GPOrder #61 – Autogol

Lo dirò senza mezzi termini: è dopo spettacoli come Battleground che si finisce a rimpiangere ancor di più l'era paleolitica del wrestling, quella dei quattro, poi cinque pay per view l'anno. Rimpiangi quell'epoca perché ti rendi conto che c'è talmente spazio fra uno show e l'altro che il rischio di non sapere letteralmente cosa cazzo inventarsi per chiudere uno show diventa remotissimo; non impossibile, vedi il barbaro finale di Summerslam in quel di Londra tanti anni orsono, ma sicuramente alquanto raro.


E si badi bene, l'intento del sottoscritto non è sparare a zero a prescindere contro i finali senza una decisione chiara, ma è piuttosto chiaro che si tratta di una scelta di booking molto, molto difficile, nella quale il rischio di creare solo un gigantesco flop è elevato, come guarda caso è successo proprio a Battleground.Prendiamo ad esempio altri casi nel passato, dove incontri anche importanti si sono chiusi senza un finale, ma senza che per questo la qualità del match o addirittura dell'intero show ne risultasse compromessa: ricordate ad esempio il match fra Brock Lesnar e Big Show a Smackdown alcuni anni fa? Nessuna decisione causa superplex che distrusse il ring per la prima volta nella storia della WWE.. risultato? Finale che non decide ma gente in piedi a urlare, sottoscritto compreso. Tornando ancora più indietro nel tempo, ricordate il triple threa con Undertaker, Kane e Stone Cold? I due fratelli schierarono contemporaneamente Austin, Vince entrò, prese la cintura e se la portò via; ditemi uno che sia uno che non abbia apprezzato il ppv nonostante la non decisione..

Il problema è che come detto è una scelta che non ammette mezzi termini: o riesce bene o viene fuori una grandissima boiata, e come detto purtroppo siamo qui a pochi giorni di distanza a parlare di un caso che rientra tranquillamente in questa seconda ipotesi. Ma la cosa più grave, francamente davvero irritante, è che il main event non si può inquadrare in un episodio isolato, bensì è pienamente integrato in un pay per view che ha dato esattamente la stessa impressione in tutto il suo insieme! Quasi superfluo ricordare le prove evidenti che testimoniano uno show tirato letteralmente a campare: oltre al finale semplicemente pietoso, infatti, ci sono una marea di match aggiunti nell'ultima settimana o addirittura poco prima, e addirittura l'assenza di Triple H e Stephanie, che a quanto pare hanno preferito dedicarsi ad altri impegni legati al business. Ma dico io già solo per seguire in post-produzione il tutto non so quali impegni ci possano essere più importanti di un evento in pay per view in corso, figuriamoci quando poi come in questo periodo il tuo ruolo è tutt'altro che limitato al lavoro dietro le quinte bensì è fortemente on screen come elemento chiave di tutta la principale storyline in corso! Perfino confermando l'infima scelta di far chiudere l'evento così c'erano mille modi migliori per farlo.. davvero Big Show è entrato beato a rovinare il main event senza nemmeno vendere l'impossibilità di fermarlo? Dov'era lo Shield? Brad Maddox si è messo le mani nei capelli per l'immane dimostrazione di forza del gigante, che ha messo ko nientemeno che.. un arbitro?? Ma per favore..

Troppi elementi gravi per non porsi una domanda emblematica: ma che senso ha produrre n pay per view l'anno se questo valore n è tale che alcuni di essi sono considerati zero perfino da chi l'evento lo mette in scena, non solo dall'utenza che deve comprarli? E' un autogol creativo, perché è chiaro che praticamente tutti, da Bryan e Orton a scendere escono indeboliti creativamente da uno show del genere, ma è anche un clamoroso autogol economico, perché non credo ci voglia un genio per capire che pur incamerando un incasso – peraltro probabilmente modesto – convincere gente a comprare nuovamente, al non modico prezzo di vendita con il quale si commercializzano i ppv negli states, un evento secondario che non sia una Rumble o una Wrestlemania sarà impresa enormemente più complessa! Incassi poco e ci perdi potenzialmente tanto per il futuro: ha senso? Mi sa tanto di no.. anche perché cappellate del genere sono talmente grosse che in una analisi sommaria del pay per view prendono il sopravvento sopra ogni cosa: non ricorderò Battleground per la più che discreta prestazione di Rob Van Dam, non lo ricorderò per i Rhodes in grande spolvero, non lo ricorderò nemmeno – ed è il delitto maggiore – per un grandissimo Antonio Cesaro (indecente sottovalutare così un talento del genere), bensì lo terrò a mente per quell'evento con un main event dal sapore sgradevole di vaccata.

E la sensazione è che non sia stato solo il vostro umile editorialista a scoprire questa banale verità, bensì con colpevolissimo ritardo se ne siano resi conto anche a Stamford. Come notarlo? Semplice, sin dalla sera successiva si sono resi conto di quale inguardabile show siano riusciti a mandare in pay per view ed abbiano corso ai ripari per cercare che la gente non potesse battezzare anche il prossimo Hell in a Cell come fuffa. Come? Con l'unico modo possibile a danno già fatto, ovvero schierando uno starpower tale da impedire a qualunque esperienza di pregressa di avere la meglio. Ecco dunque Shawn Michaels arbitro speciale del main event, peraltro un Hell in a Cell non proprio un match qualsiasi, ed ecco soprattutto la ri-chiamata alle armi di John Cena, non solo chiamato a sorpresa ad un rientro decisamente in anticipo rispetto a quanto previsto, ma anche in una rivalità assolutamente imprevedibile, ovvero contendere il world title ad Alberto Del Rio.

Impossibile, dunque, criticare o disprezzare le contromisure che la WWE ha messo in campo per tamponare il suo clamoroso autogol. Ne ha messe in campo tante, e lo ha fatto assolutamente presto. A maggior ragione però resta vivissima la constatazione iniziale, ovvero che quello che sicuramente è vero da punto di vista crerativo, ovvero che tenere troppi pay per view in un anno è impossibile, forse ha i suoi maledetti fondamenti anche dal punto di vista di quello che interessa di più a Vince, ovvero i verdoni. Perché oggi forse le cose si sono salvate creativamente, oggi un interesse francamente abbattuto per Hell in a Cell si è relativamente “messo a posto”, ma sono proprio sicuro di vedere e cercare di capire se i conti dei prossimi eventi saranno impattati quantomeno parzialmente da questo flop.

Giovanni Pantalone
Giovanni Pantalone
Super appassionato di wresting dagli inizi degli anni 90, al punto da vedersi, tra WWE e Impact, una trentina di Pay Per View e show televisivi dal vivo in giro per il mondo. Si occupa da sempre di tutta la parte tecnica del sito, compresa la App e la gestione del Forum, ma non disegna sporadici editoriali e comparsate nei podcast.
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