Il caso Tiziana Cantone
Inviato: 16/09/2016, 20:13
Riapro questo topic per discutere (possibilmente senza deliri vari) della morte di Tiziana Cantone e del clamore mediatico generato da essa. Più che altro, vorrei che vi soffermaste proprio sul mezzo che, secondo alcuni, ha spinto la ragazza a compiere questo gesto. I Social e internet in generale.
Dico la mia, soffermandomi sui tre punti che più mi premono.
Sono stati i social a distruggere una vita?
Per me no (posto che comunque si era parlato anche di debiti vari). Tiziana Cantone è, come tanti altri prima di lei, divenuta "famosa" grazie (o per colpa) di un video pubblicato in rete e in seguito divenuto virale. Tanti prima di lei hanno fatto lo stesso, alcuni hanno cavalcato l'onda (Giuseppe Simone, Rosario Muniz e ora Andrea Alongi), tutti personaggi che hanno fatto la loro fortuna grazie a contenuti demenziali e degradanti per essere in seguito "sfruttati" da qualche grosso nome. Ora queste persone vengono derise con vari meme e, in alcuni casi, insultati. A mio avviso è inutile prendersela con l'utenza dei social, piaccia o meno, questi funzionano così e spesso danno voce anche a chi una voce non dovrebbe averla. In questo caso, se proprio bisogna cercare un colpevole, credo che esso sia il o i diffusori dei video incriminati.
Quali sono i pericoli della rete?
Quanti ragazzini e ragazzine, negli ultimi anni, sono state vittime di cyberbullismo? Ragazzine ingenue, che magari hanno inviato una foto erotica alla persona sbagliata. Ecco, questo è un fenomeno che avviene molto più spesso di quanto creda certa gente. Perché si è gridato allo scandalo, ci si è indignati solo ora? E quanto tempo ci vorrà per dimenticarsene e passare alla prossima notizia? Mi è capitato svariate volte di trattare questo delicato tema e sono sempre giunto alla stessa conclusione. I social, sono un potente mezzo che non tutti riescono ad utilizzare. È come una pistola: nelle mani sbagliate può essere utilizzata per far del male, ma essa non può fare nulla di sua spontanea iniziativa. Lo so, è un paragone forzato ma credo sia calzante.
Tiziana e chi ha diffuso il video, sono il classico esempio di persone che non sanno gestire un'arma, che credono che i social siano dei parchi giochi dove potersi divertire senza incorrere in sanzioni. E se da un parte ciò è veritiero (basta vedere il numero di pagine e commenti omofobi e xenofobi presenti nel solo FB), dall'altra non è così. Ma spesso a pagarne le conseguenze sono solo le vittime. Tiziana ha pagato con la vita un'ingenuità facilmente evitabile. Ma cosa fare per impedire tutto ciò? Beh, purtroppo si possono fare solo piccole cose: porre un limite di età (che esiste, seppur non venga rispettato), fare più campagne informative a riguardo, spiegare i pericoli dei social, un controllo maggiore da parte di genitori e tutor e magari una moderazione in grado di svolgere autorevolmente il proprio lavoro. E invece, vuoi per ignoranza o vuoi per poca voglia, si tende a sottovalutare quello che in realtà è un enorme pericolo.
Era proprio necessario farne una questione di stato?
Ancora una volta la risposta per me è no. Il solo parlarne, condannare utenti ignoti e pagine satiriche, strumentalizzare la vicenda per il proprio tornaconto personale (un saluto a Mario Adinolfi e a tutti i bigotti dell'ultima ora), è quanto di più squallido si possa fare. Queste persone sono decisamente peggio delle pagine che loro stessi criticano e vorrebbero far chiudere, manco fossero una novella inquisizione. Una ragazza che, almeno in apparenza, andava contro a tutto ciò in cui credevano e che, improvvisamente, diventa un innocente vittima del sistema. Trovo molto tristi queste battaglie fra poveri (in questo caso "Big Mac" Adinolfi vs la pagina di Welcome to Favelas) e credo che in certe circostanze sia meglio tacere piuttosto che aprire la bocca e sentenziare sul nulla.
