The Hard Truth: il nostro ottenne interiore

“Ma alla tua età guardi ancora questa roba da bambini?”


Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo sentiti rivolgere da genitori, parenti, amici o fidanzate questo tranciante quesito che inchioda al muro la nostra passione: il wrestling, questo colorato e divertente sport spettacolare che tanto ci coinvolge e ci fa sognare, è veramente inteso per gli adulti? Senza dubbio si tratta di qualcosa di basico, semplice, superficiale, scevro del più piccolo sottotesto o profondità, teso all’intrattenimento immediato, alla risata grassa, alla sollecitazione di sentimenti primari. Dobbiamo quindi vergognarci di ammettere di esserne fan, o provare a giustificarci facendolo passare per qualcosa di più maturo e impegnativo di quanto sia davvero? Il tipico nerd quarantenne si salverà la faccia spiegando che si tratta una forma d’arte estremamente raffinata, ricca di dettagli succosi e invisibili ad un misero occhio non allenato. Ma in questo modo, purtroppo, non starà facendo che ingannare se stesso.

“Ma come ti permetti? Noi non guardiamo mica i match per vedere chi vince o chi perde! Ciò che ci interessa è contare e catalogare le mosse, vedere come vengono eseguite e vendute! E’ come un balletto di cui anche il più piccolo movimento va analizzato!” dirà lo smartone punto sul vivo. Ma se tutte queste non fossero che fandonie? Avete mai visto uno di questi puristi divertirsi davvero guardando un incontro o parlandone con altri? Lo avete mai sentito tifare come senza dubbio fa per le partite della sua squadra del cuore? Per lui nel wrestling questo non è ammesso, perchè farsi coinvolgere emotivamente sarebbe una stupidaggine da bambini. E qui sta la dura, cruda verità: sono solo i bambini a divertirsi guardando la WWE. Sono i piccini gli unici autentici fruitori della disciplina. Sono loro che dobbiamo imitare se vogliamo essere fan per tutta la vita. Loro ne sanno più di noi. Per non perdere il gusto di seguire, dobbiamo trovare il nostro ottenne interiore.

James Barrie e il nostro Giovanni Pascoli ci erano già arrivati tanto tempo fa, con le loro figure archetipiche di Peter Pan e del Fanciullino: in tutti noi alberga un ragazzino che non si rassegna a crescere e a vedere il mondo con il grigio sguardo della persona matura. E’ la parte di noi che crede alle fiabe e alle leggende, lascia libero sfogo alle emozioni, trova la felicità nelle cose piccole e insignificanti più che nei beni materiali. Ed è grazie a lui se, anche dopo avere passato la soglia dei quaranta, troviamo ancora piacere in uno sport ingenuo, alla buona, improntato su un elementare concetto di bene e male. E’ l’ottenne dentro di noi a farci gridare di felicità quando Hulk Hogan cala il suo Legdrop dall’alto come la mannaia del Destino; è lui che ci fa tremare di panico e sgomento quando il nostro eroe si sta giocando la carriera in un Retirement Match; è a causa sua che vorremmo balzare dentro il televisore e scagliarci contro quel perfido villain che sta torturando l’idolo delle folle.

Potete parlare di booker, di push e di job fino allo sfinimento, prendere per oro colato le scempiaggini di Meltzer, atteggiarvi a grandi esperti dissezionando un incontro secondo le rigide leggi del workrate… ma non troverete mai soddisfazione in un approccio da vecchi barbogi. Dovete conservare negli occhi la meraviglia e nel cuore la speranza che tutto possa accadere; dovete guardare le nostre Superstar come figure più grandi della vita, non sottoposte alle leggi dei comuni mortali; non dovete mai farvi sopraffare dalla noia profonda dei discorsi da iniziati. Se sentite di stare perdendo gli stimoli, se il prodotto vi sembra ripetitivo e tedioso non rivolgetevi a piccole compagnie miserabili che ridurranno la vostra passione ad un vacuo sfogo da nerd: prendete un ottenne che non perde una puntata della WWE su Dmax e innalzategli un altare, perchè lui è un conoscitore più fine di tutti gli Yohe e i Cornette del mondo. Lui è il guru da venerare e prendere a esempio. E’ lui che ha capito tutto. E’ lui il vostro Dio.

“Questa è la cura adatta per gli smart estremi” – diranno a questo punto i fan storici e tradizionali – “ma che cosa ne dici di noi? Anche noi guardiamo il wrestling come uno sport, soppesando vittorie e sconfitte, ma non ce la facciamo a tifare per i face e gli heel banali che le Majors ci vogliono propinare. Cody Rhodes è un politicante ipocrita e melenso, Daniel Bryan un piccolo e meschino approfittatore, Sami Zayn una ridicola macchietta complottista. Sono questi gli eroi a cui dobbiamo regalare le nostre pregiate emozioni?” No, amici miei. Per i veri fan come voi, esiste un modo ancora più intelligente di unire la passione del Fanciullino e la consapevolezza dell’adulto. E’ tifare per il wrestler migliore, più adatto, più credibile, quello che prevarrebbe in una rissa vera e propria senza regole e limitazioni. Rey Mysterio affronta Omos? Il nostro sostegno andrà al colosso nigeriano, perchè potrebbe uccidere il folletto di San Diego se avesse libertà di esprimere tutta la sua potenza. Nia Jax va contro Iyo Sky? La Regina Samoana dovrà mandare in frantumi la bambolina di porcellana per salvaguardare la legittimità della disciplina.

In questo modo avrete trovato la ricetta della beatitudine eterna: ogni incontro vi desterà interesse per il suo risultato e vi darà sempre un atleta da supportare o da odiare. Anche quando a scontrarsi saranno due pesi leggeri, ci sarà comunque uno da preferire all’altro perchè più fotogenico e allettante per gli schermi televisivi. L’heel della situazione sarà semplicemente quello che non merita di stare lì. E quando vi chiederanno perchè seguite ancora un prodotto così terra terra e infantile, risponderete orgogliosi: “E’ uno sport per persone dalla mente giovane e fresca. Rappresenta un mondo ideale dove le dispute si risolvono facendo a botte invece che davanti a un tribunale. E’ sempre uguale, sempre fantastico, sempre diverso e mi fa tifare, gioire, esaltare come quando avevo 8 anni e la vita era una festa e una continua scoperta. Tutto sommato, perchè dovrei preferire intrattenimenti più seri quando mi diverto così tanto con così poco?” E il vostro ottenne interiore lancerà un cenno di intesa al vostro io più adulto, e insieme sorrideranno felici.

E c’è bisogno vi dica che questa è la verità?


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