
In una delle stagioni più traballanti di sempre a livello di equilibrio e infortuni, celebrare l'impresa dei Bucks e l'entrata nell'Olimpo di Giannis è cosa giusta e doverosa. La vittoria forse più goduriosa che cade curiosamente a 10 anni dall'altrettanta goduriosa vittoria dei Mavs di Nowitzki. Per i Bucks adesso sarà fondamentale mantenere l'ossatura, potendo ricontare su Di Vincenzo nell'assetto base, ma riuscire a mantenere Tucker e Portis e quindi praticamente inalterato la rotazione principale del titolo è un aspetto molto importante considerando che i Nets, e dopo quanto successo al draft, presumibilmente i Lakers torneranno alla carica.


Di riflesso alla gioia di Giannis, c'è la delusione di CP3 che perde l'occasione della vita di diventare campione NBA e che ora dovrà decidere il da farsi sul futuro. Insider che danno quasi per certa la conferma ai Suns e che ritrova nel calderone dell'Ovest già la prima accelerata dei Lakers con l'arrivo di Westbrook. Ma bisogna dirlo chiaramente, ad oggi i Lakers, senza spacing e senza tiratori all'altezza, con l'ennesima collezione di figurine (a cui curiosamente aleggiano i rumors su Melo), non è che vanno incensati per forza.
È chiaro che in una situazione dove sembrano i Suns e i Lakers in vetta, bisogna capire chi può muoversi ed inserirsi. Il timore per quanto riguarda i Clippers, è che dovranno buttare un anno, considerando l'injury di Kawhi e la probabile riconferma. Stessa impressione per quanto riguarda i Nuggets col solo MVP a reggere la baracca senza Murray. Tenendo conto che i Jazz stanno iniziando ad accelerare con mosse forse sprovvedute per cercare di trattenere Conley, confermando nel caso la poca flessibilità di manovra, chi può realmente inserirsi nuovamente sono i Warriors, col rientro di Klay e con la possibilità di imbastire qualcosa tenendo asset come Wiggins e Wiseman.
Curiosità rimane anche per la situazione in casa Blazers. Più giorni passano e più sembra rientrare il caso Lillard, ma discorso rimane quello, ovvero l'aspettativa di poter maggiormente competere per il titolo. Come di fatto è accaduto con Giannis.


Chi indubbiamente tornerà alla carica sono i Nets che forti di quanto fatto vedere in quelle poche, davvero pochissime partite in cui hanno giocato col Big 3 al completo, dando una dimostrazione di superiorità a tratti quasi imbarazzante per quanto evidente. La cosa stupefacente (ma non per forza) era anche l'alchimia abbastanza buona col resto del roster, con un Griffin rivitalizzato, quindi rimane l'attesa su chi accompagnerà il Big 3 alla prossima cavalcata.
In casa Sixers c'è un problema enorme quanto una casa. Ben Simmons dove ormai è palese il fatto che lo vogliano scambiare, ma per ora non si è trovati ad una soluzione soddisfacente per trovare dei fit migliori per quel fenomeno di Joel Embiid.
Per il resto le altre sono un tutto in divenire a cominciare dagli Hawks con la free agency di Collins, dalla rimessa a posto di Heat e Celtics dopo un annata fallimentare, dalla posizione dei Wizards post trade Westbrook (con un occhio alla situazione Beal che dovrebbe nonostante tutto restare), dai Pacers col cambio allenatore e dai Bulls in attesa di investire in free agency per cercare un play accanto alla coppia LaVine/Vucevic.




Ben importante il giro di panchine. Da capire se l'avvicendamento Stotts/Bilups porterà alla conferma certa di Dame e ad una riapertura al progetto Blazers, vedremo se Kidd sarà l'uomo giusto per affiancare Doncic in vittorie più importanti, vedremo se Carlisle riuscirà a far risalire la china ai Pacers dopo il fallimento dello scorso anno. Soprattutto vedremo se lo storico avvicendamento Ainge-Stevens porterà i frutti sperati e che Udoka essere la persona giusta in panchina.




Classe draft di quest'anno un enorme miglioramento rispetto alla precedente. Gli elogi a Cunningham sono sprecati ed è incaricato alla rinascita dei Pistons, ma anche i Rockets e i Cavs han pescato bene con Green e Mobley. Si parla un gran bene di Suggs per i Magic e Barnes per i Raptors. E ora sarà tempo di free agency.