WWE Planet #931 – SmackDown è meglio di Raw

SmackDown è uno show migliore di Raw: non è una domanda, una provocazione o un’affermazione in cerca di conferme. È solo vero. Lo è da diversi mesi e il divario continua a crescere. Si potrebbe banalizzare dicendo che la WWE dà più peso allo show che viene trasmesso in chiaro ma resta vero che lo show di bandiera rimane quello rosso. Eppure la differenza c’è.


Una differenza innanzitutto ciclica: non è la prima volta che succede, non è la prima volta che lo fa in questo periodo dell’anno. Tolta la parentesi a roster unito e Supershow annessi, in regime di brand division SD ha sempre pagato il peso di Raw. Da show minore, arrivavano vestiti smessi e sgualciti che, a volte, il brand blu è riuscito a rivitalizzare con un taglio nuovo o un modo diverso di indossarli, ma c’è sempre stata una priorità ben definita. Un prezzo da pagare che spesso è stato il motivo principale dietro a delle estati e degli autunni a singhiozzo per SD, impegnato a ricostruire e ricostruirsi, a interlacciare vecchio e nuovo riprendendo il filo. Con risultati alterni, di anno in anno, ma un andamento ciclico facilmente rintracciabile. Senza eccezione quest’anno, dove il Draft è arrivato in un momento diverso e allora si è slittato un po’ anche coi risultati; che però sono stati i medesimi. Non è ancora chiaro se ci sarà un Draft a breve, sembrava atteso nell’immediato post-WM e l’estate, ma se ci sarà, per l’ennesima volta, ci si arriverà con la certezza che sarà più Raw che SD ad averne bisogno.

Lo show rosso sta infatti pagando un’immobilità durata mesi, l’incapacità di trovare delle alternative al poco che funzionava, risultando uno show con poche scelte e tante riproposizioni. Al punto che si fa fatica a mettere in diacronia le puntate, distinguendo gli episodi a stento perché si somigliano tutti nelle card, nelle posizioni dei protagonisti e nell’assenza di novità. La visione McIntyre-centrica, obbligata dall’incapacità di far emergere altro oltre l’indispensabile scozzese, ha relegato Raw in una continua replica di sé stesso: L’ultimo episodio potrebbe essere il Raw del 30 novembre,2020, tanto per dire. E andando a recuperare il report, in effetti poco ci manca. Nessuno ha scalato, nessuno è ridisceso di status, nessuno ha fatto un passo avanti concreto nel proprio personaggio. Un continuo girare in tondo che sembra avere bisogno, come il pane, di nuova linfa. Linfa che però sarà inutile se non ci sarà un cambio di passo anche nell’impegno nello scrivere.

Dall’altro lato SD ripete la storia: a distanza qualche mese dal tardivo Draft dello scorso ottobre, ha ingranato una marcia diversa soprattutto dal post-Series in poi. Regalando destini grami a chi ha cambiato colori (nessuno dica The Fiend) e conferendo ritrovato splendore agli approdati a FOX. Un lavoro che ha portato ora ad uno schema abbastanza fisso, per tanti motivi, ma che è in grado di garantire un livello minimo. Alla peggio, la puntata non è memorabile, ma godibile e porta avanti tutto con ordine. Tutti i Titoli trovano spazio, a volte persino i Women’s Tag Team, senza mangiarsene troppo a vicenda, senza essere costretti a veloci e raffazzonati segmenti o a match improvvisati da chiudere in 5’. Le storie vengono raccontate con la misura giusta, nella dimensione giusta, in una fase dove il Titolo Intercontinentale si può fregiare di contendenti di grossa caratura e quelli di Coppia stanno cercando di fare emergere team che non siano gli Street Profits. Al femminile il materiale non è tanto e si cerca di fare il massimo con quello che si ha (ma la spia della riserva è accesa da un po’). E chiaramente a trainare il tutto c’è il Titolo Mondiale e il suo possessore, la stella dello show, che ha lo spazio e il tempo giusto per portare avanti il proprio arco narrativo e le sue ramificazioni. Il tutto con un’ora e meno a disposizione.

Insomma SmackDown ha trovato la proverbiale quadra e su essa ha tracciato una linea di galleggiamento di tutto rispetto, con la consapevolezza di poter anche lanciare degli acuti nonostante alcune problemi – a tratti cronici – che restano da risolvere. Al contrario Raw versa in condizioni critiche, sabbie mobili dalle quali non dà segno di sapersi rialzare, con pochissime armi da poter provare a sfruttare. Servirebbe un Draft, ma se sarà di nuovo a ottobre si prospetta un’estate lunga e complicata.

Daniele La Spina
Daniele La Spina
Una mattina ho visto The Undertaker lanciare Brock Lesnar contro la scenografia dello stage. Difficile non rimanere incollato. Per Tuttowrestling: SmackDown reporter, co-redattore del WWE Planet, co-presentatore del TW2Night!. Altrove telecronista di volley, calcio, pallacanestro, pallavolo e motori.
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