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Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 19:01
da Depeche boy
Prende sempre più piede qui al Sud l'equivalente meridionale di quella che fino a poco tempo fa era la Lega Nord.
Pensavo fino a poco tempo fa che essendo quella dei neoborbonici solotanto revisionismo (per quanto il revisionismo possa essere utile a sviscerare alcuni avvenimenti il loro in realtà ha ben altri propositi) che comunque sia rimanesse in un certo ambito. E così dopo almeno 2 anni che studio le possibili parti veritiere delle loro versioni capisco come almeno l'80% dei fantomatici record del Regno delle 2 Sicilie siano solo frottole. A parte sparute eccezioni l'indomani dell'unificazione per più di 100 anni la stragrande componente del paese ha sempre pensato che la nazione almeno geograficamente e "patrioticamente" andasse bene così ed invece no, l'altro giorno guardando nel profilo di Saviano vedo che pubblica una foto di Mazzini e via di insulti anche razzisti volendo. E addirittura si fanno manifestazioni dove si gettano dalla finestra prodotti del Nord o dove si riscrive completamente la storia estrapolando eventi e situazioni dai propri contesti.
Fin quando il Regno delle 2 Sicilie comunque sia esistito sul serio, c'è gente che va oltre pretendendo di rendere noi altri meridionali tutti succubi di Napoli , perché c'hanno questa fissazione questi Napoletani che noi tutti al Sud saremmo loro gente? Qui i Napoletani li vediamo come i Milanesi se non per gli aspetti che solo loro possono avere così come altre città.
Inoltre si riesce a fare un calderone mischiando Garibaldi, Mazzini e i Savoia nella stessa pentola (quando i 3 erano slegati) e soprattutto i siciliani che furono quelli più contrari ai Borbone oggi rimpiangono un regno che cacciarono con grandi sacrifici (tra cui anche bombardamenti) e peggio ancora i miei corregionali , ovvero i "briganti" che si son dimenticati di come i Borbone sterminassero i Briganti ma di ciò se ne dimenticano dando il fardello solo ai Savoiardi.
Scusate se mi sono dilungato ma son curioso di sapere come la vedete voi.
Sono gli Italiani la causa delle disgrazie dell'italia essendo un popolo che a volte sembra essere fermo al Medioevo alla guerra tra città e ducati?

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 19:09
da Devixe
Benvenuto in Calabria saudita.
Si stava meglio quando si stava peggio.
La Calabria era la prima potenza europea.
Piove, governo ladro

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 19:48
da FoleyIsGod
Ormai basta leggere un libro di Pino Aprile per diventare subito storici. Sui rapporti tra Sicilia e Napoli durante il Regno delle Due Sicilie e sulla transizione dallo stato borbonico a quello italiano ci sarebbero molto cose da dire visto che è stata la mia tesi di laurea.

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 20:25
da Devixe
FoleyIsGod ha scritto:Ormai basta leggere un libro di Pino Aprile per diventare subito storici. Sui rapporti tra Sicilia e Napoli durante il Regno delle Due Sicilie e sulla transizione dallo stato borbonico a quello italiano ci sarebbero molto cose da dire visto che è stata la mia tesi di laurea.
E dicci

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 20:54
da WrestlinGOD
Eh ma noi abbiamo il sole e il mare!1!!11
Siamo calorosi!111!

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 21:19
da Depeche boy
Io da 12 anni faccio su e giù e non mi è mai capitato di essere chiamato terrone e mi son sempre sentito bene anche a Susa, non capisco come facciano ad essere così rancorosi. Certo casa mia è casa mia però campano ancora con stereotipi vecchi nel cervello, so' chiusi...
Penso inferisca anche il modo in cui uno si pone, certo i razzisti sono ovunque ma nel 2015 rivolere un regno chiuso 150 ani fa e passa fa ridere. Dicono solo le cose negative del Risorgimento e mai anche le cose positive.

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 22:24
da Depeche boy
La risposta a Saviano ovviamente non s'è fatta attendere :
" onclick="window.open(this.href);return false;
Ovviamente c'è come sempre la caterva di commenti che abusa di termini come "sionista", "massone" ecc...
Ma veramente stiamo messi così male qui giù? Non avrei mai immaginato, ormai l'80% dei commenti meridionali che leggo su FB sono su questo tenore. Madonna che grascia...

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 22:35
da Devixe
Depeche boy ha scritto:La risposta a Saviano ovviamente non s'è fatta attendere :
" onclick="window.open(this.href);return false;
Ovviamente c'è come sempre la caterva di commenti che abusa di termini come "sionista", "massone" ecc...
Ma veramente stiamo messi così male qui giù? Non avrei mai immaginato, ormai l'80% dei commenti meridionali che leggo su FB sono su questo tenore. Madonna che grascia...
Beato te che è solo l'80%
Comunque potresti elencarmi queste idee comuni che sei riuscito a smentire, sono curioso di sapere cosa rispondere a sto tizi (anche se è inutile)
Che poi in molti votano Salvino che li insulta :party:

