WWE Planet #1006 – La strada in salita per WrestleMania

Dopo tante interpretazioni e letture, alcune fantasiose ma abbastanza lontane dalla realtà, altre più attinenti, siamo nel pieno della consumazione dell’arco narrativo Owens-Zayn e la Bloodline. Attendendo risvolti più rivelatori anche se probabilmente prevedibili della storyline principale che ci condurrà a WrestleMania 39, all’inizio dell’ultimo pezzo di strada è utile provare a far un punto di quello che sta succedendo agli altri atleti e alle altre atlete che vanno verso il Grandaddy Of Them All.


Qui Raw. Il Judgement Day si trova al punto di partenza: feuda con Edge e continua a farlo, con il capitolo finale che sarà a WM. Difficile immaginare che possa essere particolarmente intrigante, vista la ripetitività, ma la strada sembra tracciata per la Rated-R Superstar e almeno uno tra Bálor e Priest (l’altro starà a guardare gli altri, probabilmente). Per Dominik Mysterio sembra stagliarsi la possibilità del tanto vituperato match col padre, o forse no: in fondo continuano a stuzzicarci con l’idea da solamente 3 anni. Ripley sarà impegnata con Flair e quella che sarà possibilmente la sua consacrazione. La storyline tra le due stenta a decollare, mostrando due problemi quasi atavici della WWE: l’incapacità di fare riferimenti sensati a storie passate e l’incredibile difficoltà di far feudare persone di roster diversi, a fronte di una grande capacità invece di far apparire act inutili in entrambi gli show quando non serve. Al di fuori del JD, Rollins avrà certamente Logan Paul e l’ennesima faida da mandare avanti abbastanza da solo, a quanto pare. Belair si ritrova Asuka, in un remake fatto non si sa in che maniera di quanto successo con Alexa Bliss. Asuka è tornata Kana dalla Rumble e ancora nessuno ne ha chiesto conto, mentre la Campionessa, senza le Damage Ctrl è sprofondata nel dimenticatoio più totale. A proposito di D+Ctrl: vedremo un 3 contro 3 con anche Trish Stratus o qualcosa di diverso; di diverso da quello che vorrebbe il pubblico, ossia un vero faccia a faccia tra Lynch e Bayley. Seguendo i diktat della federazione, non citiamo i Tag Titles. In ultimo c’è Lashley, in una condizione per nulla invidiabile: un act storicamente poco capace a mandare avanti una storyline che, a quanto pare, se la vedrà con quello più rapsodico e di difficile comprensione mai passato a Stamford: al 90% sarà la Corazzata Potemkin fantozziana, al 5% un capolavoro. Austin Theory e John Cena, perché è nell’aria da una vita e mezza, pochi altri motivi in realtà e qualche paura. Gli altri girano a zonzo in feud minori o completamente casuali, probabilmente non troveranno posto, forse a eccezione di The Miz che è come sempre la mezza celebrità spendibile, a costo di continuare a perdere tempo con Rick Boogs, ahinoi.

Qui SmackDown. Situazione un po’ più intricata. Nelle ultime settimane ci si è concentrati molto poco sullo show blu, proprio perché quello che ospita di più il Tribal Chief. A margine c’è stato a stento spazio per Drew McIntyre e Sheamus, per esempio, con il resto dei Brawling Brutes già lasciati indietro e che ancora non hanno un piano per WM. McIntyre ciurla nel manico, Sheamus resta inattivo finché non serve a McIntyre e ancora non si capisce se si voglia riprendere il discorso con Kross o fare qualcosa a livello di tag team. Qualcosa di risibile, in ogni caso. Se al femminile la scena è presa da Campionessa e vincitrice della Rumble, il resto langue: la sola prospettiva di qualsiasi cosa coinvolgerà la Rousey: nella migliore delle ipotesi uno split e dunque un match contro Baszler. Eh sì, quella è la migliore delle ipotesi al riguardo. Il posto però è garantito, al contrario di altro: il New Day non sembra avere molte chance di ricoprire ruoli diversi da host o cose del genere, come al solito, alla faccia di chi dice che sono uno di quei tag team a cui viene dato tutto senza meriti. Sempre meglio, chiaro, tutti gli altri che si vedono scavalcati da Madcap Moss, senza che poi nemmeno Moss ne cavi un ragno dal buco. Praticamente il roster di SD è fermo in attesa che si tolga il tappo dallo scarico e si lascino defluire idee e tempo televisivo anche per gli altri.

Insomma le prospettive sono quelle di un PLE qualunque di quest’anno: rischia di esserci poco o niente che valga la pena guardare al di fuori di quello che in qualche modo può essere servito in salsa samoana. Ossia due, al massimo tre incontri, che non sono uno e uno solo grazie a Sami Zayn e alla cocciutaggine di una federazione, che oggi si vocifera “spaventata” dai problemi che potrebbe causare un personaggio troppo riuscito. Uno dei classici paradossi in stile WWE, che non sorprende nemmeno più e pazienza se ci rimettiamo tutti. Intanto ci prepariamo a vedere un evento duplice e molto lungo, con pochissimo di memorabile che verrà etichettato comunque a forza come “WM Moment” e con il pericolo di veder rovinato l’unico finale che aspettavamo da due anni e mezzo. Pazienza, no?

Daniele La Spina
Daniele La Spina
Una mattina ho visto The Undertaker lanciare Brock Lesnar contro la scenografia dello stage. Difficile non rimanere incollato. Per Tuttowrestling: SmackDown reporter, co-redattore del WWE Planet, co-presentatore del TW2Night!. Altrove telecronista di volley, calcio, pallacanestro, pallavolo e motori.
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