Depeche boy ha scritto:Hard Is Ono sono d'accordo con te ma non puoi parlare di origine balorda del paese sennò entriamo nel complottismo neoborbonico.
Però bisogna anche evitare che ogni critica parta da una sorta di assurdo principio di falsificabilità distorto e rovesciato per cui ogni cosa per essere affermata non deve produrre una qualche fantasiosa interpretazione complottista.
Io parlo senza paura dell'origine balorda dell'unità d'Italia.
L'unità d'Italia si inscrive nel periodo storico delle grandi rivoluzioni. La questione nazionale si pone in Europa con la Rivoluzione Francese. Fino a lì (con l'eccezione di Olanda e Gran Bretagna) il significato di stato nazionale era identico a quello di regno. La nazione era la proprietà del sovrano regnante e tanti saluti. E non c'entrava niente col moderno stato nazionale.
La rivoluzione francese trasforma la Francia in uno stato moderno, anche partendo dalla distruzione dei particolarismi (bretone, normanno, provenzale, e poi, con più veemenza militare, la vandea).
Le questioni nazionali irrisolte in Europa incrociano la loro storia con le rivoluzioni del '48, che sono però già rivoluzioni diverse da quella francese, sono sia rivoluzioni borghesi, ma contengono una forte componente proletaria e spinte socialiste.
I moti del '48 nel meridione, come e di più di quelli del '20\'21 video una partecipazione straordinaria del mondo contadino e anche le prime mobilitazioni operaie. Palermo è la prima città ad insorgere nel '48. La borghesia meridionale, che anelava alla liberazione dai borbone, temeva però ancora di più l'estensione incontrollata dei moti, tanto è vero che si rifiutarono di sostenere il movimento di occupazione delle terre, perchè i contadini occuparono, oltre che le terre comuni, anche quelle chiuse e quindi minacciavano direttamente la proprietà privata.
L'incapacità ed i timori della borghesia meridionale si espressero in un continuo balbettio verso il Re alla ricerca di una pacificazione, determinò in ultima istanza la sconfitta del '48 e significò la fine della via democratica e rivoluzionaria all’unificazione e al contempo spalancò le porte ai moderati e garantì il passaggio dal protagonismo delle masse a quello delle diplomazie europee, forti della sconfitta della rivoluzione del '48 a livello continentale.
Seguirono alla sconfitta del '48 repressione, carcere ed esilio, e ciò fece maturare in gran parte della borghesia meridionale la conclusione che non fosse possibile cambiare la propria condizione da sola o stringendo patti migliorativi con i Borbone. Da qui si passò all’idea unitaria comprensiva della fondamentale subalternità al re sabaudo. L'unità sarebbe dovuta venire dal nord.
Ovviamente il meridione partecipò ai moti garibaldini, anzi il successo dei 1000 deve tantissimo all'insurrezione di Palermo e alla mobilitazione delle campagne. Anche perchè Garibaldi aveva promesso la terra a chis i fosse unito alla battaglia per l'unità. La stessa Basilicata che è stata citata fu attraversata nel '60 da moti insurrezionali guidati dai liberali che avevano alla base la promessa della concessione della terra della corona ai contadini. Lo stesso Garibaldi però aveva tutto in testa meno che una riforma agraria radicale e infatti non appena i moti iniziarono ad orientarsi in modo più avanzato, l'esercito garibaldino si affermò come tutore della proprietà privata, come i fatti di Bronte testimoniano in modo più celebre tra tutti.
Il risultato fu una unificazione per annessione e l’estensione dell’architrave istituzionale piemontese all’intera Italia, la così detta “piemontesizzazione”.
L'unità d'italia per come si è sviluppata non è stata neanche una rivoluzione borghese, ma un unità per mano aristocratica ed è il risultato della debolezza della sua borghesia e dell'immaturità del suo proletariato e delle sue masse contadine (a cui poco si può imputare in realtà, visto che nel '48 tutti i loro soci europei hanno perso).
Invece di una repubblica, l’Italia divenne una monarchia costituzionale; invece di una democrazia, ebbe un sistema censitario che escludeva dal voto il 98% delle persone. Al Papa fu permesso di continuare a regnare sullo Stato della Chiesa per gentile concessione di Luigi Bonaparte, grande alleato di Cavour in funzione antiaustriaca.
Tutto questo per dire cosa?
Che la retorica neoborbonica è merda secca o poco più, una reinvenzione fantasiosa del passato, una mitologizzazione del regno delle due sicilie e del brigantaggio.
Ma ciò non significa ovviamente che l'unità d'italia sia stato un processo virtuoso.
Il meridione d'italia come il resto d'europa era sconvolto dagli scontri di classe e le particolari condizioni in cui versavano le classi in Italia (la debolezza della borghesia, l'immaturità del proletariato e dei contadini, il prestigio unitarista di cui godevano tutto sommato i savoia) produsse sostanzialmente una "rivoluzione passiva", in cui l'aristocrazia si fece carico della modernizzazione del paese, con tutti i riflessi negativi (e sono tanti, comprese le razzie operate al sud nella fase post unitaria, a partire dalle casse di casa Borbone) che questo comporta.
Quindi si, mi sento di dire che l'origine del nostro paese è tutta balorda e sconclusionata e ha posto le basi per una futura disuguaglianza e per una questione meridionale irrisolta ancora oggi.
In tutto questo c'è poi anche la fase post-'45 ma è un'altro capitolo ancora.