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 22:41
da FoleyIsGod
Devixe ha scritto: E dicci
Ti faccio un piccolo excursus storico.
Innanzitutto c'è da dire che l'Italia rispetto alla Francia, alla Spagna e all'Inghilterra diventa uno Stato unitario dopo molti secoli. La cosidetta cleveage tra parte settentrionale e meridionale inizia fin dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Infatti da qui fino al 1860 si inseriranno esperienze politiche e culturali non sempre omogenee tra loro: nella parte settentrionale troviamo gli ostrogoti, i longobardi e i carolingi; mentre al sud bizantini, arabi, e normanni. Al nord ci saranno l'esperienza dei comuni e delle signorie cosa sconosciuta al sud che già conosce fin da subito l'esperienza della monarchia. In particolare, la parte meridionale e la sicilia aveva raggiunto l'unità politica nel XII secolo con la monarchia normanna. L'altra cleveage, quella tra Napoli e la Sicilia, inizia nel 1282 quando Carlo d'Angiò trasferisce la capitale del Regno da Palermo a Napoli. La guerra del Vespro e la pace di Caltabellotta sanciscono la divisione dalla sicilia dalla parte continentale. Da qui l'isola sarà alternativamente uno Stato dipendente e indipendente da Napoli. Fino al 1815, quando nasce il Regno delle Due Sicilie, ma la fusione dei due regni non risolve tale ostilità. La Sicilia fu sempre gelosa della sua autonomia. Secondo Giuseppe Galasso esistevano due "nazionalità": quella napoletana e quella siciliana. La rivolta antiborbonica inizialmente coinvolse i ceti nobiliari e solo in seguito divenne popolare, a partire grosso modo dal 1849, con il ripristino del dazio sul macinato. Quello che mancava nel Regno era una coscienza comune di popolo. Neanche l'aristocrazia riuscì a creare attorno alla dinastia un sostegno pari a quelli che diede alla casa di Savoia l'aristocrazia piemontese. Il fatto poi che nel meridione la popolazione era ripartita in modo diseguale spiega la mancanza di tale coscienza. Il frazionamento della popolazione1 e il blocco della scala sociale avevano contribuito a sviluppare nei siciliani tendenze spiccatamente individualistiche. A ciò contribuì gli estesi latifondi: "in Sicilia essi devono vedersela con l'irriducibile ostilità di una popolazione che, come annota Rosario Romero, è priva di un forte senso dello stato e tende a darsi forme autonome ed eversive di controllo del territorio. Il che vale per i ceti popolari, i quali - rileva Paolo Pezzino - appaiono sempre <<in uno stato di latente organizzazione armata>>, e vale per le classi dirigenti, altrettanto refrattarie al disciplinamento delle istituzioni. Assai più che un pezzo del regno borbonico, la Sicilia è una nazione di élite e di popolo, la quale si nutre di tensioni indipendentistiche e ha il suo braccio armato nelle bande rurali assoldate dagli agrari" (Paolo Macry). Garibaldi dovette scontrasi in Sicilia e a Napoli con una popolazion alquando indisciplinata (a Napoli per esempio Marianna De Crescenzo guiderà la rivolta antiborbonica).

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 22:42
da Depeche boy
Riguardo il posto di Forgione sono da notare i soliti commenti dei napoletani che dicono che Saviano fa cattiva pubblicità a Napoli e che dicene che sputa su Napoli,
che quarzo di ragionamenti sono?
Allora Falcone e Borsellino calunniavane Palermo?

Comunque riguardo numerosi record da loro millantati c'era un estratto di un libro di Alfredo Ferrara con un'interessante disamina sui Primati borbonici perdona ma è un po' lunghetto (e questo è solo un estratto eh, non l'opera intera) :

