The Codebreaker #103 – Momenti di goduria: potenziali e reali

Gli ultimi tempi in WWE non sono stati esaltanti, o meritevoli di nuove pagine di storia da tramandare al prossimo, ma qualche segnale di ripresa si riscontra. Sarà l'inevitabile trend verso il principale appuntamento dell'anno, Wrestlemania, o un lento ma costante miglioramento generale, chissà, ma portiamo a casa quanto di positivo si è potuto ammirare.


Partiamo dall'aspetto intrattenimento. Che dire dell'incredibile accoglienza ricevuta da Shane McMahon, ritornato on screen in WWE dopo ormai 6 anni? Un qualcosa di straordinario, emozionante per il figlio di Vince, ma, al tempo stesso, qualcosa capace di gasare ogni fan di wrestling, soprattutto quelli di vecchia data. Sentire quei cori assordanti e poderosi “Holy shit” hanno fatto venire i brividi e non potevano non arrivare da un'arena, quella di Detroit, davvero valore aggiunto contrariamente a molti altri palazzetti statunitensi destinati a restare impassibili a qualsiasi genere di prodotto, ormai abituati a farsi andare bene qualsiasi cosa e pertanto incapaci di criticare show impresentabili e ad esaltare momenti e incontri da cinque stelle.

Una volta consegnato il premio a Stephanie mi aspettavo da un momento all'altro qualche interferenza di spessore, troppo scontata quella consegna, era necessario un imprevisto. Mi ha sorpreso il ritorno di Shane e, assistendo a quell'accoglienza, non sono stato sicuramente l'unico. In quell'occasione la WWE si è rivelata magistrale nello sfruttare gli screzi familiari e il calo degli ascolti come argomenti da trattare in diretta, andare alla ricerca di un miglioramento dello show e dell'audience trattando in pubblico i propri panni sporchi costituisce una strategia di vecchia data, quasi sempre ben riuscita, basta ricordarsi i monologhi di CM Punk contro la federazione senza andare molto indietro nel tempo.

Ora resta da capire l'evoluzione della situazione attorno al match Shane vs Undertaker all'interno della gabbia d'acciaio in quel di Wrestlemania, una sfida sicuramente in grado di creare pathos e curiosità, ma, al tempo stesso, un incontro tra un personaggio lontano da anni dai ring WWE e una leggenda ormai sull'inevitabile viale del tramonto. E il resto del menu di Wrestlemania cosa ci offre? Il successo di Reigns nel match a tre di Fastlane mi ha sorpreso solo in parte, era il nome più gettonato, anche se non nascondo di aver pensato ad una vittoria a sorpresa, ma fino ad un certo punto, di Dean Ambrose, probabilmente il top face più in voga nelle parti di Stamford, tra i personaggi davvero in grado di far impazzire un'arena. La decisione dei bookers comunque porta il cugino di The Rock a sfidare HHH nel match più importante dell'annata; in pratica un'autentica resa dei conti per una storyline ormai iniziata mesi fa.

Restava il problema di dove collocare un top del livello di Brock Lesnar. Sinceramente non nascondo che mi sarei aspettato per la Bestia un avversario di caratura superiore almeno in termini d'esperienza, ma è anche vero che bisogna fare i conti con un roster ridotto all'osso soprattutto tra i top, vista la contemporanea assenza dei veri Cena, Rollins, Orton e Cesaro. Mi attendo almeno un ritorno a sorpresa nel Raw post Wrestlemania. Indirizzare Ambrose vs HHH avrebbe consentito di creare un nuovo Lesnar vs Reigns, una sfida almeno più credibile sotto il profilo fisico con tutti gli aspetti di contorno da analizzare. Alla fine si è deciso di mandare Ambrose a sfidare Lesnar per un match che si prospetta però potenzialmente indimenticabile vista la tipologia scelta.

Soltanto in una sfida senza regole, con l'utilizzo di oggetti contundenti, dove la follia può avere la meglio, l'incontro può registrare maggiore equilibrio perchè si finisce in un habitat dove anche la scheggia impazzita risiede stabilmente e potrebbe portare Lesnar all'estremo. L'attacco nel parcheggio e un Ambrose con attributi giganteschi hanno alimentato ulteriormente la miccia. A proposito di estremo… anche il finale dell'ultimo Raw ha riportato in auge un HHH in una versione simile ai bei tempi, un'aggressione intimidatoria destinata a portare al livello massimo una rivalità ormai finita sul personale.

Non posso non soffermarmi sull'ottimo debutto di Aj Styles in WWE, un evento al quale non credevo più, pensavo sinceramente che i treni fossero già passati e non sarebbero più transitati. Ammirarlo dal vivo ad ottobre a Frosinone ha rappresentato uno dei miei momenti più esaltanti nella vita da appassionato di wrestling, vederlo in azione in Italia contro un altro fenomeno del livello di Christopher Daniels costituiva un autentico sogno, temevo restasse tale per sempre e invece grazie alla EPW è diventato realtà. Ero molto curioso e, al tempo stesso, era elevato il mio timore in relazione alla gestione WWE di un campione simile. Finora non posso lamentarmi. Debutto al Rumble match con una buona prova e il primo seppure breve incrocio con Owens, vittoria all'esordio a Raw in un incontro 1 contro 1 con una leggenda del calibro di Chris Jericho, che peraltro ho ritrovato in ottima condizione fisica. Un'ottima rivalità, attualmente sul 2-1 a favore dell'ex TNA in virtù del match disputato a Fastline, ma mi auguro che il loro feud possa avere spazio anche in quel di Wrestlemania.

Concludo l'editoriale dedicandomi a NXT, ancora in pianta stabile il miglior show WWE. Anche se le manfrine legate ai doppi conteggi e simultanee sottomissioni rischiano di far perdere la pazienza e non poco, impossibile non godere dinanzi ai match dei vari Samoa Joe, Sami Zayn e Baron Corbin, il match al meglio delle tre cadute tra i primi due protagonisti potenzialmente sarà un qualcosa di imperdibile. Esattamente come ogni apparizione degli American Alpha; il tandem Gable – Jordan è assolutamente il top in circolazione a livello WWE e merita quanto prima una chance titolata, Dash&Dawson rappresentano un ostacolo assai ostico, un punto di collegamento con le coppie dei tempi d'oro. Tecnica e dinamismo contro solidità e astuzia. Una sfida da palati fini. Attenzione anche alla categoria femminile; Asuka smania dalla voglia di un match con in palio l'alloro massimo, manca soltanto lei all'appello contro Bayley. Sasha Banks costituisce un autentico top, ma la nipponica può portare Bayley a simili livelli di spettacolarità e resistenza.

Prima di salutarvi… ogni parola in più sarebbe superflua, il tuo discorso è entrato nel cuore di ognuno di noi e sul ring ci hai fatto godere per anni.

GRAZIE DANIEL

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