Re: S'ITALIA EST SU NEMICU: Le ragioni economiche, politiche e culturali degli indipendentisti sardi
Inviato: 20/01/2022, 19:39
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Sono cambiate, almeno dal mio punto di vista, diverse cose. Innanzitutto sono sempre meno i pastori che lo pruducono, anche perché, almeno nella mia zona, molti preferiscono versare il latte ai caseifici e fare meno formaggio in generale, quasi solo per uso personale. Questo succede perché purtroppo al momento è più "conveniente" così e gli allevatori, soprattutto i piccoli con greggi da circa 200 pecore, che sono la maggioranza, oltre ad essere sempre in bilico dal punto di vista finanziario, avrebbero difficoltà a piazzarsi sul mercato come produttori di formaggio. Purtroppo c'è un po' questa mentalità di pensare più al proprio orticello, anche molto piccolo, piuttosto che fare rete e cooperativa. Anche se poi il rischio è che i grandi caseifici facciano cartello sul prezzo del latte, da cui sono nate le scenografiche proteste di qualche anno fa.c'hoçtreß ha scritto: ↑20/01/2022, 19:26 Quando ci sono stato io (15 anni fa) non era difficile da trovare e lo mangiavo spesso, è cambiato qualcosa nel frattempo?
Più che altro mi manca la cordula ma mi sa che per quella si deve andare in posti poco turistici, il che può essere un'ottima scusa per un viaggio diverso.
Non per portare il topic ancora più OT (anzi, fra qualche riga provvedo a rientrare nei ranghi) ma il punto di Gsquared rimane, anzi viene rafforzato dalla tua considerazione.Hard Is Ono ha scritto: ↑20/01/2022, 14:57 Il concetto sarà anche stupido, ma noi viviamo ancora in un mondo pieno di stati nazionali in cui molte questioni nazionali rimangono irrisolte da tempi immemori (Scozia, Catalogna, Palestina, Pais Basco, Galizia, Kurdistan, Irlanda del Nord, solo per citare le più famose).
E' semplicemente una delle contraddizioni del mondo in cui viviamo.
Ora, la politica economica non è mai stata il mio forte nemmeno quando era materia di studio e ora sono decisamente arrugginito, quindi mi scuso se il dubbio può suonare stupido.io non ho detto che dall'Italia non arriva nulla e mi sembra ovvio che riceviamo un po' di più di quanto versiamo. Siamo pochi, in un'area geograficamente molto estesa e soprattutto tra le Regioni più povere d'Europa con diversi servizi che hanno un costo al di là del numero degli abitanti.
Lieutenant Loco ha scritto: ↑21/01/2022, 10:12 Ora, la politica economica non è mai stata il mio forte nemmeno quando era materia di studio e ora sono decisamente arrugginito, quindi mi scuso se il dubbio può suonare stupido.
Ma se ora la Sardegna comunque riceve più dall'Italia rispetto a quanto dia, una Sardegna indipendente (dò per scontato che non cambino altri fattori fondamentali come l'appartenenza all'UE) non sarebbe comunque economicamente svantaggiosa, visto che risparmierebbe meno di ciò che perderebbe?
In effetti a ben vedere in questa prima puntata di "ragioni economiche degli indipendentisti sardi" ne vedo poche, contando che si parla di rispettare uno Statuto previsto dalla Costituzione italiana e sì, dello scandalo sanitario che è effettivamente qualcosa di vergognoso... ma in che modo potrebbe cambiare in positivo con una Sardegna indipendente?
E digli niente! È esattamente quello che fa la differenza, come ha ricordato Hard is Hono affermando di non ridurre il tutto solo alla discriminazione territoriale e a danni economici più o meno gravi che anche altre zone hanno subito. E gli indipendentisti ne sono consapevoli. È il motivo per cui le pretese secessioniste di una Padania, che prima di Bossi non è mai esistita come popolo e nazione (insieme delle caratteristiche che abbiamo detto) sono fuffa mentre le sarde e, per esempio, scozzesi e catalane non lo sono.
Ma secondo me i "problemi" e i "conflitti interminabili" dei casi citati non sono causati dal fatto che, per esempio, i palestinesi o i kurdi abbiano la coscienza di essere "una nazione" o dal concetto di nazione di cui abbiamo parlato io e HiO basato sull'autodeterminazione, ma proprio dal fatto che ingiustamente esistono uno o più oppressori che li combattono e li vorrebbero, a questo punto, nemmeno integrati con la forza ma proprio eliminati. Mi pare un po' "dare la colpa" alle vittime nel senso che i loro carnefici esistono perché loro (le vittime) esistono e alzano la testa. Della serie, peccato che il concetto di nazione esista e faccia mobilitare i kurdi e i palestinesi, non ci fosse stato ci saremmo risparmiati i conflitti. Poi ovvio che si capisce che te non sei un ammiratore, per dire, di Erdogan e di come tratta i kurdi, sia chiaro.Lieutenant Loco ha scritto: ↑21/01/2022, 10:12 Nel senso che in molti dei casi da te citati (e molti altri ancora) questo famoso "concetto di nazione" ha causato conflitti interminabili. Sia chiaro, mi riferisco anche e soprattutto ai vari oppressori di quei popoli, più che a loro stessi, ma tant'è: il concetto di "nazione" è la causa del problema, non la sua soluzione.