"Il regno delle due Sicilie era il paradiso, poi arrivarono i cattivi piemontesi e fu l’inferno. Il paradiso ove tutto era concordia ed armonia ove i cittadini amavano il re ed erano ricambiati, ove il lupo abitava con l’agnello, e il leopardo giaceva col capretto, il vitello, il giovine leone e il bestiame ingrassato stavano assieme. Questo idillio è certamente provato dai primati del regno. Quanti siano è un po’ complicato stabilirlo, alcuni siti internet vicini alla real casa di Borbone ne contano di 52 altri 83, i neoborbonici arrivano alla mistica cifra di: 99!
Qualsiasi bravo neoborbonico conosce questa lista, quando si fa notare loro una qualche critica verso i borboni, ti risponderanno sempre utilizzando i primati, è un po’ come un mantra, il guaio è che nessuno di loro si è mai preso la briga di controllarne la veridicità, fino ad ora.
Lo scopo del nostro lavoro sarà quello di dimostrare che questi primati sono falsi! Il regno delle due sicilie è arrivato dopo altri stati a certi risultati dello scibile umano, ma non solo, in alcuni casi dimostreremo come già nel meridione prima dei Borbone esisteva il primato. Chiaramente lo scopo non è semplicemente dimostrare l’infondatezza del primato ma bensì quello di mostrare come i neoborbonici usino tutti i mezzi pur di diffondere la propria idea secessionistica, quindi politica. Nonostante si ritengano i detentori della verità storica contro la retorica risorgimentale, il lettore si accorgerà del contrario, esiste una verità risorgimentale ed una retorica borbonica.
Nella loro fantomatica lista vengono riportati oltre alle date, anche la portata del primato: italiano oppure europeo ma spesso e volentieri mondiale. Noi non abbiamo intenzione di ricercare il primato vero e proprio, ma semplicemente porteremo la dimostrazione che quello indicato dai neoborbonici non lo è! Ci basterà quindi ricercare un qualsiasi dato antecedente non necessariamente il primo in assoluto anche perché in certi casi è impossibile.
Innanzitutto cominciamo con il presentare la lista, come si può notare nulla è tralasciato al caso, primi in astronomia, in economia, in archeologia, in geografia, e via così fino a coprire tutta la conoscenza umana. Si parte dal 1735 fino al 1860, anzi l’ultimo anno di regno è quello che porta il peso del maggior numero di primati, ben 23 su 99. Peccato se Garibaldi avesse ritardato di un paio di giorni la spedizione forse si poteva raggiungere quota 100, ma non perdiamoci d’animo come verrà dimostrato i neoborbonici hanno molta fantasia, non è detto che tra qualche tempo non si arrivi pure a 101.
1735: Organizzazione ecologica: giunta dei veleni per gli scarichi industriali.
Primato falso, basta leggere la biografia di un grande giureconsulto e filosofo, Gaetano Argento per dimostrarlo, infatti, il calabrese argento divenne presidente della giunta dei veleni nel 1713 e fu quello l’anno in cui fu istituito.
1737 Teatro lirico della storia: San Carlo di Napoli.
Ebbene per i neoborbonici il bellissimo teatro San Carlo ha il primato di essere il più antico non solo d’Europa ma del mondo. Il teatro è certamente un’opera meravigliosa, ma non la più antica, o meglio ha un primato che certamente è da invidiare: è il teatro d’opera più antico, ancora in attività forse anche la più capiente dell’epoca con i suoi 184 palchi e 1379 posti, probabilmente anche il più velocemente costruito solo 8 mesi, questo sì un invidiabile primato. Ma per i neoborbonici è troppo riduttivo deve essere il primo! In Europa il teatro precedente al San Carlo è il teatro d’Amburgo: Hamburgische Staatsoper, 1678. Almeno rimane la consolazione di essere il primo della storia in Italia. Ma sono tanti i teatri costruiti prima del 1737 ne ricordiamo alcuni: Malvezzi a Bologna costruito nel 1651, però distrutto da un incendio, sostituito dal teatro pubblico, oggi teatro comunale, ma anche il teatro Grande di Brescia è precedente, del 1663 poi rifatto completamente nel 1735, anche il teatro di Cremona Rangoni/Ariberti è del 1670 e fu attivo fino al 1717 poi diventò una chiesa. Il teatro del leone di Jesi costruito nel 1728. Il teatro del Giglio di Lucca è del 1672 andò a fuoco nel 1688. Ciò che però è interessante è a nostro avviso non sapere quale fu il primo teatro italiano o mondiale, ma quanti teatri furono costruiti dai Borbone e quanti dai Savoia? Se prendiamo l’arco temporale che va dal 1737 al 1860 abbiamo al sud: 2 ( San Carlo 1737, Napoli; Mercadante, 1777, Napoli;), mentre se prendiamo l’arco temporale che va dal 1861 fino al 1911 appena cinquant’anni dall’unità: 5 ( Petruzzelli 1906, Bari; Bellini, 1890, Catania; Massimo Vittorio Emanuele 1875, Palermo; Garibaldi, 1865, Palermo; Giuseppe Verdi, 1863, Salerno;).
1738: Scavi archeologici di Ercolano e Pompei
Primato mondiale. Peccato non è così, il primo scavo archeologico riguardante il sito di Ercolano e Pompei fu compiuto, ma con scarso successo a causa dello spessore della cenere e della vegetazione dall’imperatore romano Alessandro Severo. L’architetto Domenico Fontana sul finire del ‘500 in quegli anni costruì un canale che trapassava la collina di Pompei al fine di portare le acque del fiume Sarno a Torre Annunziata. In quell’occasione furono rinvenuti i resti di edifici, iscrizioni e monete. Tuttavia non capirono che quelle rovine appartenevano a Pompei ed il violento terremoto del 1631 spazzò via qualsiasi spunto di ricerca. Diciamo quindi, che è il primo scavo realizzato con l’intento di ritrovare reperti perfettamente riuscito, in questo senso è un primato.
1739: tribunale di commercio
Definito come primato italiano. Un tribunale di commercio ha la funzione di dirimere le controversie sorte tra commercianti o tra questi e non commercianti o per controversie sorte tra società e pure in questioni fallimentari. Ma istituti simili esistevano in Italia già in passato ad esempio a Livorno nel 1717 esisteva un consiglio del commercio, nel 1722 venne elevato questo consiglio a tribunale del commercio. La nascita delle prime Camere di commercio coincise con la crisi e con la progressiva eliminazione delle corporazioni e delle strutture analoghe, cui subentrarono, a volte senza soluzione di continuità, ereditandone in alcuni casi il patrimonio, la sede e gli atti tanto che alcune Camere conservano ancora oggi fondi degli istituti preesistenti (tra le altre quelle di Bologna, Bolzano, Cremona, Lucca, Mantova, Parma, Pavia, Piacenza, Verona). Nel regno di Sardegna con editto 28 aprile 1701 si istituì a Torino il consolato di commercio tra le altre funzioni proprio quella di amministrare la giustizia mercantile. Nel 1729 venne istituito poi, il consiglio di commercio che aveva tra l’altro il compito di controllare che i consolati bene amministrassero la giustizia mercantile.
