Fabio Capello

Fabio Capello ha scritto:Il rispetto uno non lo ottiene, se lo prende.
Antonio Cassano ha scritto:Il migliore allenatore che abbia mai avuto. Ha fatto tanto per me e io poco per lui: non lo meritava, ma la stima che ci ha legato e ci lega tuttora è immensa.
Uno dei rari casi in cui un ottimo calciatore diventa un ottimo allenatore. La sua carriera da giocatore inizia allo SPAL, in cui rimane tre anni, tempo necessario a guadagnarsi le attenzioni del
Mago, Helenio Herrera, al tempo allenatore della Roma. Nella Capitale, dove rimane altri tre anni, conquista il suo primo trofeo, la Coppa Italia del 1969. All'inizio degli anni '70, si trasferisce alla Juventus. Questo spostamento Roma-Torino si ripeterà 35 anni dopo. Rimanendo al passato, però, Capello diventa una colonna della Juventus e della Nazionale. Con la Vecchia Signora Capello conquista tre scudetti tra il '71 e il '75. Per chiudere la carriera si trasferisce al Milan, in cui, in quattro anni, aggiunge al suo
palmarés un Coppa Italia e uno scudetto.
Assunto nello staff Rossonero, guida la Primavera per quattro anni, poi sostituisce l'esonerato Liedholm nelle ultime partite del '87. Capello si prende una pausa dal calcio, diventando dirigente della sezione
Hockey della polisportiva Milanese. Nel 1991 arriva la nuova chiamata del Milan, costretto a sostituire Sacchi, eletto CT dell'Italia. La decisione è coraggiosa (e accolta male dalla critica), ma paga la puntata: Capello rimane alla guida per cinque anni, e in quattro domina il campionato, fissando il record di risultati utili a 58, e nel '93 conquista la Champion's League, perdendo però le finali dell'anno precedente e successivo. Quel 4-0 al Barcellona di Cruijff ha segnato la storia.
Il sergente di ferro viene chiamato da Sanz per riportare in auge il Real Madrid. Finisce così il sodalizio con il Milan (ma è solo un arrivederci), Capello si trasferisce nella Capitale Spagnola. Lì conquista la Liga nel suo unico anno, sconfiggendo i rivali del Barcellona di Ronaldo. Senza di lui il Milan è affondato (nonostante il ritorno di Sacchi) così il Milan richiama il tecnico Friulano. Il ritorno a Milano però è un fallimento, 10° posto finale, e la finale di Coppa Italia, persa con la Lazio, non basta a valergli la riconferma.
Nell'estate del '99, Sensi gli propone la possibilità di guidare una squadra di caraturà Internazionale. Capello accetta e inizia un quinquennio nella Capitale, in cui guida la squadra al suo terzo scudetto, allenando campioni come Batistuta e la stella del calio Italiano Francesco Totti. La storia si ripete, e, come già detto ripercorre il percorso Roma-Torino. Questa volta però, non mancano le polemiche: Capello dichiarò che non avrebbe mai allenato la Juventus, dopo poco però "tradisce" la sua Roma per approdare all'ombra della Mole. Due anni di Juve, un sogno che diventa un incubo: la Juventus trionfa in entrambi i campionati, sono addirittura 91 i punti nella stagione 2005/06. Tutto viene però cancellato dallo storico processo di
Calciopoli, che revoca i due scudetti e manda la Juventus nello sconosciuto inferno della Serie B. Capello, come tutti i suoi giocatori, non smetterà mai di considerare leggittimi i suoi scudetti.
Per ripartire ancora una volta, Capello torna a Madrid, dove tra mille polemiche con società e soprattutto tifosi, conquista comunque la seconda Liga. Le continue critiche al suo gioco, poco improntato allo spettacolo e molto alla sostanza, gli valgono un assurdo esonero. Prima di riconquistare la Liga, a Madrid dovranno aspettare cinque anni, con alla guida Josè Mourinho, non molto più spettacolare del tecnico Friulano.
Il disastro di McClaren porta Don Fabio alla guida dell'Inghiterra, dove conduce un brillante cammino di qualificazione ai Mondiali. In Sudafrica però non va tutto come sperato, dopo un girone non eccelso in cui ottiene cinque punti, agli ottavi incontra la terribile Germania di Klose e Loew. Complice un clamoroso gol fantasma annullato a Lampard, l'Inghilterra affonda con il suo capitano con un netto 4-1. Ciononostante, la Federazione dei Tre Leoni lo riconferma. La Guerra Fredda tra Capello e la Federazione è però evidente, e dopo tanti scontri, Capello si dimette (o forse viene indotto alle dimissioni) dopo una polemica sul caso Terry. A riprova del buon lavoro di Capello, la sua percentuale di vittorie è la più alta della storia Inglese.
Attualmente Capello è in Russia, dove guida la Nazionale Sovietica dopo il clamoroso
flop Europeo di Advocaat. La sua prima impresa l'ha già fatta, stendendo il Portogallo di Ronaldo con il suo solito stile, pochi fronzoli, tanta corsa e sacrificio. E anche tanta difesa, come la scuola Italiana insegna.
Dite la vostra su Fabio Capello.
Next week: CR7, Cristiano Ronaldo!