Per i tantissimi amanti dello sport (al di fuori del wrestling e del calcio!) che vogliono parlare e discutere di motori, tennis, sci, golf e tutti gli altri sport!
Sono un grande amante della pallacanestro e come tale non potevo chiedere una finale olimpica migliore. Grande partita combattuta fino alla fine, intensità alle stelle per tutti i 40 minuti e uno showcase di campioni che amano e ci fanno amare questo sport.
Partiamo dagli sconfitti. Anzi non li chiamerei sconfitti, perchè sono stati sempre gli unici davvero in grado nel contrastare gli invincibili. Il gruppo spagnolo ha perso con onore la sua ultima battaglia, dopo averne combattuto altre (nelle quali ha conquistato due medaglie d'argento olimpiche, un mondiale ed un europeo) che l'hanno proiettato nella storia di questo sport. Un gruppo che è sempre stato guidato da due icone: Pau Gasol e Juan Carlos Navarro, due atleti infinitamente passionali e talentuosi.
La squadra vincitrice è quella più attesa, gli Stati Uniti d'America. A parte descrivere le loro risapute ed infinite qualità atletiche e tecniche, ciò che vorrei sottolineare è il fatto che da 8 anni a questa parte gli States hanno bisogno dei migliori per vincere. Perciò ringraziamo tutte le altre nazioni che hanno fatto passi da gigante in questi ultimi anni e hanno "costretto" i 3 migliori giocatori al mondo - Kobe Bryant, LeBron James e Kevin Durant - a mettere in campo tutte le loro qualità per poter permettere alla loro nazione di conquistare l'ennesimo oro.
Da buon tifoso dei Los Angeles Lakers vorrei postare un immagine che mi ha fatto davvero emozionare. L'amicizia è la prima qualità che lo sport può regalare.
Concordo perfettamente con il tuo post, Fra. La Spagna non ha perso l'oro, ha vinto il suo argento in una delle più belle partite di questo sport nella storia delle Olimpiadi.
Un'Olimpiade che potrei tranquillamente definire con una sola parola: emozioni. Di ogni tipo, senza alcuna "discriminazione sentimentale". Ho provato gioia nel vedere alcuni atleti italiani outsider vincere e trionfare laddove nessuno si aspettava che lo facessero, così come ho provato amarezza per le medaglie perse, quelle di cui siamo stati privati e rabbia per quelle che non abbiamo vinto perché non ce le siamo meritate, né sul campo, né al di fuori di esso. Molmenti, la squadra femminile di scherma, Donato, Campriani, la squadra maschile di scherma, Forcinti, Fontana, Rossi, Russo, Cammarelle, Molfetta, Idem... sono veramente troppi quelli da ringraziare, senza contare quelli che ci hanno regalato grandi emozioni senza vincere, su tutti il grandissimo Paltrinieri. Ma la bellezza delle Olimpiadi sta proprio nel fatto che qualsiasi altro atleta, di qualsiasi altra nazionalità, che sia già conosciuto perché si è appassionati di un determinato sport o che si sia conosciuto solo alle Olimpiadi, riesce in qualche modo a coinvolgerti, con la sua gioia, con il suo dolore, con la sua rabbia, con la sua foga agonistica, con la sua umiltà, con il suo coraggio. Ed è per questo che non mi sorprendo affatto di essermi commosso nel vedere il Re, Roger Federer dover nuovamente chinare la testa dinanzi alla possibilità di vincere un oro Olimpico davanti ad un troppo superiore Andy Murray, ma mi sono emozionato maggiormente nel sentirgli pronunciare con grande orgoglio ed umiltà "Non ho perso l'oro, ho vinto questo argento". Per questo non mi sorprendo di essermi unito allo stesso Federer nel dire all'unisono a Juan Martin del Potro "Devi essere fiero di te stesso". Per questo non mi sorprendo affatto di aver visto i miei occhi luccicare dinanzi alle prodezze del Drem Team e di aver gradito oltre ogni modo la grandissima prestazione della Spagna, immensa nel tenere testa alla squadra di basket più forte del mondo. Per questo non mi sorprendo di essermi unito al tifo di Londra alla vittoria della Ennis. Per questo non mi sorprendo affatto di essere rimasto impietrito e di essermi sentito quasi in colpa per la povera Shin a Lam. Per questo ho gioito nel vedere così tanti giovani prendersi simbolicamente una torcia che gli spetta di diritto tanto quanto ho tifato come un disperato e pianto per la leggendaria prestazione della Idem. Per questo mi sono commosso a vedere Pistorius su quella pista, meritatamente. Per questo ho riso con Rowan Atkinson, con il self-humor della Regina Elisabetta ed ho amato ogni momento della cerimonia d'apertura di queste Olimpiadi, così come sto amando ogni momento di questa cerimonia di chiusura, che ha riassunto in alcuni punti alla perfezione ciò che questa Olimpiade mi ha regalato più di ogni altra medaglia o vittoria: emozioni.