1741: abolizione del feudalesimo: con tassazione anche dei beni ecclesiastici.
Tra i primi paesi ad abolire il feudalesimo fu il Granducato di Toscana con il provvedimento del 16 marzo 1749. La legge eversiva della feudalità del 2 agosto 1806 del governo di Giuseppe Bonaparte (“la feudalità con tutte le attribuzioni resta abolita”. “Tutte le giurisdizioni sinora baronali, e i proventi qualunque che vi siano stati annessi sono reintegrati alla sovranità, dalla quale saranno inseparabili”.) Abrogò interamente la legislazione antecedente sulla feudalità nei soli territori del regno di Napoli (il Re Giuseppe Bonaparte rivendicava formalmente anche la sovranità politica sulla Sicilia controllata dagli anglo – borbonici), accrescendo da un lato la potestà dello stato sulla società e il monopolio della sovranità politica del Regno a danno dei diritti conculcati del ceto baronale e aristocratico e, dall’altra, contribuendo a parcellizzare ed a frammentare le vaste proprietà terriere. Il provvedimento proseguì con la legge del primo settembre del 1806 e con il decreto reale del 3 dicembre 1808, attraverso il quale, si affidava agli intendenti di ciascuna provincia del regno il compito di determinare i diritti riconosciuti degli antichi baroni. Per risolvere, infine, i contenziosi tra le popolazioni e gli aristocratici il Re Giuseppe Bonaparte istituì uno speciale organismo che chiamò da subito commissione feudale (di cui diventerà responsabile David Winspeare nel 1808) con il compito di dirimere i “contrasti di ogni natura tra le università e i baroni”. Il termine fu prorogato con un ulteriore decreto reale il 28 novembre 1808. Dalla detta commissione, in pochissimi mesi, furono emesse oltre 3000 sentenze, che furono riconosciute valide nel periodo della restaurazione per il Napoletano dal Re Ferdinando I delle Due Sicilie. Infatti, quest’ultimo non abrogò la legislazione in materia feudale e, più in generale, amministrativa, del periodo francese. Preferendo assumere una condotta politica tesa alla pacificazione e alla riconciliazione tra le istanze reazionarie e controrivoluzionarie presenti in alcuni ambienti della corte borbonica e quelle di chiaro carattere rivoluzionario propugnate dai notabili del precedente regime napoleonide.
1742: Reggia attraversata dalla più importante strada nazionale per l’accoglienza dei sudditi: Portici.
Non abbiamo la più pallida idea di cosa si voglia intendere. Viene indicato come primato mondiale, viste le falsità che abbiamo dimostrato e che dimostreremo, prendiamo questo dato per vero.
1743: leggi igieniche per la prevenzione sanitaria ed ambientale.
Primato mondiale. Assolutamente falso! L’igiene è una branca della medicina che si svilupperà nel XIX sec. ma già nell’antichità possiamo trovare degli esempi di igiene tra le popolazioni antiche, ad esempio spesso avevano motivazioni rituali e religiose come le abluzioni degli ebrei. Le prime norme sull’igiene non si devono ai borboni bensì a Federico II di Svevia, che grazie alla scuola medica salernitana già nel 1231 attraverso le costituzioni di Melfi emana le prime norme sull’igiene pubblica. Federico II regolamentò: la vendita della carne e del pesce, la mescita del vino nelle cantine, la confezione delle candele di sebo, per le quali stabilì quanto materiale dovesse essere usato per la produzione di ciascun pezzo. Vietò il seppellimento dei morti entro le mura cittadine, ordinò di gettare nelle acque dei fiumi, ad almeno quattrocento metri dai limiti urbani, le carcasse degli animali e quant'altro potesse ammorbare l'aria delle città. Impedì che nelle acque si riversassero sostanze inquinanti. Ogni infrazione, una pena: dalla multa al carcere; dalla confisca dei beni al taglio della mano, alla condanna capitale.
Ma anche i comuni e le repubbliche marinare con il diffondersi della peste emanarono norme sull’igiene come ad esempio la denuncia e l’isolamento dei casi sospetti per prevenire il diffondersi della malattia. Quindi ancora una volta ci troviamo di fronte ad un non primato.
1748: Nascita della scienza archeologica con il museo archeologico.
E’ difficile stabilire se questo è davvero un primato. L’archeologia, essendo lo studio del passato affonda proprio lì le sue radici già, il greco Tucidide utilizza strumenti e materiali per interpretare il passato. Ma il padre dell’archeologia universalmente noto è chiamato proprio fondatore dell’archeologia, detto pure pater antiquitas fu Ciriaco Pizzecolli di Ancona, grazie ai suoi numerosi viaggi nel mediterraneo questo nel XV sec. Ma i neoborbonici asseriscono che l’archeologia nasce nel XVIII sec. con l’istituzione del museo archeologico. Ora la domanda è: quello di Napoli è il più antico museo? Il museo archeologico di Firenze risale al 1620 non è quindi un primato. Per non parlare del museo archeologico di Bergamo fondato nel 1561 non è per nulla un primato, ma soprattutto la scienza archeologica esisteva ben prima del 1748. Ma si nota anche un grossolano errore storico, proprio sulla nascita del museo archeologico del regno delle due Sicilie la fondazione del primo museo del regno è del 1738, le antichità ritrovate furono accumulate in deposito negli ambienti reali; solo successivamente nacque l’idea di realizzare un vero e proprio museo. La formazione del Museo Herculanense ha inizio sin dal 1750, ma l’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1758, utilizzando un’ala della reggia di portici precisamente nel palazzo Caramanico, poi trasferito nel 1777 a Napoli.
1751: albergo dei poveri
Primato mondiale, peccato nemmeno questo l’è. Cos’è un albergo dei poveri? La sua funzione è varia, diciamo che si passa dall’accoglienza dei poveri, degli oziosi e vagabondi agli orfani e malati. La data parla chiaro i neoborbonici si riferiscono certamente all’albergo dei poveri di Napoli detto anche serraglio, in quanto verso la fine del XVIII sec divenne un carcere minorile. Purtroppo Napoli viene battuta da Genova che pure ha un albergo dei poveri, ed è del 1652. Rimane almeno il record di primo albergo dei poveri del Regno delle due Sicilie, peccato che già a Palermo fu fondato tale tipo di albergo nel 1733, purtroppo non dai borboni ma dal vicereame austriaco.
