Karl Gotch ha scritto:
Il discorso è più semplice, giudicare un wrestler di cui non si è visto nessun match equivale a giudicare per sentito dire; o a dare un giudizio su uno scrittore senza aver letto i suoi libri ma semplicemente sentendo i pareri degli altri. Si può parlare dell'influenza di Frank Gotch nel pro-wrestling; ma valutare il wrestler Frank Gotch è un'altra cosa
Questo è un discorso generale, che vale per un certo tipo di wrestler. Di Thesz qualcosa rimane ed è pure abbastanza per dare un giudizio sommario. Ed è proprio perché ho visto i match che rimangono che riesco a dire che Lou Thesz è uno dei migliori scientific wrestler, ma non il migliore. È il nome più mainstream tra quelli della sua era, che non coincide mai con quello effettivamente migliore
Oltretutto, i canoni del wrestling anni '50-'60 sono sicuramente diversi da quelli degli anni '70-'80, sì; ma non andiamo a riprendere il discorso inutile che i wrestler si possono confrontare solo se sono della stessa decade, i canoni sono sempre confrontabili. E questo torneo neanche si potrebbe fare altrimenti
Per dire che in un torneo dove finalmente gli Hogan e i Warrior vengono ridimensionati per i motivi che sono stati detti [lasciando stare il discorso di Hogan sostituibile], un Thesz che eliminasse un Billy Robinson, che oltre ad avere un'abilità immensa aveva sempre un certo riguardo per l'entertainment (quello della sua epoca, che si può far coincidere con la continuità dell'azione e l'ingegnosità delle mosse), o un Karl Gotch (le stesse cose di Robinson ma di un livello ancora superiore), stonerebbe parecchio
Un appunto: le lodi sia a Thesz sia a Hogan non sono un po' azzardate? Considerando che lo stesso Thesz non considerava Hogan un wrestler. Non diceva che lo considerava un wrestler di basso livello; diceva proprio che non era un pro-wrestler. Fosse stato lui l'organizzatore del torneo non l'avrebbe neanche inserito
Di base non è che non colgo il problema antistante del "come valutare", era una cosa che permeava molte discussioni già nel 2008.
Allora la combriccola di Hackenschmidt & co. fu inserita come una sorta di provocazione intellettuale, se vogliamo; questo perché ero abbastanza sicuro che nessuno li conoscesse e credevo che dando un'idea di chi fossero la curiosità avrebbe preso il sopravvento (il mio compagno d'avventure Pier, kingofkings86, l'altro organizzatore e colui da cui partì l'idea, mi aveva proposto una lista molto più mainstream che copriva proprio l'ultimo trentennio del Nord America) e reso il giochino più intrigante.
Come ho avuto modo di esporre poco sopra, non condivido - o meglio, reputo ad alto rischio di banalizzazione - il discorso su ciò che chiami in modo succinto il "voto per sentito dire". Non apprezzo il messaggio che racchiude. Posso accettare l'osservazione che il wrestling non sia una disciplina del sapere codicizzata e quindi non si abbiano molte fonti autorevoli - in primo luogo non è considerata, o non è proprio da considerare una disciplina del sapere ma solo un passatempo storicamente duraturo, connotato un'intessitura lunga un secolo di avvenimenti storici e
sportivi/ pseudo-sportivi (in cerca di una definizione migliore).
In compenso, non trovo altrettanto appropriato sostenere che non ci sia materiale da cui attingere salvo i match o gli archivi video e che quindi sia impossibile farsi una cultura di un certo spessore senza un supporto filmico. Ribadendo il concetto di cui sopra, dire che uno non possa parlare di Londos quando magari si è fatto un'idea su come costoro
vengano percepiti sulla base dell'opinione accademica di qualcun altro (con "opinione" non intendo il post di un forum di un nessuno tipo me, ma libri, documentari e testimonianze storiche) per me rimane come suggerire che qualcuno non possa parlare della Seconda Guerra Mondiale salvo non ci abbia combattuto.
Forse questo è il distinguo più importante da fare e un possibile chiarimento alla dissonanza che qualcuno rilevava nel discorso di qualche post fa: parlare di qualcosa che hai vissuto è parlare di quella cosa, parlare di qualcosa che ha vissuto un altro (o un collettivo) è parlare di come essa venga percepita. Fatto così c'è una linea di continuità.