Emozioni che sono certo, da grande amante dello sport, mi porterò per sempre nel cuore, in quella che personalmente ritengo l'Olimpiade più bella a cui abbia assistito "dal vivo". Perché da domani si ricomincerà a fare letteralmente i conti del medagliere, ci faremo tutti domande su cosa e come avremmo potuto fare di più, su chi ha dato di più e su chi ha dato di meno: la verità è che tutti hanno fatto la loro parte nel darci "emozioni". E solo per questo bisognerebbe ricordarsi ogni giorno qual è lo spirito Olimpico, che va oltre il classico "tifo di casa", ma dovrebbe essere più incentrato a celebrare tutti gli atleti, dagli italiani agli atleti indipendenti uniti dalla bandiera Olimpica, che hanno permesso di portarci a casa una collezione di emozioni che difficilmente dimenticheremo.
Deia_Punk ha scritto:Sono un grande amante della pallacanestro e come tale non potevo chiedere una finale olimpica migliore. Grande partita combattuta fino alla fine, intensità alle stelle per tutti i 40 minuti e uno showcase di campioni che amano e ci fanno amare questo sport.
Partiamo dagli sconfitti. Anzi non li chiamerei sconfitti, perchè sono stati sempre gli unici davvero in grado nel contrastare gli invincibili. Il gruppo spagnolo ha perso con onore la sua ultima battaglia, dopo averne combattuto altre (nelle quali ha conquistato due medaglie d'argento olimpiche, un mondiale ed un europeo) che l'hanno proiettato nella storia di questo sport. Un gruppo che è sempre stato guidato da due icone: Pau Gasol e Juan Carlos Navarro, due atleti infinitamente passionali e talentuosi.
La squadra vincitrice è quella più attesa, gli Stati Uniti d'America. A parte descrivere le loro risapute ed infinite qualità atletiche e tecniche, ciò che vorrei sottolineare è il fatto che da 8 anni a questa parte gli States hanno bisogno dei migliori per vincere. Perciò ringraziamo tutte le altre nazioni che hanno fatto passi da gigante in questi ultimi anni e hanno "costretto" i 3 migliori giocatori al mondo - Kobe Bryant, LeBron James e Kevin Durant - a mettere in campo tutte le loro qualità per poter permettere alla loro nazione di conquistare l'ennesimo oro.
Da buon tifoso dei Los Angeles Lakers vorrei postare un immagine che mi ha fatto davvero emozionare. L'amicizia è la prima qualità che lo sport può regalare.
Immagine finale veramente da brividi. Sulla partita non mi esprimo, va vista assolutamente, e dopo averla vista non ci si può non innamorare di questo sport.
A proposito di immagini, ecco che fine fanno le medaglie del Dream Team..
King of Bling Bling ha scritto:Concordo perfettamente con il tuo post, Fra. La Spagna non ha perso l'oro, ha vinto il suo argento in una delle più belle partite di questo sport nella storia delle Olimpiadi.