1754: Cattedra di economia: Antonio Genovesi.
Primato mondiale. Vero! La cattedra fu fondata proprio su misura per il genio di Antonio Genovesi è pur vero che in scozia Adam Smith già insegnava economia, ma non come professore di economia ma bensì di filosofia morale nell’università di Glasgow. Una curiosità su Genovesi, le sue lezioni non erano tenute in latino come d’uso ma bensì fu tra i primi a tenere le sue lezioni in italiano, molto probabilmente anche questo è un primato. Fu considerato padre putativo dai rivoluzionari della repubblica partenopea del 1799.
1755: accademia delle belle arti: accademia ercolanese
Primato mondiale. Nemmeno questo è un primato, il Granduca Cosimo I de Medici già nel 1562 istituì l’accademia delle arti e del disegno, sostituita poi nel 1784 da Pietro Leopoldo con l’accademia belle arti. L’accademia ercolanese non è nemmeno possibile considerarla di belle arti ma al limite archeologico, visto che fu istituita proprio per mostrare e pubblicare i reperti che venivano scoperti. L’accademia di belle arti la prima istituita nel mondo a cui spetta il vero primato fu fondata da Lorenzo il magnifico nel ‘400 sempre a Firenze.
1755: leggi a difesa del patrimonio culturale e artistico.
Aglia! No niente, poteva quasi andare ma nemmeno questo è un primato, questo spetta ai papi, ebbene sì! Le norme le prime emanate da Eugenio IV e dai suoi successori, ma meglio si dovrebbe dire dal cardinale camerlengo, furono tese semplicemente ad evitare che le opere d’arte venissero esportate o semplicemente rubate. Famoso fu l’editto del camerlengo Albani 1733, il quale oltre a bloccare la vendita di beni artistici verso l’estero, introduce per la prima volta il concetto di utilitas publica. Nell’editto del 1750 del camerlengo Valenti precisa ed amplia il significato della conservazione delle opere d’arte in quanto: “Porge incitamento a' Forastieri di portarsi alla medesima Città per vederle, ed ammirarle”.
1762: Accademia di architettura.
Primato mondiale. Niente da fare innanzitutto diciamo subito che la prima accademia al mondo è del 1563, il Vasari fonda a Firenze l’accademia del Disegno che comprende pittura, scultura e architettura. Nel 1702 l’accademia di Roma di San Luca adottò come simbolo, ancora attuale, un triangolo equilatero costituito da pennello, stecca e compasso, per esprimere le pari dignità ed unità delle tre arti: pittura, scultura ed architettura, sotto l'egida del disegno, come ribadito dal motto oraziano "aequa potestas" che lo accompagna, per la precisione detta accademia fu fondata nel 1577.
1763: Cimitero dei poveri ( capodimonte )
Primato record mondiale. Pare di no, nel 2007 è stata fatta un’importante scoperta archeologica a Piaro nel bergamasco ove è stato rinvenuto un cimitero per i poveri, risalente al 1450 e funzionante fino al 1761 poi sostituito con un altro nel 1810 per via dei decreti napoleonici che regolarono le sepolture del 1806.
1778 borsa cambio e merci
Primato italiano, non è così, la prima borsa di cambio si ha a Venezia risalente al seicento, nel 1755 è la volta di Trieste, poi arriva Napoli.
1774: motivazione delle sentenze: Gaetano Filangieri.
Purtroppo non è un primato già a Firenze nel 1532 fu dato obbligo ai giudici della ruota fiorentina di: “ «dare e scrivere a pie’ della sentenza (…) brevemente e motivi principali, che gli aranno mossi a così giudicare (…)», o comunque di redigere i motivi entro tre giorni dalla sentenza «allegandovi sempre (…) la legge, e le Doctrine, e le ragioni inductive, e motive di tal suo Iudicio», con la previsione di una sanzione pecuniaria per il giudice che non avesse assolto a tale obbligo. Nel 1678 si impose sempre a Firenze l’obbligo di motivare le sentenze in cause di valore oltre i 100 ducati o indeterminabili. Nel 1615 in Piemonte la motivazione della sentenza era d’obbligo su richiesta della parte.
1778: bonifiche zone paludose tavoliere delle puglie.
Falso! Non risulta assolutamente nulla riguardo ad un’azione borbonica di recupero delle zone paludose del tavoliere nel 1778. La prima bonifica risale, infatti, al 1813 era murattiana, comincia la bonifica della capitanata che proseguirà soprattutto poi in epoca fascista e oltre. Il 1778 in puglia presenta una serie di eventi, infatti, la gabella dei minuti (il dazio sull'incremento di valore - gli economisti moderni lo chiamano "valore aggiunto" - che le merci acquistavano con la lavorazione) fu abolita solo nel 1778. Grazie a Fernando I, si iniziarono i lavori di scavo e riapertura del canale d'ingresso al porto di Brindisi, opere progettate ed eseguite (1776-1778) dall'ing. Andrea Pigonati. Il progetto però si rivela ricco di errori e pertanto l'allargamento della foce in realtà determina il quasi interramento del porto, un’insalubre palude che per anni causa un'elevata mortalità in città. Le opere di Louis Ducros realizzate in Puglia nel corso del Grand Tour del 1778 che coinvolse anche quattro nobiluomini olandesi. Ma opere di bonifica in quell’anno non se ne trovano tracce.
1781 codice marittimo
Primato mondiale: qui entriamo nella più profonda assurdità, ma come non si fa a conoscere le tavole amalfitane? E come si fa a non conoscere gli statuti marittimi di Trani chi pensa siano anche antecedenti ad Amalfi? Mah! Michele di Jorio, famoso fu per la monumentale opera incompiuta: “Storia del commercio e della navigazione dal principio del mondo sino ai giorni nostri (Napoli, I, 1778; II e III, 1782; IV, 1783 ). Ebbe certamente l’incarico di redigere il codice che non fu mai promulgato e quasi sconosciuto fino a pochi anni fa quando Moschetti lo rispolvera con la sua opera: “Il codice marittimo del 1781 di M. De Jorio per il Regno di Napoli, Napoli 1979.) Quindi tecnicamente non può essere definito un primato tutt’al più un quasi-primato. Ma anche se fosse stato promulgato non poteva comunque fregiarsi del primato mondiale in quanto gli acts of navigation del parlamento inglese sono antecedenti emanati nel 1651 durante il governo Cromwell e poi ancora durante il regno di Carlo II nel 1660.
1783: cantieri navali di Castellamare di stabia
Record italiano, purtroppo no! Il primato spetta in questo caso all’arsenale di Venezia non è certa la data di fondazione ma già nel XII sec. esisteva una vera industria con catena di montaggio con assemblaggio di pezzi standard, famose la produzione delle galee e galeazze che portarono alla vittoria della serenissima nella battaglia di Lepanto. Il cantiere navale Camuffo fondato a Chioggia nel 1438 universalmente considerato il più antico del mondo.