Già all'epoca si diceva che sarebbero arrivate normative europee che lo avrebbero reso un prodotto fuori legge ma gli effetti ancora non si vedevano. Poi non avevo pensato alla questione delle quote latte che immagino abbia influito anche quella anche se nello specifico ne so poco o nulla.El Principe ha scritto: ↑20/01/2022, 20:40 Mi spiace, spero si rimanga un po' più in topic Sardegna o comunque se si deve citare la questione meridionale che lo si faccia con un senso, tipo nella prima risposta di HiO, e non con righello e dizionario in mano alla fine, ne sono convinto, solo per mettere tutto nel calderone del complotto neoborbonico leghista e fare casino. Senza poi rispondere nel merito alle mie controrisposte, se non a mozzichi sparsi sulle cose più irrelevanti, tipo "c'erano garibaldini sardi", con una "rabbia" statalista che non concepisce posizioni diverse da una presunta unità nazionale che sovrasta ogni cosa e sul cui nome si giustifica tutto. Andiamo oltre.
Sono cambiate, almeno dal mio punto di vista, diverse cose. Innanzitutto sono sempre meno i pastori che lo pruducono, anche perché, almeno nella mia zona, molti preferiscono versare il latte ai caseifici e fare meno formaggio in generale, quasi solo per uso personale. Questo succede perché purtroppo al momento è più "conveniente" così e gli allevatori, soprattutto i piccoli con greggi da circa 200 pecore, che sono la maggioranza, oltre ad essere sempre in bilico dal punto di vista finanziario, avrebbero difficoltà a piazzarsi sul mercato come produttori di formaggio. Purtroppo c'è un po' questa mentalità di pensare più al proprio orticello, anche molto piccolo, piuttosto che fare rete e cooperativa. Anche se poi il rischio è che i grandi caseifici facciano cartello sul prezzo del latte, da cui sono nate le scenografiche proteste di qualche anno fa.
Tornando al casu modde, a tutto questo si aggiunge come non sia un formaggio che trovi nei negozi, se non fuso in cremine che sono una cosa diversa, ma devi per forza avere contatti con un pastore che lo fa e lo vende/regala. In più, i particolari moscerini che lo infestano con le uova da cui poi si faranno le caratteristiche larve (che fastidio quando viene chiamato "con i vermi", che vermi non sono) ci sono in un certo periodo, che varia a seconda di altitudine e temperature, e vanno su un formaggio che deve essere già un minimo stagionato, e poi ci vuole ulteriore tempo perché le larve si sviluppino e agiscano sulla pasta del formaggio. In paese per esempio in genere si può trovare solo da fine luglio a inizio settembre, più o meno, e poi non si può conservare troppo una volta rotta la forma.
Non sono amante della cordula, o "sa corda", per chi non lo sapesse intestini e budella di agnello intrecciate e fatte arrosto dopo essere state lavate molto bene e bollite (per ovvi motivi). Penso che si possa trovare già pronta in macellerie di alto livello, ma se la si chiede con un minimo di preavviso credo che qualsiasi agriturismo degno di questo nome potrebbe prepararla senza problemi.
E' presto detto: il concetto da superare è l'equazione Nazione=Stato.El Principe ha scritto: ↑21/01/2022, 15:13 Sì ma, posto che che siamo d'accordo sul fatto che il nazionalismo del "noi sopra tutti", l'eccezionalismo o il cosiddettò "sovranismo" siano deleteri, non capisco quale sia questo concetto di nazione, applicabile alla questione sarda o simili, che sia e dovrebbe essere superato.
La stai facendo politica, ma mi pare che qui nessuno abbia mai tirato in ballo la politica. Il separatismo può essere di destra, di sinistra o di centro, mi pare che nessuno abbia mai fatto distinzioni su questo.Anche perché i sardisti, come gli scozzesi, aspirano proprio a una Sardegna più interconnessa col resto del mondo. Per me le differenze tra gli indipendentisti sardi, scozzesi, kurdi e, chessò, un partito nazionalista serbo o croato di estrema destra mi sembrano evidenti.