Un'Olimpiade che potrei tranquillamente definire con una sola parola: emozioni. Di ogni tipo, senza alcuna "discriminazione sentimentale". Ho provato gioia nel vedere alcuni atleti italiani outsider vincere e trionfare laddove nessuno si aspettava che lo facessero, così come ho provato amarezza per le medaglie perse, quelle di cui siamo stati privati e rabbia per quelle che non abbiamo vinto perché non ce le siamo meritate, né sul campo, né al di fuori di esso. Molmenti, la squadra femminile di scherma, Donato, Campriani, la squadra maschile di scherma, Forcinti, Fontana, Rossi, Russo, Cammarelle, Molfetta, Idem... sono veramente troppi quelli da ringraziare, senza contare quelli che ci hanno regalato grandi emozioni senza vincere, su tutti il grandissimo Paltrinieri. Ma la bellezza delle Olimpiadi sta proprio nel fatto che qualsiasi altro atleta, di qualsiasi altra nazionalità, che sia già conosciuto perché si è appassionati di un determinato sport o che si sia conosciuto solo alle Olimpiadi, riesce in qualche modo a coinvolgerti, con la sua gioia, con il suo dolore, con la sua rabbia, con la sua foga agonistica, con la sua umiltà, con il suo coraggio. Ed è per questo che non mi sorprendo affatto di essermi commosso nel vedere il Re, Roger Federer dover nuovamente chinare la testa dinanzi alla possibilità di vincere un oro Olimpico davanti ad un troppo superiore Andy Murray, ma mi sono emozionato maggiormente nel sentirgli pronunciare con grande orgoglio ed umiltà "Non ho perso l'oro, ho vinto questo argento". Per questo non mi sorprendo di essermi unito allo stesso Federer nel dire all'unisono a Juan Martin del Potro "Devi essere fiero di te stesso". Per questo non mi sorprendo affatto di aver visto i miei occhi luccicare dinanzi alle prodezze del Drem Team e di aver gradito oltre ogni modo la grandissima prestazione della Spagna, immensa nel tenere testa alla squadra di basket più forte del mondo. Per questo non mi sorprendo di essermi unito al tifo di Londra alla vittoria della Ennis. Per questo non mi sorprendo affatto di essere rimasto impietrito e di essermi sentito quasi in colpa per la povera Shin a Lam. Per questo ho gioito nel vedere così tanti giovani prendersi simbolicamente una torcia che gli spetta di diritto tanto quanto ho tifato come un disperato e pianto per la leggendaria prestazione della Idem. Per questo mi sono commosso a vedere Pistorius su quella pista, meritatamente. Per questo ho riso con Rowan Atkinson, con il self-humor della Regina Elisabetta ed ho amato ogni momento della cerimonia d'apertura di queste Olimpiadi, così come sto amando ogni momento di questa cerimonia di chiusura, che ha riassunto in alcuni punti alla perfezione ciò che questa Olimpiade mi ha regalato più di ogni altra medaglia o vittoria: emozioni.
Emozioni che sono certo, da grande amante dello sport, mi porterò per sempre nel cuore, in quella che personalmente ritengo l'Olimpiade più bella a cui abbia assistito "dal vivo". Perché da domani si ricomincerà a fare letteralmente i conti del medagliere, ci faremo tutti domande su cosa e come avremmo potuto fare di più, su chi ha dato di più e su chi ha dato di meno: la verità è che tutti hanno fatto la loro parte nel darci "emozioni". E solo per questo bisognerebbe ricordarsi ogni giorno qual è lo spirito Olimpico, che va oltre il classico "tifo di casa", ma dovrebbe essere più incentrato a celebrare tutti gli atleti, dagli italiani agli atleti indipendenti uniti dalla bandiera Olimpica, che hanno permesso di portarci a casa una collezione di emozioni che difficilmente dimenticheremo.
Emozioni e spirito olimpico che dovrebbero essere utilizzati per crescere sportivamente, nelle vittorie e nella cultura.
Emozioni e spirito olimpico che dovrebbero far vivere meglio la competizione per ogni atleta: si vince, si perde, l'importante però è come vinci, come perdi, come ti poni, come ti impegni, le emozioni che crei. E questo rimarrà nella mente di tutti.