1783: Terremoto di Messina e Reggio Calabria rapida ricostruzione con criteri antisismici all’avanguardia.
Primato mondiale. Falso e vergognoso. Il terremoto fu terribile ebbe una magnitudo di 6.9 un’enormità le città di Messina e Reggio furono praticamente rase al suolo. Quale rapida ricostruzione? La notizia giunse a Napoli ufficialmente il 14 febbraio tramite una nave messinese, il terremoto fu il giorno 5. Il sovrano borbonico nonostante fosse stato informato dell’enormità della tragedia volle cmq passare il carnevale nella reggia di Caserta, i ministri riuscirono a dissuaderlo per evitare i sicuri disordini e sollevazioni in seguito ad un comportamento del genere. Innanzitutto passarono mesi prima che le scosse di assestamento finissero, infatti: “ «… Le notizie da Messina e dalle Calabrie fanno sempre menzione a frequenti scosse ma molto meno violente di quelle precedenti, si parla tuttavia di un sordo rumore che s’intende sotto il suolo di Messina, che è molto allarmante, per il resto è difficile in questo momento raccogliere informazioni… Napoli, 20 maggio 1783»..
Ma ancora sull’immediata ricostruzione ecco cosa scrivono i testimoni:
“«… A Messina il disaccordo che continua a regnare fra i membri dell’amministrazione costituita per porre rimedio all’attuale disgrazia, fa provare i funesti effetti dell’inazione che ne consegue per gli sfortunati abitanti. Non si è ancora pensato di togliere le macerie che riempiono e ostruiscono le strade, appena, ci dice una lettera, possono incrociarsi due persone, credo che la cosa sia esagerata,
ma la volontà che si assicura abbia S.M. di cambiare i soggetti ai quali ha affidato l’incarico sono una prova che il suo cuore paterno non è soddisfatto… Napoli, 1 luglio 1783» 1° luglio dopo cinque mesi ancora non vi era una metodologia di lavoro ancora non si era fatto nulla di concreto. La ricostruzione fu così fatta male che appena quindici anni dopo un terremoto di simili proporzioni, magnitudo 7.2 distrusse nuovamente la città. Più del 90% degli edifici fu raso al suolo. Nel 1811 Pietro colletta intendente a Reggio Calabria del re Gioacchino Murat poteva ancora constare gli effetti del terremoto a quasi cent’anni di distanza! Evidentemente la ricostruzione fu inefficace. Fu istituita la cassa sacra, l’intento era quello di espropriare i beni ecclesiastici a favore dei terremotati, ma in realtà non avvenne nulla di tutto ciò, furono i baroni ad avvantaggiarsi della cassa comprando terre a basso prezzo, gli umili contadini non poterono nemmeno partecipare all’asta. La stessa burocrazia che stava dietro al funzionamento della cassa mangiò i beni destinati alle ricostruzioni, infatti, se è vero che 748 mila ducati furono utilizzati per i terremoti ben 448 mila furono spesi per mantenere l’ingente struttura amministrativa. Diede talmente una brutta prova di se che la cassa sacra fu sciolta nel gennaio del 1796.
1786: Cattedra di astronomia Giuseppe Cassella
Ancora una volta questo primato risulta falso ed è un falso incredibile! Basta leggere la biografia del grande Cassini per rendersi conto che a Bologna esisteva già una cattedra di astronomia nel 1650 almeno. Ma poi è più incredibile per il fatto che a Napoli una cattedra di astronomia esisteva già prima del 1786, infatti, nel 1735 viene istituita da Carlo di Borbone la cattedra di astronomia e nautica assegnata a Pietro di Martino ( 1707-1746 ). Giuseppe Cassella invece fu fondamentale per l’astronomia del meridione d’Italia perché fu il fondatore nel 1790 della specola palermitana.
1787: Scuola militare Nunziatella.
Primato italiano. Nemmeno la gloriosa Nunziatella è la scuola militare più antica d’Italia, infatti, il primato è del 1678 e spetta all’Accademia militare di Modena che non solo è il primo in Italia ma primo istituto del mondo! Ancora falsità.
1789: leggi sociali statuto di san leucio.
Nonostante lo statuto di San Leucio fu opera mirabile, nonostante sia a firma del Re Ferdinando IV, si deve certamente la sua realizzazione a Maria Carolina asburgo-lorena o meglio ancora al massone Antonio Planelli protetto della regina. Lo statuto è fondamentale perché si trattò di un’anticipazione dei tempi come ad esempio: parità tra uomini e donne, diritto delle donne all’istruzione, alla successione ad esempio. La Pimentél Fonseca dedicò un sonetto al re per quest’opera. Per i neoborbonici, San Leucio rappresenta però una vera e propria società utopica. Però tutto ciò non fu una vera novità nel panorama mondiale, già nella repubblica di Venezia del XV sec furono emanate provvedimenti sociali che non erano poi dissimili da quelli di San Leucio oppure di New Lanark in Scozia, ovvero le case della marinarezza. Attraverso soprattutto l’edilizia furono costruite già nel 1347 case per i marinai meritevoli, poi nel ‘400 furono costruite di conseguenza anche scuole ed ospedali. Ma i neoborbonici sostengono di più, e presentano san leucio come esempio di città utopica, ma peccato che nemmeno in quel caso hanno creato il primato. Infatti, Come mere società utopistiche possiamo pensare si potrebbe partire dalle comunità pitagoriche oppure la città di Urbino oppure Ferrara, al sud possiamo pensare all’esperienza di Acaya in provincia di Lecce esempi di città utopiche già nel medioevo.
1790 Osservatorio astronomico Palermo ( a Napoli capodimonte, 1819 )
Primato italiano, falso! Il più antico osservatorio del mondo a cui spetta il vero primato mondiale è la specola vaticana del 1578 istituito da Gregorio XIII.
1792: atlante marittimo Rizzi-Zannoni.
Anche questo non è un primato. Il primo atlante marittimo Fu pubblicato a Firenze nel 1646 da Robert Dudley conte di Warwick, duca di Northumberland (Londra, 7 agosto 1574 – Firenze, 6 settembre 1649) dal nome l’arcano del mare opera di Dudley e dell’incisore fiorentino Anton Francesco Lucini.
1795: primo orto botanico per la fitomedicina: Palermo.
Falso! Il primo orto botanico del mondo nasce a Salerno tra il XIII e XIV secolo per opera di Matteo Silvatico della prestigiosa scuola medica salernitana che grazie al suo giardino della minerva coltivò e ne descrisse i pregi medicamentosi già nel medioevo di un migliaio di piante. Tra le altre cose questa data è errata in quanto il primo orto palermitano è del 1779! Ma già nel 1786 era insufficiente alla bisogna quindi fu costruito un altro ed inaugurato nel 1795. Nel 1798 si arricchì di un acquarium contenente numerose specie di piante acquatiche."

