Piper’s Pit#45 –Storie di un 2020 dalla terza corda

Piper's Pit

Bentornati all’ultimo appuntamento dell’anno con il Piper’s Pit. Ed essendo stato un anno decisamente fuori dall’ordinario oggi avremo un editoriale fuori dall’ordinario: spazio libero a pensieri sparsi su questa assurda annata di wrestling.


La AEW ha preso il via e, pur tra qualche alto e basso, secondo me si può parlare di successo: le storyline sono per buona parte coerenti e vengono quasi sempre portate a termine in modo logico, i ppv sono in numero giusto per non stancare e si è creato un giusto mix tra vecchi e giovani leoni. Due su tutte a mio avviso le rivelazioni, due personaggi che non hanno nemmeno bisogno di un titolo (per quello ci sarà ampiamente tempo) per far parlare di sé: Orange Cassidy ed MJF.

The Undertaker, dopo 30 anni di gloria, si è ritirato. Vero che nel mondo del wrestling i ritiri non si sa mai quanto siano definitivi (vedasi purtroppo persino quello di Shawn Michaels, richiamato all’azione dal denaro saudita), ma mi auguro vivamente che quello del Phenom lo sia. Il toccante addio alle armi di Survivor Series merita di essere la perfetta conclusione di un’epopea leggendaria.

Il Covid ha praticamente cancellato dalle arene il pubblico, di fatto cambiando profondamente lo spettacolo ed il rapporto tra i fans e gli atleti. Le grosse compagnie per ora si sono difese bene, ma temo che sarà un fattore i cui effetti purtroppo potremo comprendere appieno solo nei prossimi anni.

Legato al discorso precedente c’è invece il crollo inevitabile delle compagnie indies, che della passione sugli spalti invece ci campano. Francamente non so davvero che futuro ci potrà essere per tante compagnie e per tantissimi atleti.

È stato anche l’anno dello scandalo sessuale nel mondo del wrestling che, però, come ampiamente previsto ha partorito un topolino: in pratica cosa sia successo davvero non lo sappiamo e casi veri, finti o presunti sono finiti tutti nello stesso calderone. Ha pagato di fatto solo Marty Scurll che si è visto licenziare dalla ROH, ma il che potrebbe non essere un male se, come spero, nel 2021 vedremo il suo tanto atteso approdo in AEW.

Dal punto di vista videoludico, dopo il pessimo WWE 2K20, la WWE si è giustamente presa un anno sabbatico, lanciando solo il divertente WWE 2K Battlegrounds, mentre la AEW ha lanciato il progetto AEW Games, che nel 2021 ci regalerà giochi per console e mobile. Speriamo bene.

Purtroppo è stato un anno molto triste anche dal punto di vista dei personaggi legati al nostro mondo che ci hanno lasciato. Non possiamo non ricordare, tra i tanti, La Parka II, Rocky Johnson, Black Demon, Howard Finkel, Shad Gaspard, Hana Kimura, Danny Havoc, Kamala, Xavier, ‘Bullet’ Bob Armstrong, Joseph “Animal” Laurinaitis, Tracy Smothers, RJ ‘The Bruiser’ Meyers, Pat Patterson e Zeus.

La WWE ha, come al solito, alternato grandi idee a porcherie da competizione. Ottima l’idea del Fiend e del titolo a Drew McIntyre e stendiamo un velo pietoso su trovate come quella della Retribution. Nel mezzo ci metto Roman Reigns in versione heel: a me francamente non dispiace, ma bisogna valutarlo nel medio/lungo termine.

NXT si conferma il brand meglio sviluppato della WWE, però manca un po’ della freschezza delle origini. La lotta del mercoledì con la AEW lo ha visto quasi sempre soccombere, ma in fondo era ampiamente previsto.

Nel 2020, dal punto di vista personale, ho pubblicato anche un libro che contiene anche molti degli editoriale del Pit: si intitola “Storie dalla terza corda – Racconti di wrestling e di vita” e lo potete trovare su Amazon.

Insomma, sappiamo tutti che questo non è stato un anno facile per nessuno, ma colgo l’occasione per fare i migliori auguri di buone feste a tutti voi lettori ed alle vostre famiglie. Il Piper’s Pit tornerà puntuale anche nel 2021.

“I have wined and dined with kings and queens and I’ve slept in alleys and dined on pork and beans”.

Scritto da Roberto Johnny Bresso
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