E allora, più che le mere vittorie e medaglie d'oro di questo o quell'atleta,
rimarrà impresso un "semplice" bronzo della Vezzali, conquistato con la grinta e con il cuore;
rimarrà impresso Farah per aver dato il cinque a tutta la prima fila dello stadio dopo le vittorie;
rimarrà impresso l'urlo incontrollato di Molmenti al termine della sua fantastica gara;
rimarrà impresso Bolt nel tentativo di tenersi quel testimone, un semplice pezzo di plastica;
rimarrà impresso Felix Sanchez che, al termine della sua finale, tira fuori la foto della sua famiglia e la bacia, e le sue infinite lacrime sul podio;
rimarrà impressa la Idem, capace di far sognare una nazione intera, a 47 anni, con la voglia ancora di una ragazzina;
rimarrà impresso Liu Xiang, che incredibilmente incoccia al primo ostacolo e deve dire addio, ancora una volta, ai sogni di gloria olimpici;
rimarrà impresso il tuffo in piscina della squadra brittanica di tuffi per Thomas Daley, capace di conquistare un bronzo dopo un anno terribile;
rimarranno impresse le lacrime di delusione della Cagnotto, della Dellapè e della Ferrari e la corsa della stessa Dellapè per abbracciare l'amica;
rimarrà impresso Adrien Niyonshuti, arrivato 39esimo nella Mountain Bike con un distacco di più di 12 minuti dal primo, perchè la sua Olimpiade l'ha vinta partecipando, dato che da bambino vide la sua famiglia trucidata in Ruanda mentre lui riuscì a salvarsi nascondendosi;
rimarrà impressa Shin A-lam, immobile sulla pedana, con gli occhi gonfi di lacrime;
rimarranno impressi gli occhi lucidi di Phelps alla consegna del trofeo come miglior olimpionico di tutti i tempi, e il pianto di sua mamma;
rimarrà impressa la squadra italiana maschile di sciabola che, tra mille infortuni, riesce a farci (soffrire e) gioire per un terzo posto;
rimarrà Pistorius, primo atleta amputato che partecipa alle Olimpiadi per normodotati;
rimarrà l'urlo di Donato, che riporta l'Italia sul podio del salto triplo dopo 44 anni.
E scusate se non ricordo altri momenti ma questa Olimpiade è stata un'emozione dall'inizio alla fine, citarle tutte sarebbe impossibile.
Deia_Punk ha scritto:Sono un grande amante della pallacanestro e come tale non potevo chiedere una finale olimpica migliore. Grande partita combattuta fino alla fine, intensità alle stelle per tutti i 40 minuti e uno showcase di campioni che amano e ci fanno amare questo sport.
Partiamo dagli sconfitti. Anzi non li chiamerei sconfitti, perchè sono stati sempre gli unici davvero in grado nel contrastare gli invincibili. Il gruppo spagnolo ha perso con onore la sua ultima battaglia, dopo averne combattuto altre (nelle quali ha conquistato due medaglie d'argento olimpiche, un mondiale ed un europeo) che l'hanno proiettato nella storia di questo sport. Un gruppo che è sempre stato guidato da due icone: Pau Gasol e Juan Carlos Navarro, due atleti infinitamente passionali e talentuosi.
La squadra vincitrice è quella più attesa, gli Stati Uniti d'America. A parte descrivere le loro risapute ed infinite qualità atletiche e tecniche, ciò che vorrei sottolineare è il fatto che da 8 anni a questa parte gli States hanno bisogno dei migliori per vincere. Perciò ringraziamo tutte le altre nazioni che hanno fatto passi da gigante in questi ultimi anni e hanno "costretto" i 3 migliori giocatori al mondo - Kobe Bryant, LeBron James e Kevin Durant - a mettere in campo tutte le loro qualità per poter permettere alla loro nazione di conquistare l'ennesimo oro.
Da buon tifoso dei Los Angeles Lakers vorrei postare un immagine che mi ha fatto davvero emozionare. L'amicizia è la prima qualità che lo sport può regalare.
Verissimo, mamma mia che partita, quanta classe.
Gasol ieri sembrava davvero un cigno per le movenze