Delphi ha scritto:Sui senatori a vita sono d'accordissimo, sul vilipendio un po' meno, dato che secondo me è un minimo segnale di educazione al rispetto della Repubblica e delle sue istituzioni. E non intendo dire che il presidente debba essere intoccabile ed incriticabile, l'importante è che non lo si insulti pesantemente (giusto per rimanere in tema). Se il presidente commette un errore (e con Napolitano il gioco è stato facile), non hai bisogno di mandarlo a fanculo per renderlo noto. O no?
a voler essere rigorosi, il reato di vilipendio dovrebbe valere per la più alta carica, ma in italia ad essere sovrano è il popolo, non il presidente della repubblica (che poi è presidente di una repubblica parlamentare e non di una repubblica presidenziale, quindi il suo ruolo è solamente di rappresentanza)
che poi che senso ha fare un reato ad hoc per una singola carica, lasciando poi la possibilità di poter insultare liberamente tutte le altre? non si può offendere il presidente della repubblica ma il presidente del senato sì?
è semplicemente un'inutile residuato del potere nobiliare, nulla di più, nulla di meno
Delphi ha scritto:
In che modo possa infastidire il 5Stelle? Ma così neghi la possibilità a Grillo di poter insultare chiunque dal suo blog, di dire "vaffanculo", di fare le battute sulla Boldrini, di parafrasare "Se questo è un uomo"... per non parlare di Salvini, poveretto... rovineresti la sua elevatissima abilità retorica. E vuoi negare a Calderoli o a Borghezio la possibilità di dare dell'orango alla Kyenge? Ma stiamo scherzando? Dove siamo? In dittatura?
Facile che le opposizioni interpretino subito una legge del genere come una legge bavaglio che vuole tappare la bocca a chi dice la verità. Basta vedere Grillo, condannato per diffamazione nei confronti di Battaglia, che subito si erge allo stesso livello di Pertini e Mandela, e l'imparzialissimo Travaglio che gli da ragione.
ma i vari calderoli/borghezio/altri continuerebbero a sproloquiare in ogni caso
aggiungendo l'aggravante, semplicemente dopo un po' lo farebbero come normali cittadini e non più come rappresentanti del popolo, in quanto decaduti