Insomma, qui c'è un po' di cherry picking.Ma secondo me i "problemi" e i "conflitti interminabili" dei casi citati non sono causati dal fatto che, per esempio, i palestinesi o i kurdi abbiano la coscenza di essere "una nazione" o dal concetto di nazione di cui abbiamo parlato io e HiO basato sull'autodeterminazione, ma proprio dal fatto che ingiustamente esistono uno o più oppressori che li combattono e li vorrebbero, a questo punto, nemmeno integrati con la forza ma proprio eliminati. Altrimenti torniamo al fatto che in nome dell'unità nazionale, che sia Italiana per noi, britannica per gli scozzesi etc.., e della globalizzazione si deve accettare tutto.
Onestamente, almeno nelle intenzioni di El Principe che ha aperto il topic, sembra che il punto (almeno in larga parte) sia proprio quello. Ad esempio:Hard Is Ono ha scritto: ↑21/01/2022, 17:25 a) la discussione non può essere se "lo stato nazionale" è meglio o peggio dello stato multietnico o della società interconnessa. Non è questo il punto, non stiamo parlando dei nostri desiderata. Io sono per la più ampia multietnicità possibile e per la riduzione di ogni restringimento possibile. Almeno per quanto mi riguarda, la discussione non è una difesa del concetto di stato nazionale e non risponderò più su questo punto.
Nulla è per tutti, ma le regole del "sistema mondo" sono abbastanza chiaramente quelle. Vogliamo affrontarle con soluzioni vecchie (come minimo) di qualche decennio?b) la società sarà pure interconnessa, ma non lo è per tutti. Migranti vengono respinti, minoranze vengono oppresse. Pensare di risolvere le cose semplicemente negandole per me è sbagliato.
... Quindi?c) faccio sommessamente notare che pure nell'UE della libera circolazione delle persone, alcune delle costituzioni dei suoi stati più importanti fanno esplicito riferimento al popolo nazionale di cui quello stato è espressione politica in prima istanza: quella della Francia e quella della Germania.
Almeno siamo arrivati al punto vero, che non è una discussione generica sullo stato nazione o quant'altro, ma sul fatto che per te è sbagliato che i sardi rivendichino l'indipendenza e la costruzione di uno stato autonomo.Lieutenant Loco ha scritto: ↑21/01/2022, 18:14 Onestamente, almeno nelle intenzioni di El Principe che ha aperto il topic, sembra che il punto (almeno in larga parte) sia proprio quello. Ad esempio:
È esattamente quello che fa la differenza, come ha ricordato Hard is Hono affermando di non ridurre il tutto solo alla discriminazione territoriale e a danni economici più o meno gravi che anche altre zone hanno subito. E gli indipendentisti ne sono consapevoli. È il motivo per cui le pretese secessioniste di una Padania, che prima di Bossi non è mai esistita come popolo e nazione (insieme delle caratteristiche che abbiamo detto) sono fuffa mentre le sarde e, per esempio, scozzesi e catalane non lo sono.
Anche perché nel titolo stesso del topic (e nei vari post di El Principe) vedo citate le ragioni degli indipendentisti sardi. Se poi ho capito male io e il punto NON è uno stato-nazione sardo indipendente, ammetto senza problemi il mio errore.
Si dissolvessero gli stati oppressori per primi allora, perché chiedere agli oppressi di rinunciare in prima istanza?Lieutenant Loco ha scritto: ↑21/01/2022, 18:14 Nulla è per tutti, ma le regole del "sistema mondo" sono abbastanza chiaramente quelle. Vogliamo affrontarle con soluzioni vecchie (come minimo) di qualche decennio?
La soluzione del problema non la si troverà sicuramente nelle radici che quello stesso problema lo hanno generato.
Certo il punto è che esistono oppressi e oppressori. Se non siamo d'accordo su questo, difficilmente si può essere d'accordo sulle soluzioni (e comunque si potrebbe anche essere in disaccordo sulle soluzioni pur essendo d'accordo sulla prima distinzione. Ma questo è un altro punto ancora).Lieutenant Loco ha scritto: ↑21/01/2022, 18:14 ... Quindi?
Qual è il punto, che alcuni fra i principali attori dell'odierno mondo interconnesso sono stati-nazione di successo? E chi l'ha mai negato? Se proprio vogliamo tirare in ballo la Costituzione francese, io porrei più l'accento sulla situazione di quell'altra isola a nord della Sardegna, la cui situazione almeno legalmente (non so onestamente a livello economico) è ben peggiore.
E se è per quello i liberalissimi Paesi scandinavi sono fra i pochi ad avere in Costituzione esplicito riferimento a una religione ben specifica e dominante.
Ma in che modo tutto questo contraddirebbe ciò che stiamo dicendo? Il punto è che la formula dello stato-nazione per alcuni funziona, per altri funziona l'esatto contrario, e siamo pieni di esempi fallimentari in entrambi i casi.
Si contesta (almeno da parte mia) il salto logico da "siamo una nazione" all'indipendentismo, ovvero (anche in questo caso mi si corregga se sbaglio) "siamo uno stato". Mi mancano proprio le basi per cui una dovrebbe implicare l'altra.