THE OTHER SIDE #86 – The Importance of a Tournament

The Other Side #21 - Un'anteprima di Okada vs. Omega II e NJPW Dominion

THE IMPORTANCE OF A TOURNAMENT


Ultimamente in diverse compagnie di wrestling si stanno organizzando sempre più tornei, a parte eventi abituali come il Climax, in Wwe abbiamo ad ora il King of The Ring e il Queen’s Crown, in AEW sabato partirà un World Title Eliminator che garantirà una title shot contro chi uscirà vincente tra Omega e Page a Full Gear. Oltre a questo ci sarà un torneo valido per il neo arrivato Tbs Title e la Owen Hart Cup, quindi il piatto è assai ricco.

In NJPW il Climax è alle sue battute finali, io il mio pronostico l’ho fatto nello scorso numero, recuperatelo. Più che tornare sul Climax mi sembrava interessante analizzare il perché un torneo nel wrestling può davvero essere una manna dal cielo, se sfruttata a dovere. Partiamo infatti dall’esempio cardine per eccellenza, il climax stesso.

Cosa rende un torneo bello, eccitante da seguire? La lunghezza, l’importanza e il significato che questo assume nel corso del tempo e francamente col Climax direi che abbiamo fatto centro su tutti i fronti. Il primo Climax ufficiale si è tenuto nel 1991 anche se la compagnia ha iniziato a tenere tornei annuali già nel 1974 pur non chiamandoli G1 Climax.

Longevità quindi, prestigio come seconda cosa e questa è una somma di più fattori: il primo lo danno i partecipanti e qui possiamo annoverare leggende del calibro di Hulk Hogan, Masahiro Chono, Inoki, Mutoh per poi arrivare ai più recenti Naito, Okada, Tanahashi, Suzuki e il secondo fattore è la qualità dei match che si vedono.

Incroci freschi, nuovi, con un sistema a punteggio che mantiene vivo l’interesse e che facilmente fa breccia nelle prime pagine dei giornali. E’un concept che funziona e che aiuta anche i wrestler stessi a dare una ventata fresca alle loro carriere, senza dubbio posso già dire che questo è il Climax di Jeff Cobb, vincente o meno l’ex Matanza è colui che più si è fatto notare collezionando una streak di 8 vittorie senza sconfitte almeno ad oggi.

E poi banalmente, è lazy booking perché ti permette di creare storyline partendo da una base e ragioni sempre credibili per iniziare una rivalità tra due wrestlers: vittoria o eliminazione dal torneo, title shot in palio che facilmente scatena gelosie. E per ultimo ogni torneo ha bisogno di un fine, di un qualcosa per cui valga la pena lottare che validi settimane di match e che faccia credere, a me spettatore, che ne valga davvero la pena.

Una title shot per il titolo nel Main Event dello show più prestigioso di tutti è un premio che ne vale la pena perché in conclusione, una nuova o star più rodata che va a vincere il torneo e il titolo, completa un percorso che comporta un boost di credibilità ed importanza incredibile, roba che svolta una carriera.

La Royal Rumble, si so bene che non è un torneo, ha parecchie similarità col Climax tanto che è spesso definita come “PPV che si vende da solo”. Il match presenta l’attesa di sapere chi entrerà col numero successivo, se ci saranno sorprese o ritorni inaspettati e il fine per cui si lotta porta importanza all’intero match.

Vorrei dire lo stesso per i tornei in WWE ma non posso, neanche se mi impegno. Il King of the Ring ha la sua importanza storica ma perché comprimere un torneo del genere in poche settimane, con pochissimi partecipanti per poi avere le finali a Crown Jewel? Se non è pigrizia questa non so cosa possa essere. Come ho detto i tornei sono ottimi per costruire nuove star ma qui chi si sta costruendo?

Liv Morgan sembrava in fase di push ma è stata eliminata dopo l’ennesimo match con Carmella, Toni Storm eliminata in 2 minuti è qualcosa di molto vicino ad uno scandalo. La situazione degli uomini è leggermente migliore ma perché mettere Kofi e Xavier, due membri dei New Day, due che comunque sono wrestler di successo quando hai gente inutilizzata che sta nel backstage a fare la muffa?

Nessuno chiede o pretende che un Karrion Kross vinca il torneo ma perché non includerlo? Questo fino a qualche settimana fa era il campione imbattuto di NXT ed ora è solo un pesce che si è perso in un acquitrino. Se proprio si vuole inserire gente che ha successo perché non fare due blocchi? Uno di Raw, uno di Smackdown da almeno 16 lottatori, anche 32 se fosse possibile e i vincenti dei blocchi si affrontano a Crown Jewel nella finalissima?

Si rispolvererebbe la fantomatica rivalità tra i due roster e il vincente del torneo avrebbe una title shot da sfruttare al PPV successivo. Easy booking, long term booking che ti occupa dei mesi di programmazione con qualcosa che sarà magari basico ma che ha una sua logica ed un senso e soprattutto dà importanza al torneo.

Indire un torneo perché “fa figo” non serve a nulla, ma se fatto bene genera interesse nei fan, nel roster stesso e porta benefici alla compagnia. E’ chiaro come la luce del sole che la divisione femminile sia il tallone di Achille della AEW però un torneo può dare occasione a molte ragazze rimaste in ombra e che hanno bisogno di una spintarella di finalmente fare quel passo in più.

Non mi aspetto che Tay Conti o Anna Jay diventino campionesse, ma buone performance possono direzionare verso l’alto la loro carriera contro Britt Baker o contro Thunder Rosa e Serena Deeb per fare due nomi che vedrei bene come campionesse inaugurali. La Owen Hart Cup è l’evento che sicuramente molti fan attendono maggiormente solo ed esclusivamente per la storia e il peso che la figura di Owen Hart ha avuto nel wrestling.

Come si può ritenere importante Queen’s Crown quando due match sono durati meno dell’entrata di Roman Reigns? In WWE sembra esserci fretta e la fretta si sa, è cattiva consigliera, ciò non aiuta a percepire i due tornei come importanti perché non si sente il prestigio e soprattutto non esiste un fine valido. A nessuno dovrebbe interessare un qualsiasi wrestler che si prende una corona e si fa chiamare King per qualche mese.

Che interesse potrà mai generare King Balor o King Mahal? Non è nulla di nuovo ed è un titolo puramente immaginario che non riempie il palmares ed è solo fumo negli occhi dei fan nella speranza, vana, di migliorare i ratings. Ma buttare lì un qualcosa ad occhi chiusi sperando che funzioni non è sintomo di creatività, è solo disperazione.

Questo numero dell’Other Side termina qui. Non dimenticate di seguire le fasi finali del G1 Climax. Da Captain Phenomenal 1 è tutto. Al prossimo numero. Ciao!

Scritto da Luigi Quadri
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