MassiveMolecule ha scritto:
Ok, esame visivo.
Perché se prendi un etichetta di un vino da 500$ e la scambi con quella di un vino da 5$ , e chiedi ad un Sommelier di fare una recensione dei due vini, darà un punteggio molto più alto al Tavernello con l'etichetta del Don Perignon piuttosto che il Don Perignon con l'etichetta del Tavernello ?
Ho riletto bene la domanda {avevo scritto "impossibile", ma avevo travisato, capendo che un sommelier potesse confondersi tra un Tavernello e un Dom Perignon}. Un Sommelier, è un essere umano. Credo che anche un sarto possa confondersi se tra due camicie della stessa fattura, una con l' etichetta Armani e l' altra con l' etichetta "Made in Taiwan" possa privilegiare la prima.
Non saprei, non mi è mai capitato di vedere un "giochetto" simile {che lascia il tempo che trova}. Il Sommelier non è un robot, ne' uno scienziato, anzi, la componente "emotiva" è sempre presente.
Ti dirò di più : Se dovessi recensire un Chianti {è un esempio} bevuto in Toscana, in mezzo alle colline e lo stesso Chianti bevuto in città, il Chianti bevuto in mezzo alle colline avrà un punteggio più alto. Il vino è un' esperienza.
MassiveMolecule ha scritto:
Oppure, perché se versi al Sommelier di calibro internazionale tre volte lo stesso vino dalla stessa bottiglia, il 90% delle volte darà voti e parlerà di sapori completamente diversi ?
Anche questa è una inesattezza e vorrei vederla con i miei occhi.
Ci sono dei vini, tuttavia, che per adeguarsi al "gusto internazionale" sono tutti uguali : i famigerati "barricati" di qualche anno fa, nei quali si sentiva più il legno che l' uva. Fortunatamente stanno andando in disuso. Eh si, anche il vino segue le mode.
Ma che cazzo di sommelier hai conosciuto ?
Io ho assistito ai campionati italiani di Sommellerie e c'era gente che, al "buio", ha riconosciuto vini neozelandesi dei quali neanch' io avevo mai sentito parlare. Poi però lo stesso sommelier non ha riconosciuto la
Prime Uve, che è un' acquavite comunissima, che si trova in commercio ovunque.
Te l' ho detto : è il bagaglio che fa un sommelier, non i giochetti o i quiz a premi. E stai tranquillo che un buon sommelier difficilmente dimentica un vino, una volta che lo ha assimilato.
MassiveMolecule ha scritto:
E non è una cosa al limite della truffa dare così tanta importanza ai Sommelier, visto che (a meno a quanto mi risulta, tu di sicuro ne sai di più), una differenza di voto tra l'88 e l'85 nelle recensioni "professionali" può significare centinaia di migliaia di euro di differenza per il produttore?
Quella dei voti è una questione controversa, è vero. Un "88" o un "85" possono fare enorme differenza nelle quotazioni di un vino, così come un elogio fatto da
Wine Spectator,
Gambero Rosso,
Luca Maroni,
Hugh Johnson & Co. ; sta al consumatore non farsi abbindolare, poichè le case vinicole e la critica gastronomica giurano che non ci sono giudizi prezzolati o di "favore", ma vallo a sapere tu...
Su gente come il defunto Veronelli ci avrei messo la mano sul fuoco, ma effettivamente chi può darmi la garanzia che il Gambero assaggia tutti i 12mila vini prodotti in Italia, dandone un giudizio spassionato ?
Lì sta al consumatore non farsi troppo abbagliare da giude & critica {che pure sono utili a dare delle indicazioni} e tastare il campo con le proprie mani, senza farsi abbindolare da nomi altisonanti, etichette scintillanti ed elogi al limite del leccaculismo.
Fortuna che da un po' di anni a questa parte c'è molta attenzione per i prodotti alimentari.
Dopo un po' ci si rompe le palle dei vini che sanno di legno, dell' aceto balsamico dappertutto e degli olii monocultivar anche dove non ci vanno.
Oggi nei supermercati abbiamo i reparti per ciliaci o di prodotti biologici, che fino a qualche anno fa non c' erano.
L' attenzione per gli alimenti ha avuto, come vedi, i suoi pro & i suoi contro.
Anche a me capita spesso di aprire un vino, facciamo un Chianti ad esempio, perchè il nome, la cantina, la zona di provenienza, dovrebbe essere una garanzia e poi mi trovo il cliente a dirmi che il vino fa cagare. Lo assaggio e non posso che dargli ragione e glielo cambio. Stai tranquillo che quel vino non lo vendo più.
Però è vero che molti, se gli dai un Brunello che fa cagare, ti diranno che è buono solo perchè è Brunello di Montalcino.
Sta tutto nell' esperienza e nel non farsi abbagliare.
Alla fin fine un bravo sommelier è quello che ti consiglia bene, perchè ne ha assaggiati molti e sa come e dove è meglio abbinarli.
MM ha scritto:E visto che sto comunque partendo per la tangente: che ne pensi dei Sommelier dell'acqua ?
Beh, se uno ha la passione per le acque, perchè no ?
Anch' io nella mia osteria tenevo qualche diverso tipo d' acqua, ma se me le facevi bere col cazzo che sapevo distinguerle {a meno che un' acqua non abbia uno spiccato odore di zolfo o di ferro}.
C'è chi si specializza sui distillati {Rum, Whisky, Grappe}, chi sugli Oli, chi sugli aceti... se uno si vuol specializzare in acqua, contento lui, basta che le faccia pagare al prezzo dell' acqua; la Perrier, che dovrebbe essere la più cara, arriva anche a 8/9 euro, ma se uno ha voglia di spendere i suoi soldi in acqua, chi sono io per impedirglielo ?
Certo, ad una cena può fare "phico" avere l' acqua dei fiordi norvegesi, ma è solo un fatto di immagine e/o di status, perchè l' acqua non ha proprietà organolettiche tali da rovinare o migliorare un abbinamento con un cibo.
L' acqua è un bene prezioso : per questo va bevuto il vino !