A grandi linee, credo di aver espresso la mia sulla questione. Gradirei molto un vostro intervento, magari più mirato verso l'argomento "Social" piuttosto che su Tiziana in se.
La vostra
Dico la mia, soffermandomi sui tre punti che più mi premono.
Sono stati i social a distruggere una vita?
Per me no (posto che comunque si era parlato anche di debiti vari). Tiziana Cantone è, come tanti altri prima di lei, divenuta "famosa" grazie (o per colpa) di un video pubblicato in rete e in seguito divenuto virale. Tanti prima di lei hanno fatto lo stesso, alcuni hanno cavalcato l'onda (Giuseppe Simone, Rosario Muniz e ora Andrea Alongi), tutti personaggi che hanno fatto la loro fortuna grazie a contenuti demenziali e degradanti per essere in seguito "sfruttati" da qualche grosso nome. Ora queste persone vengono derise con vari meme e, in alcuni casi, insultati. A mio avviso è inutile prendersela con l'utenza dei social, piaccia o meno, questi funzionano così e spesso danno voce anche a chi una voce non dovrebbe averla. In questo caso, se proprio bisogna cercare un colpevole, credo che esso sia il o i diffusori dei video incriminati.
Quali sono i pericoli della rete?
Quanti ragazzini e ragazzine, negli ultimi anni, sono state vittime di cyberbullismo? Ragazzine ingenue, che magari hanno inviato una foto erotica alla persona sbagliata. Ecco, questo è un fenomeno che avviene molto più spesso di quanto creda certa gente. Perché si è gridato allo scandalo, ci si è indignati solo ora? E quanto tempo ci vorrà per dimenticarsene e passare alla prossima notizia? Mi è capitato svariate volte di trattare questo delicato tema e sono sempre giunto alla stessa conclusione. I social, sono un potente mezzo che non tutti riescono ad utilizzare. È come una pistola: nelle mani sbagliate può essere utilizzata per far del male, ma essa non può fare nulla di sua spontanea iniziativa. Lo so, è un paragone forzato ma credo sia calzante.
Tiziana e chi ha diffuso il video, sono il classico esempio di persone che non sanno gestire un'arma, che credono che i social siano dei parchi giochi dove potersi divertire senza incorrere in sanzioni. E se da un parte ciò è veritiero (basta vedere il numero di pagine e commenti omofobi e xenofobi presenti nel solo FB), dall'altra non è così. Ma spesso a pagarne le conseguenze sono solo le vittime. Tiziana ha pagato con la vita un'ingenuità facilmente evitabile. Ma cosa fare per impedire tutto ciò? Beh, purtroppo si possono fare solo piccole cose: porre un limite di età (che esiste, seppur non venga rispettato), fare più campagne informative a riguardo, spiegare i pericoli dei social, un controllo maggiore da parte di genitori e tutor e magari una moderazione in grado di svolgere autorevolmente il proprio lavoro. E invece, vuoi per ignoranza o vuoi per poca voglia, si tende a sottovalutare quello che in realtà è un enorme pericolo.
Era proprio necessario farne una questione di stato?
Ancora una volta la risposta per me è no. Il solo parlarne, condannare utenti ignoti e pagine satiriche, strumentalizzare la vicenda per il proprio tornaconto personale (un saluto a Mario Adinolfi e a tutti i bigotti dell'ultima ora), è quanto di più squallido si possa fare. Queste persone sono decisamente peggio delle pagine che loro stessi criticano e vorrebbero far chiudere, manco fossero una novella inquisizione. Una ragazza che, almeno in apparenza, andava contro a tutto ciò in cui credevano e che, improvvisamente, diventa un innocente vittima del sistema. Trovo molto tristi queste battaglie fra poveri (in questo caso "Big Mac" Adinolfi vs la pagina di Welcome to Favelas) e credo che in certe circostanze sia meglio tacere piuttosto che aprire la bocca e sentenziare sul nulla.
A grandi linee, credo di aver espresso la mia sulla questione. Gradirei molto un vostro intervento, magari più mirato verso l'argomento "Social" piuttosto che su Tiziana in se.
La vostra