A ogni modo, proprio il particolare
j'accuse sul metodo potrebbe non essere diverso da quello che si fa parlando - ohibò - proprio del parametro dell'importanza. Di certo non siamo promoter o insider, né sufficientemente informati sulle dinamiche interne e ci basiamo solo sulla percezione rilevata "per seconda mano", tra dati puramente numerici e interpretazioni di quei dati. Però dell'importanza di questo qui e quest'altro qui ne parliamo. Anzi, è impensabile parlare di un wrestler senza considerarne l'importanza per il business (il corrispettivo del discorso metodologico che fai tu sarebbe essere legittimati a parlare di quanto reputiamo il wrestler importante solo all'interno del medium, ossia applicando la kayfabe).
Sia chiaro, a ogni modo, quello che dite tu e Ankie lo trovo corretto almeno a un certo livello. Aggiungo mi costringi a tirare fuori di nuovo la critica del post: se mi inserisci Gotch non ha senso che poi metti in dubbio il dubbio che uno possa votare per Gotch. Il fatto che sia stato inserito è già un'ammissione della possibilità che il voto per sia contemplabile e valido, negare l'assunto è come ammettere che il meccanismo alla base della selezione dei wrestler sia già stato in parte traviato.
Circa le lodi a Thesz... che ripeto, per me è assolutamente da top 3 (accetto argomentazioni per due, tre o forse quattro nomi e credo fermamente che delle alternative nessuna metterebbe d'accordo tutti quanto Thesz) e Hogan, è una domanda molto lusinghiera che non meriterebbe una risposta del tipo "mi può piacere il McDonald's e la cucina gourmet". Thesz e Hogan - che come dici in maniera molto opportuna sono due antitesi, almeno secondo Thesz - non sono nemmeno strettamente parlando i miei preferitissimi tra i pesi massimi. O meglio, Thesz forse sì, sono molto legato al libro, Hogan un po' meno.
Se li sostengo è solo perché li reputo cardinali nello sviluppo della disciplina. Quando imposto il discorso sullo stabilire una gerarchia tra i wrestler il mio metro è rimuovere un wrestler dalla cosmogonia del wrestling, chiedermi quanto sarebbe cambiato e cosa si sarebbe perso.
Con Hogan c'è ovviamente il dubbio (ma pure questa non è una discussione nuova o qualcosa che emerge tra le tematiche nuove di questo torneo, è una controtesi storica celebre: la WWE ci ha impostato il build-up di WrestleMania XIX) per alcuni su una circostanzialità, ma credo che il dubbio di matrice popperiana sia da applicare a tutto, allora, e non solo a Hogan. Con Hogan per me viene facile solo a causa di abilità tecniche molto scarse, ma nulla vieta di ritenere che ci fosse anche una capacità magnetica di Bollea nel legare con il pubblico in questione che un semplice dato sull'affluenza nel 1984 può comunicare solo in piccola parte.
Con Thesz non c'è quasi nessun dubbio perché non molti potevano fare quello che faceva Thesz dentro e fuori dal ring e non sarebbe azzardato affermare che con uno meno bravo di Thesz a rivestire il ruolo l'intero assetto delle promotion negli anni '50 sarebbe stato diverso, con ramificazioni importanti per la struttura della stessa WWWF. Aggiungici lo stile all'avanguardia (come detto Thesz è - idealmente - a metà tra il catch-as-catch can e il wrestling degli anni '60 e '70, che nel panorama major si distanzia dai Thesz di turno in particolare con Rogers e Rocca, mentre prima direi non molto), il carisma e il potere di vendita, il tempo al top, la lunghissima carriera, i titoli hai praticamente tutti i fattori che uno definirebbe prerogativa dei grandi.
Da questa prospettiva, vedo almeno alcuni paralleli tra Thesz e Hogan: entrambi punte di diamante in una federazione in procinto di ridefinire l'assetto e/o i mezzi di diffusione. Hogan è "padre" del contemporaneo in Nord America perché è la pietra su cui è stata costruita l'egemonia trentennale WWF/WWE (e la sua importanza in questo senso è solo destinata a crescere con il regno della WWE). Thesz dalla sua ha tutto quello che reso Hogan grande e di più, anzi, ha tutto quello che ha reso grandi i grandi e diversamente da
forse tutti i grandi ce l'ha insieme, e da questo deriva la particolare considerazione degli appassionati di lunghissima data e della critica.