tempo pieno con la WWF, nella quale finalmente combatte con il suo vero nome, inizialmente insieme a Jim Neidhart nella New Foundation. La definitiva consacrazione, sia di critica che di pubblico, avvenne però nel 1993, quando iniziò la faida con Bret. Nel 1994 Owen sconfisse il fratello a WrestleMania X e, in seguitò, vinse il King of the Ring, mentre a WrestleMania XI, insieme a Yokozuna, conquistò i titoli di coppia. Da allora per il minore dei fratelli Hart le cose sembravano in discesa, tanto che, riappacificatosi in storyline con Bret, ridondarono la Hart Foundation, cosa che lo portò anche al regno Intercontinentale.
Nel 1997, dopo lo “Skrewjob di Montréal”, Owen voleva andarsene in WCW insieme al fratello, ma Vince McMahon non gli concesse la rescissione del contratto, prima facendolo sparire dagli schermi televisivi e poi utilizzandolo in faide di secondo piano, fino a quando nel 1998 ritornò come Blue Blazer, prima in chiave heel e poi in chiave comica/farsesca. Si è detto tanto del perché il talento di Owen venisse così umiliato e pare che la motivazione più probabile vada ricercata nell’astio che Vince nutriva per Bret, tanto da far pagare al fratello la situazione.
Si arriva così a Kansas City ed a quel maledetto 23 maggio 1999: alla Kemper Arena si stava svolgendo il ppv Over the Edge e The Blue Blazer doveva affrontare The Godfather. Owen Hart avrebbe dovuto calarsi dal soffitto con una corda, salvo poi incastrarsi e, a pochi metri da terra, cadere goffamente. Purtroppo la corda si ruppe ed Owen precipitò al suolo da 24 metri, sbattendo violentemente contro il paletto prima di schiantarsi sul ring, non ancora ripreso dalle telecamere. Jim Ross disse solamente che si era fatto male seriamente, ma, per ordine di Vince McMahon, lo spettacolo andò avanti (Vince ancora adesso rivendica la bontà di quella tanto discussa decisione). Successivamente, sempre Jim Ross annunciò che Owen Hart era purtroppo deceduto. Infatti le sue ferite erano apparse subito troppo gravi, tanto che arrivò in ospedale già morto a causa di un’emorragia interna, all’età di soli 34 anni.
Da allora non sono mai finite le speculazioni su ciò che ha portato a questa tragica fine e molte delle colpe vennero fatte ricadere su Vince McMahon, accusato di aver ideato un’entrata in scena troppo pericolosa, tanto che si vocifera che l’imbragatura utilizzata non fosse adatta agli esseri umani. La moglie Martha, dal canto suo, non ha mai perdonato la compagnia di Stamford e neppure la stessa famiglia Hart, da lei accusata di non aver mai più perorato la causa del fratello, allo scopo di tornare in buoni rapporti con la WWE. Martha, che ha sempre impedito l’introduzione di Owen nella WWE Hall of Fame, invece dal 2021 ha stretto con la sua Owen Hart Foundation una partnership con la AEW, che ha dedicato ad Owen la Owen Hart Cup, una linea di merchandising e la presenza nel videogioco AEW Fight Forever.
“I have wined and dined with kings and queens and I’ve slept in alleys and dined on pork and beans”.
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