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 22:53
da Depeche boy
Senza contare il presunto lager di Fenestrelle già smentito da Barbero e altri, inoltre (per quanto i metodi impiegati da Cialdini siano stati al quanto scandalosi) mi devono spiegare come mai se il Meridione è stato così tanto distrutte e bistrattato allora poi nel '46 votammo a favore dei Savoiardi? eppure lì la memoria storica di quello che sarebbe accaduto secondo loro doveva essere molto più presente nella mente dei votanti, eppure ovviamente non sussistendo i fatti loro fecero tutt'altro.
Oppure ancora le loro balle sui briganti partigiani duo-siciliano quando erano solo dei poveri cristi che lottavano contro i lor signori e che si trovarono delusi da alcuni patti non rispettati sulla distribuzione delle proprietà terriere, infatti già nel 1821 ci fu una grossa controffensiva a questo problema che attanagliò il Sud fino alla fine dell'800. E ancora , loro dicono che furono solo i Piemontesi a spezzargli la schiena ma ovviamente anche questo non è vero visto che diversi soldati dell'ex regno delle 2 Sicilie fu impiegato nel nuovo esercito italiano che poi venne impiegato qui giù.
Ed ancora, loro dicono che al Sud nessuno volesse l'unificazione , però vogliamo dire che i pugliesi Bonaventura Mazzarella, Saverio Barbarisi, Giacomo Lacaita, Sigismondo Castromediano, Cesare Braico, Domenico dell'Antoglietta, Nicola Schiavone, Giuseppe del Drago, Gioacchino e Salvatore Stampacchia, Beniamino e Giovanni Rossi, Vincenzo e Alfonso Vischi, Lillo e De Giosa, Giuseppe Del Re, Giuseppe de Cesare, Luigi Zuppetta di Castelnuovo Dauno, Giuseppe Pisanelli, Pasquale Stanislao Mancini, Saverio Altamura, Vincenzo Lanza, Luca de Samuele Cagnazzi, Nicolò Mignogna, Camillo Boldoni; Domenico Romeo e i 220 calabresi morti combattendo per Garibaldi; i lucani Padre Antonio Maria De Luca, Michele e Pietro Lacava; Giacinto Albini, Francesco Pomarici, Nicola Capece, Emanuele Brienza, Gaetano Cascini, Rocco Brienza, Giambattista Matera, Nicola Maria Magaldi, Carlo Musio, Nicola Mennella, Achille D'Andrea, Achille Pierro, Francesco Pennella, Costantino Vitelli, Giambattista Pentassuglia, Giacomo Racioppi, Carmine Senise e i 2.500 uomini della «Brigata Lucana» unitasi a Garibaldi; Rosolino Pio, Francesco Crispi e i 6.000 siciliani insorti dopo lo sbarco di Marsala non siano mai esistiti?

