La nostra sconfitta.
Inviato: 07/04/2016, 17:52
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso quella possibilità di comprensione del prodotto: abbiamo volutamente rinunciato a voler capire, ci limitiamo esclusivamente a giudicare. In automatico, con una rabbia automatica: a non scindere, a mettere tutto nel calderone della nostra mente prevenuta, o cosi' pensiamo. Perchè è una guerra, è uno scontro tra il male, l'industria, i soldi, il potente... e noi, il popolo, il consumatore,
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso una guerra, prima ancora di combatterla. Quella guerra che alcuni pensavano fosse facile da vincere: siamo i consumatori.. devono tenere conto di noi, siamo noi che decidiamo la direzione del prodotto. Mai successo. Nella vita. Si pensava di combattere una guerra in tal senso, non ci hanno neanche fatto provare a comprare le armi, a pianificare una strategia di combattimento, un'azione di guerriglia. Niente. Ci pensavamo imbattibili. Il numero è forza. Non abbiamo neanche scavato la trincea.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso il potere, il potere di voler davvero stare sopra la giostra. Di poter ciondolare sul nostro bel cavallo di latta dai colori caldi e rassicuranti. Siamo convinti di essere noi i giostrai, di poter intervenire nel processo di formazione del prodotto culturale, di esserne parte integrante, ed in realtà siamo da sempre, un elemento marginale. Come singolo e come gruppo.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo presuntuosi, perchè siamo capaci di pensare che tutto dipende da noi, che l'autore scrive perchè lo abbiamo deciso noi, il personaggio vive perchè lo abbiamo deciso noi, perchè noi sappiamo ciò che è vincente, ciò che funziona, ciò che E' giusto. E pretendiamo che questo sia universale, che il produttore SI DEVE adeguare. E puntualmente, si va dalla parte opposta al nostro volere. Invece di un avanzata, è puntualmente una ritirata strategica.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso perchè i ricordi del passato non ci appartengono, schiacciati dal nostro egoismo attuale di volere un prodotto a nostra immagine e somiglianza, a nostro uso e consumo, perchè i sentimentalismi in guerra non servono, anzi sono deleteri. Si deve lottare contro il mostro. Ciò che fa il mostro è sciorda, è melma.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè si è pensato che una nicchia di consumatori che aveva una visione di ampio respiro su storyline, personaggi, comprensione delle dinamiche produttive, di mosse tecniche, di semiologia di senso, potesse conquistare tutti gli ambiti che invece mettevano nell'angolo l'intelletualità, il sensio ampio del gusto. La rivincita dei contasuplex, dei nani in mutande, dei tecnici, dei veri atleti, della "meritocrazia" di facciata, della vittoria sui numeri, sull'ignoranza del fan medio, sulla mediocrità del prodotto mordi e fuggi, sull'organizzazione dispotica. Ci sentivamo tutti Steve Austin. Ma siamo tutti Brooklin Brawler.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo arrivati ad odiare il nostro stesso amore per la disciplina, perchè l'immaginavo diversa, da come si è presentata, perchè nel nostro mondo delle Idee, quelle ombre proiettate sulla parete della caverna erano si, scure, ma ci piacevano da matti. L'originale ha i dettagli difettosi.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso il nostro amore. Quell'amore ideale che abbiamo incontrato, abbiamo conosciuto, abbiamo penetrato, ci ha lasciato il profumo addosso e poi ci ha abbandonato. E di quell'abbandono ne soffriamo. Ne soffriamo a tal punto che iniziamo ad odiare ogni pallida imitazione, ogni possibile paragone futuro, ogni elemento identificativo. E non ne sentiamo più l'odore, nemmeno nel nostro ricordo.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso la magia, quella che ci fa emozionare a questo genere di sport. Ogni prodotto culturale ha la sua dose di magia, noi siamo stati capaci ed è colpa nostra, non di chi crea il prodotto, di aver distrutto la fonte magica da cui ci siamo inizialmente abbeverati. E non vogliamo ritornare a quella fonte, perchè siamo ormai anestetizzati dalla voglia di sentirci noi, magici.
Abbiamo Perso. E non vogliamo ammetterlo a noi stessi, senza neanche fare Harakiri dignitoso. Preferiamo continuare a lottare una guerra mai iniziata, solo immaginata, per poter dire a noi stessi e agli altri: siamo vivi. E Vinciamo noi.
Abbiamo perso quella possibilità di comprensione del prodotto: abbiamo volutamente rinunciato a voler capire, ci limitiamo esclusivamente a giudicare. In automatico, con una rabbia automatica: a non scindere, a mettere tutto nel calderone della nostra mente prevenuta, o cosi' pensiamo. Perchè è una guerra, è uno scontro tra il male, l'industria, i soldi, il potente... e noi, il popolo, il consumatore,
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso una guerra, prima ancora di combatterla. Quella guerra che alcuni pensavano fosse facile da vincere: siamo i consumatori.. devono tenere conto di noi, siamo noi che decidiamo la direzione del prodotto. Mai successo. Nella vita. Si pensava di combattere una guerra in tal senso, non ci hanno neanche fatto provare a comprare le armi, a pianificare una strategia di combattimento, un'azione di guerriglia. Niente. Ci pensavamo imbattibili. Il numero è forza. Non abbiamo neanche scavato la trincea.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso il potere, il potere di voler davvero stare sopra la giostra. Di poter ciondolare sul nostro bel cavallo di latta dai colori caldi e rassicuranti. Siamo convinti di essere noi i giostrai, di poter intervenire nel processo di formazione del prodotto culturale, di esserne parte integrante, ed in realtà siamo da sempre, un elemento marginale. Come singolo e come gruppo.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo presuntuosi, perchè siamo capaci di pensare che tutto dipende da noi, che l'autore scrive perchè lo abbiamo deciso noi, il personaggio vive perchè lo abbiamo deciso noi, perchè noi sappiamo ciò che è vincente, ciò che funziona, ciò che E' giusto. E pretendiamo che questo sia universale, che il produttore SI DEVE adeguare. E puntualmente, si va dalla parte opposta al nostro volere. Invece di un avanzata, è puntualmente una ritirata strategica.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso perchè i ricordi del passato non ci appartengono, schiacciati dal nostro egoismo attuale di volere un prodotto a nostra immagine e somiglianza, a nostro uso e consumo, perchè i sentimentalismi in guerra non servono, anzi sono deleteri. Si deve lottare contro il mostro. Ciò che fa il mostro è sciorda, è melma.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè si è pensato che una nicchia di consumatori che aveva una visione di ampio respiro su storyline, personaggi, comprensione delle dinamiche produttive, di mosse tecniche, di semiologia di senso, potesse conquistare tutti gli ambiti che invece mettevano nell'angolo l'intelletualità, il sensio ampio del gusto. La rivincita dei contasuplex, dei nani in mutande, dei tecnici, dei veri atleti, della "meritocrazia" di facciata, della vittoria sui numeri, sull'ignoranza del fan medio, sulla mediocrità del prodotto mordi e fuggi, sull'organizzazione dispotica. Ci sentivamo tutti Steve Austin. Ma siamo tutti Brooklin Brawler.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo arrivati ad odiare il nostro stesso amore per la disciplina, perchè l'immaginavo diversa, da come si è presentata, perchè nel nostro mondo delle Idee, quelle ombre proiettate sulla parete della caverna erano si, scure, ma ci piacevano da matti. L'originale ha i dettagli difettosi.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso il nostro amore. Quell'amore ideale che abbiamo incontrato, abbiamo conosciuto, abbiamo penetrato, ci ha lasciato il profumo addosso e poi ci ha abbandonato. E di quell'abbandono ne soffriamo. Ne soffriamo a tal punto che iniziamo ad odiare ogni pallida imitazione, ogni possibile paragone futuro, ogni elemento identificativo. E non ne sentiamo più l'odore, nemmeno nel nostro ricordo.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso la magia, quella che ci fa emozionare a questo genere di sport. Ogni prodotto culturale ha la sua dose di magia, noi siamo stati capaci ed è colpa nostra, non di chi crea il prodotto, di aver distrutto la fonte magica da cui ci siamo inizialmente abbeverati. E non vogliamo ritornare a quella fonte, perchè siamo ormai anestetizzati dalla voglia di sentirci noi, magici.
Abbiamo Perso. E non vogliamo ammetterlo a noi stessi, senza neanche fare Harakiri dignitoso. Preferiamo continuare a lottare una guerra mai iniziata, solo immaginata, per poter dire a noi stessi e agli altri: siamo vivi. E Vinciamo noi.