E scusami se mi dilungo ancora; loro dicono che vinsero il premio di miglior economia europea (mondiale quindi visto che l'Europa era ancora al primo posto all'epoca) nel 1860 o non ricordo quando mo, comunque , lo stesso De Crescenzo nella loro pagina, si arrampica sugli specchi e ad oggi qualcosa che attesti questo primato ancora non esiste eppure ormai è opinione comune che il Sud fosse più ricco del Nord.
A supporto della loro tesi in tale ambito è arrivata solo una tabella della Banca d'Italia (relativa solo all'Italia però) di qualche anno fa che però va in contrasto rispetto a tutte quelle fatte negli anni precedenti.

Come dimenticarsi poi della foto della shoah pubblicata dalla pagina 'Briganti' spacciata per una del presunto lager di Fenestrelle dove i meridionali venivano deportati in massa e sterminati (anche dandogli per buona la cosa al massimo erano soldati del regno borbonico poi, lol) ?
Ma poi come si son permessi gli sporchi piemontesi a venire a darci lavoro con la FIAT a Melfi? Perché questo non lo dicono?
Le industrie non assicuravano diritti e salari decenti e lo sciopero veniva punito dalle leggi borboniche come "disturbo dell'ordine pubblico" (vabbé ciò era prassi comune ovunque ma almeno gli altri c'avevano la costituzione, cosa che noi ci vedemmo revocare dai Borbone) .

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 23:28
da Karran
Chiedo venia ma... il punto del contendere sarebbe... ?

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 23:33
da Devixe
Karran ha scritto:Chiedo venia ma... il punto del contendere sarebbe... ?
Sono gli Italiani la causa delle disgrazie dell'italia essendo un popolo che a volte sembra essere fermo al Medioevo alla guerra tra città e ducati?

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 23:38
da Commander Cool
Un popolo proprio di cime non lo siamo, ci siamo tenuti 20 anni Silvietto per poi passare a Renzino, senza contare il seguito che ha comunque Beppe.

Re: Quindi noi saremmo cittadini della Napolitania... ok...

Inviato: 04/01/2015, 23:38
da Depeche boy
Karran ha scritto:Chiedo venia ma... il punto del contendere sarebbe... ?
Oltre a quello che ha scritto Devixe riprendendo la domanda del post iniziale, raccontare anche le vostre esperienze con simili personaggi, tutto qui, cosa ne pensate :roll: